l'operazione della gdf

Percepiscono il reddito di cittadinanza e lavorano in nero in due noti locali di Chivasso

Uno svolgeva la mansione di pizzaiolo e l'altro era in servizio in un bar.

Percepiscono il reddito di cittadinanza e lavorano in nero in due noti locali di Chivasso
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Blitz della Guardia di Finanza di Chivasso nella giornata di ieri, venerdì 20 maggio 2022 in due locali della città. Sorprese due persone che lavoravano in nero e percepiscono il reddito di cittadinanza.

 

Percepiscono il reddito di cittadinanza e lavorano in nero in due  locali

 

Il blitz è scattato nel tardo pomeriggio di ieri, venerdì 20 maggio 2022, quando gli uomini del Capitano Dario Gattiglio sono entrati in un bar di via Torino dove presta servizio un barista che, appunto, percepisce reddito di cittadinanza prestando anche servizio per il Comune come “nonno vigile” davanti alle scuole. Poco dopo, gli agenti si sono spostati in una trattoria a pochi passi dal centro dove un altro titolare di reddito di cittadinanza lavora come pizzaiolo.
Alte le sanzioni sia per i titolari delle attività che per i due lavoratori in nero. Con molta probabilità infatti ai due lavoratori sarà richiesto indietro  il denaro percepito attraverso il reddito fino ad ora percepito.

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Cosa si rischia....

 

Coloro che sono trovati a svolgere prestazioni di lavoro in nero durante il periodo di ricezione del Reddito di cittadinanza rischiano di incorrere in primis in sanzioni penali. Lo svolgimento del lavoro nero in questi casi è punito con la reclusione da 2 a 6 anni.

In base a quanto previsto dal decreto legge n. 4/2019 che è stato convertito nella legge n. 26/2019, i lavoratori in nero possono incorrere nella perdita del beneficio del Reddito di cittadinanza percepito indebitamente, dopo che dall’Inps avvenga l’accertamento del fondamento della richiesta di sussidio.

Anche nel caso in cui un familiare di chi percepisce il Reddito di cittadinanza è sorpreso a lavorare in nero o a svolgere qualunque tipo di attività di collaborazione coordinata o continuativa in assenza delle comunicazioni corrispettive per obbligo di legge, il sussidio RdC può essere sospeso.

E’ soggetto a sanzioni anche il datore di lavoro che fa lavorare in nero chi beneficia del Reddito di Cittadinanza, anche se si tratta di un componente del nucleo familiare.

Per il datore di lavoro è prevista una maxi-sanzione: alle classiche sanzioni per lavoro in nero o irregolare si aggiunge una maggiorazione del 20%. Inoltre, la sanzione si calcola in base al numero di giornate di lavoro nero del dipendente.

Ecco quali sanzioni rischia:

– da 2.160 a 12.960 euro se il dipendente ha lavorato in nero per 30 giorni;

– da 4.320 a 25.920 euro per 30/60 giorni lavorati;

– da 8.640 a 51.840 euro oltre i 60 giorni lavorati.

Al contrario, il datore di lavoro privato che comunica online ad ANPAL la sua volontà di assumere (regolarmente) un beneficiario di RdC a tempo pieno e indeterminato verrà premiato con un esonero contributivo.

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