Profughi lasciano il paese

Sono stati trasferiti dopo la chiusura del centro.

Profughi lasciano il paese
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Dopo quattro anni Saluggia torna ad esser un paese che non ospita, almeno per il momento, più i profughi. Sono stati trasferiti dopo la chiusura del centro di via Ponte Rocca.

Profughi lasciano il paese

Da alcuni giorni, infatti, non c’è più traccia dei numerosi richiedenti asilo che prima invece campeggiavano tutto il giorno in piazza del Municipio, sotto gli alberi, oppure nella zona delle palestre e della scuola. O ancora al parco giochi di via Ponte Rocca. E in tanti si sono posti il quesito: dove sono finiti? Alcuni pensavano che rimanessero nel centro di accoglienza di via Ponte Rocca, al Csea, in quell’immobile che fino a pochi anni fa ospitava i corsi professionali della scuola Tamburelli. Basta dirigersi verso questo stabile per comprendere che neanche lì sono questi giovani giunti dall’Africa attraverso i barconi della speranza. All’ex Tamburelli, infatti, ci sono le catene alle porte, le tapparelle abbassate e le finestre chiuse. E poi tanto sporco. Bici abbandonate come anche indumenti, lenzuola e quant’altro. Insomma, tutti segni che lì i migranti non ci sono più. E anche da qualche giorno.

Chiuso il centro all'ex Tamburelli

«I richiedenti asilo ospitati fino a pochi giorni fa a Saluggia dalla cooperativo di Gianluca Mascarino - spiega l’assessore ombra al sociale Filippo Stramaccioni nonché da sempre volontario nel gruppo di sostegno a questi giovani migranti - ha cessato la sua attività a Saluggia. Inoltre, non ha più deciso di partecipare ai bandi di gara per proseguire la gestione di questi giovani né qui, né negli altri quattro centri. Ora bisognerà attendere l’esito dei nuovi bandi che la Prefettura di Vercelli ha proposto. Il Comune di Saluggia, infatti, rimane tra i papabili ad ospitare i richiedenti asilo».
Ma dove sono stati trasferiti quei quarantasette uomini che fino a poco fa erano a Saluggia? «I ragazzi sono stati presi in carico dalle cooperative Verso Probo e sono dislocati tra Cossato e Vercelli. Altri, invece, hanno trovato casa in frazione Monte di Crescentino, alla Cascinassa».
A Saluggia c’è chi è tornato per un saluto a quei volontari che oggi sono felici che questi giovani vivano in condizioni migliori, sotto guide attente che danno loro tutto il necessario per vivere in Italia e che cercano di integrarli.

"Vivevano in una situazione difficile"

«La situazione nella quale vivevano questi ragazzi all’ex Tamburelli è nota a tutti - spiegano alcuni volontari - Più di una volta ci sono state segnalazioni. Oggi loro vivono in condizioni migliori e ne siamo contenti. Noi abbiamo fatto tutto quanto in nostro potere per aiutarli ad avere un futuro migliore».
Saluggia dunque per il momento non ospita più questi richiedenti, almeno fino a quando una nuova cooperativa non deciderà di prenderli in carico e riportarli nel paese del Fagiolo, un paese che per molto tempo ha lottato per non ospitarli e dove sono successi anche episodi poco carini come quando uno di questi ospiti aveva urinato sul Monumento dei Caduti in piazza del Municipio.

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