Per lui le Vespe non avevano segreti: l’addio a Bruno Pollino
Sempre pronto ad aiutare il prossimo, si è spento all’età di 75 anni lasciando un grande vuoto
Quando una Vespa aveva un problema, non c’era nessuno da chiamare se non Bruno Pollino, il medico dello scooter più famoso della Piaggio. Per lui, le Vespe non avevano segreti. Un’amante di questa due ruote che ha sempre avuto e che conosceva nel minimo dettaglio. Lui, con il sorriso e la battuta pronto era sempre pronto a curarle per poi rimetterle in strada più belle e prestanti di prima.
L’addio a Bruno Pollino
E oggi di quei pomeriggi trascorsi nella sua officina a sistemarle, a chiedere consigli preziosi su cosa fare oppure su quale acquistare, rimarranno dei ricordi preziosi da custodire gelosamente. Perché ora quei suggerimenti, così preziosi e soprattutto genuini, non arriveranno più da Bruno. Ma sarà compito del figlio Valerio, che dal papà ha ereditato non solo la passione per le Vespe ma anche il carattere solare e altruista, portare avanti questa tradizione.
Bruno si è spento a 75 anni all’ospedale civico di Chivasso dopo otto mesi di cure e ricoveri ininterrotti in diversi ospedali della provincia.
Una notizia, quella della sua scomparsa, che ha lasciato sotto choc non solo Torrazza ma tutto il Chivassese e Vercellese. Perché Bruno era molto apprezzato ovunque per questo suo carattere.
Era un super grigliatore
E poi era un ottimo cuoco. Se non lo si trovava a maneggiare con qualche Vespa, eccolo alla griglia. Lui, grigliatore esperto del gruppo «I Fa Fum» era sempre presente. Non solo per la festa in ricordo dell’amico Roberto Salono quando a maggio, appunto, si svolge l’evento de «Gli Amici di Roby» ma anche durante le altre manifestazioni. Nei tempi addietro, ad esempio, era nel team dei grigliatori per gli eventi del Torino Club che il figlio presiede tutt’oggi. Oppure durante le cena in occasione della Patronale dei Santissimi Angeli Custodi o quelle del Vespa Club. E prima ancora alla feste della “Röva”. Lui c’era sempre per la sua Torrazza. Lui era sempre in prima fila sia per far festa ma anche per aiutare chi ne aveva più bisogno. Un grande cuore si è spento e la sua comunità, affranta, lunedì pomeriggio ha voluto salutarlo per l’ultima volta.
I ricordi
A ricordarlo l’amico Gianluca Gavazza: «Il "toni" macchiato di grasso, i capelli un po’ spettinati e una chiave o un cacciavite in mano, la parlata sciolta un po' in piemontese un po' in italiano e il sorriso anche nei momenti seri. Ricordo i tuoi consigli di vita. Sei stato il riferimento di molte generazioni alle prese con Vespe, motocarri e motorini. Ci trovavamo nella tua officina, per parlare un po’ di tutto, organizzando merende, gite in bici per l’Italia e feste della “Röva” di Borgoregio. Pochi ricordano che come chitarrista suonavi nel complesso locale, recitavi nei teatri messi in scena “an tal salun” e tant’altro. Porti con te una parte importante di Borgoregio, lasciandoci il ricordo di quegli anni che, seppur imperfetti, oggi ci paiono i più belli. Ciao Bruno, in sella o caricata sul motocarro, porta le Vespe a te tanto care, per le vie dell’infinito».
Parole d’affetto anche quelle pronunciate da Filippo Ambrosini, presidente del Vespa Club chivassese: «Bruno era una persona squisita, era sempre disponibile. Lui, sulle Vespe, la sapeva lunga. E come dimenticare le sue grigliate. Era un vero e proprio punto di riferimento».
Bruno lascia la moglie Marilena, il figlio Valerio con Maria Grazia e i nipoti Giulia e Roberta.