il racconto

Positivo al Coronavirus, brandizzese diventa dottore da 110 e lode

Davide Fadda si è laureato lunedì 20 aprile con il massimo dei voti e lo ha fatto da casa,

Positivo al Coronavirus, brandizzese diventa dottore da 110 e lode
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Un giovane di Brandizzo, positivo al Coronavirus diventa dottore con il massimo dei voti. Si tratta di Davide Fadda.

Positivo al Coronavirus diventa dottore

Davide Fadda, un giovane laureato al tempo del Coronavirus. Potrebbe iniziare così la storia di questo giovane di 36 di Brandizzo. Ma sarebbe molto, troppo banale. Perché Davide si è laureato lunedì 20 aprile con il massimo dei voti e lo ha fatto da casa, come sta accadendo da un mese e mezzo per tutti i laureandi, ma c’è una grande differenza che lo contraddistingue perché lui ha discusso la sua tesi con un grande, grosso peso nel fisico: quello di essere positivo al Covid-19. Elemento questo che non lo ha scalfino nell’animo e così lui è andato avanti.

Il racconto

«Lunedì mi sono laureato - dice Davide dando qualche colpo di tosse, ma sempre con la voce che fa trasparire il suo sorriso che lo caratterizza - in Scienze Storiche. Ero da solo in stanza quando ho discusso la tesi. Il mio relatore Natale Spineto (docente di Storia delle Religioni) mi aveva proposto di rinviare la discussione. Si sono mostrati tutti molto disponibili, ma io ho voluto portare avanti tutto questo nonostante il Coronavirus. Il collegamento con i docenti era fissato per le 14, ma per non sottopormi a stress, mi hanno concesso di collegarmi un quarto d’ora prima della discussione. La mia tesi è “Inchino Mafioso durante le processioni” e la mia votazione finale è stata di 110 e lode». La mamma di Davide è positiva al Coronavirus e lui, il giorno di Pasqua si è recato in ospedale perché accusava gli stessi sintomi di sua mamma. «Avevo la febbre e sono andato in ospedale dove sono stato sottoposto a tampone e dopo 10 ore è arrivato l’esito positivo, ma questo lo avevo capito. - prosegue Davide - Così ci siamo dovuti organizzare a casa e mio papà e mia sorella, che è immunodepressa, si sono trasferiti in un’altra abitazione. Voglio però sottolineare: essere un paziente positivo presso il proprio domicilio non è una situazione facile, non c’è un controllo adeguato. Essere domiciliati non vuol dire essere sani. Penso ad un anziano che si trova nella nostra stessa situazione, tutto ciò è aberrante». La sorella di Davide si è congratulata con lui anche sui social dove ha scritto: «Se il mio orgoglio». Davide che di umiltà ne ha da vendere afferma: «E’ lei il mio orgoglio e oggi posso dire che ci si impegna per riuscire in molte cose, ma solo con la salute si ha veramente tutto».

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