Prostitute schiave dei riti voodoo, una era scappata da Settimo
Per la fuga dal centro di accoglienza di Settimo Torinese aveva pagato 100 euro a una donna che l'aveva reclutata.
Prostituite schiave dei riti voodoo, una era scappata da Settimo Torinese.
Prostitute schiave del racket e dei riti voodoo
Con la promessa di un titolo di studio e di un lavoro in Italia venivano reclutate nei villaggi più poveri della Nigeria. Poi venivano affidate a un "connection man" che aveva il compito di "traghettarle" in Italia. L'uomo, che gestiva un centinaio di ragazze, in realtà aveva soltanto il compito di trasferire dalla Nigeria le ragazze che sarebbero poi finite nella rete della prostituzione. I "connection men", infatti, sono gli emissari delle organizzazioni criminali che "prendono in carico" le ragazze, fino al loro arrivo in Libia.
L'operazione dei carabinieri
I carabinieri di Mirafiori, con l'aiuto di quelli di Torino Borgo Dora, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di una nigeriana di 33 anni residente a Torino. L'accusa è quella di aver reclutato e indotto alla prostituzione due connazionali. Due, infatti, sono i casi accertati dagli investigatori. La donna, secondo le indagini, gestiva le ragazze e aveva contatti con altri soggetti - non ancora identificati -, che si trovano in Nigeria.
Le indagini
Le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di torino sono state avviate nel gennaio 2018. Tutto è partito da una denuncia di una ragazza nigeriana che riferiva di essere arrivata in Italia nel 2016 dopo aver percorso un lungo viaggio, stipata in autobus, insieme ad altri connazionali fino in Libia.
L'arrivo e la fuga dal centro di Settimo
Dopo lo sbarco a Lampedusa la ragazza nigeriana era stata trasferita a Settimo Torinese. Qui, avvicinata da una donna, era stata fatta uscire dal centro di accoglienza - dopo aver pagato una somma di 100 euro. Una volta "libera" dal centro di accoglienza, è stata quindi trasferita in un appartamento di Torino. Qui è stata "consegnata" nelle mani di una "madame" che l'ha indotta a prostituirsi al fine di pagare un debito di 25000 euro. Tanto alto era il prezzo del suo "riscatto". I guadagni e le spese, tutte a carico delle ragazze, venivano annotati su un libro mastro ora nelle mani dei carabinieri.
Riti voodoo
Per arrivare in Italia le ragazze pagavano 25mila euro, debito contratto in cambio della promessa - purtroppo vana - di un titolo di studio e di un lavoro in Italia. Il giuramento va rispettato perché la soggezione psicologica fa credere che, in caso contrario, sulle famiglie delle ragazze possano abbattersi sciagure, la pazzia e, addirittura, la morte. A sigillare il patto c'era un rito voodoo preciso. Avviene raccogliendo in un sacchetto alcuni oggetti e parti proprie delle vittime come sangue, unghie e capelli.