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Protesta No Green Pass, i manifestanti vogliono entrare in ospedale a Chivasso I VIDEO

Sul posto i carabinieri che stanno presidiando il nosocomio.

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Proprio in questi istanti, di fronte all'ingresso storico dell'ospedale di Chivasso, il personale sanitario ma anche semplici cittadini, stanno manifestando contro l'obbligo di Green Pass negli ospedali e Rsa.

Protesta No Green Pass all'ospedale di Chivasso

Proprio in questi istanti, di fronte all'ingresso storico dell'ospedale di Chivasso, il personale sanitario ma anche semplici cittadini, stanno manifestando contro l'obbligo di Green Pass negli ospedali e Rsa.

I manifestanti, inoltre, sono intenzionati ad entrare in ospedale.

Sul posto sono presenti i carabinieri della Compagnia di Chivasso, il comandante Capitano Enrico Di Lascio con il Maresciallo Davide Martoscia e il Luogotenente Riccardo Romanin che stanno presidiando gli ingressi dell'ospedale proprio per evitare che i manifestanti entrino senza averne alcun titolo.

Il caso

I manifestanti spiegano il motivo della protesta di oggi, martedì 25 ottobre 2022:

Nell'interregno tra pandemia e guerra, le misure restrittive si apprestano a innestarsi cronicamente nella nuova normalità. È così per quanto riguarda le visite dei parenti negli ospedali.
Le normative regionali in materia di accesso di visitatori e accompagnatori, cambiano da regione a regione ma ovunque la tendenza di amministrazioni e unità operative, è quella di applicare in forma più restrittiva
quanto disposto dal dettato legislativo.
Negli ospedali della penisola insistono regolamenti difformi che, cambiando da UO a UO, applicano diverse gradualità di limitazioni con il risultato che la persona, al momento del ricovero, è letteralmente sottratta agli affetti dei familiari e rinchiusa nella sua camera di degenza; queste limitazioni fanno si che il paziente sia completamente spersonalizzato, come se privarlo della sua dimensione relazionale fosse un normale prezzo da pagare in cambio di terapie volte alla guarigione, in tempo di post emergenza covid.
Invece la presenza del parente al fianco della persona è una preziosa risorsa per le cure medico-infermieristiche, soprattutto in questo frangente, con gli organici ridotti all'osso. Numerosi dati della letteratura scientifica suggeriscono che la presenza di familiari e visitatori riduce in modo significativo le complicanze cardio-vascolari e gli indici ormonali di stress. Non garantire un adeguato fine vita, quindi prospettare la morte in solitudine per chi non è provvisto di lasciapassare verde, equivale a generare discriminazioni, compromettere la dignità degli esseri umani nonchè i valori millenari di un popolo che affonda le sue radici nella cultura cristiana. Tra la legge e la sua applicazione, fa la differenza il buon senso di chi è chiamato ad applicarla.
Il green pass ha dimostrato la sua fallacia scientifica, infatti il suo obbligo è decaduto ovunque, tranne che nelle strutture di cura dove il suo controllo è consuetudine innestata nella pratica assistenziale quotidiana post-covid. Convinti che per abrogare una consuetudine sia necessario un lavoro di sollevazione critica a partire dal basso, dal recupero delle norme morali e di buon senso, da sempre considerate "giuste", noi pretendiamo:
1. Libero accesso per i familiari/caregivers/visitatori delle categorie di pazienti c.d. "fragili" (minorenni, over 65, puerpere) o in situazioni cliniche particolari come fine vita, presenza di barriera linguistiche, stato di agitazione psicomotoria);
2. Omogeneizzazione delle condotte professionali circa le visite dei parenti e ri-umanizzazione dei percorsi diagnostico-terapeutici-assistenziali;
3. Canale comunicativo preferenziale per segnalare direttamente alla direzione sanitaria qualsiasi condotta professionale non conforme a suddetto regolamento.

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