Rivolta al centro di permanenza per il rimpatrio, un agente ferito

L'agente ferito: ""Per un po' non voglio sentire parlare di comprensione, integrazione e accoglienza".

Rivolta al centro di permanenza per il rimpatrio, un agente ferito
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Rivolta al centro di permanenza per il rimpatrio, sono giorni di tensione, quello della scorsa notte non è un episodio isolato.

Rivolta al centro di permanenza per il rimpatrio

E’ stata una notte difficile al Cpr (centro di permanenza per il rimpatrio) di Torino, e non è stato un caso isolato: si tratta infatti del terzo episodio in pochi giorni. Alla fine il bilancio è di un agente ferito e tre persone arrestate per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale: due marocchini e un tunisino di 24, 31 e 33 anni.

I fatti

L’agente rimasto ferito ha raccontato che per ore ha dovuto fronteggiare insieme a cinque carabinieri, gli ospiti del centro di permanenza per il rimpatrio, oltre 150, che lanciavano sassi al loro indirizzo. La situazione è tornata sotto controllo solo grazie all’arrivo in supporto di tre squadre del Reparto Mobile.

Un agente ferito

Nel racconto che l’agente ferito ha postato su Facebook si legge rabbia e tanta amarezza:

Questa notte, per due ore, da solo e con un manipolo di Carabinieri (cinque), mi sono trovato a fronteggiare 158 ‘ospiti’ (perché così vanno chiamati), sotto una sassaiola pericolosissima durata un tempo interminabile, fino all’arrivo provvidenziale di tre squadre del Reparto Mobile e del loro funzionario…Questi Centri secondo il mio modesto parere hanno utilità pari a zero perché si lavora in un contesto di pseudo detenzione dove l’Autorità pre-costituita viene continuamente messa in discussione, dove le nostre funzioni vengono derise, prese in giro e prese a sputi (e nel caso di specie non è una metafora), dove il controllo dell’ordine pubblico è diventato una chimera impostato essenzialmente sull’opera di mediazione dei singoli ispettori impiegati di turno a rotazione, ma tutto ciò non può quasi mai trovare riscontro quando la controparte con la quale ti confronti è rappresentata da extracomunitari provocatori pluripregiudicati che aspettano mesi per essere rimpatriati, e nemmeno sempre!!! Per un po’ non voglio sentire parlare di comprensione, integrazione ed accoglienza… questo è il bilancio personale di una notte di guerriglia passata al Cpr di Torino, 30 giorni di prognosi, una bella frattura scomposta di due falangi con prospettazione di intervento chirurgico, due monconi malamente appesi che improvvisamente vanno in direzione opposta a quella che il tuo cervello vorrebbe fare… e mentre i “signori” della politica fanno il gioco delle poltrone, facendo a gara a chi di loro si rivela essere il più capriccioso, in questi Centri di Permanenza e Rimpatrio ad ogni turno si sfiora la tragedia e prima o poi – credetemi – qualcuno si farà male sul serio!!! Questi luoghi sono polveriere sempre pronte ad esplodere per effetto di un singolo che aizza il resto della feccia, così com’è capitato stanotte, ma nessuno dei nostri politici pare averne contezza, invece di venire sempre a controllare quali sono le loro condizioni di vivibilità, provate a verificare in quali condizioni lavoriamo tutti “Noi” che abbiamo giurato fedeltà alla Repubblica…!!! Scusate lo sfogo, ma stavolta ne ho proprio pieni i coglioni…!!!

I commenti della politica

Immediato l’intervento del Ministro dell’Interno Matteo Salvini: “Solidarietà al poliziotto e a tutte le forze dell’ordine. Sono orgoglioso di aver inasprito le pene per chi attacca le donne e gli uomini in divisa e per aver fermato l’immigrazione clandestina. Se il Pd vuole riportarci indietro e ha nostalgia del business dell’invasione, lo dica chiaramente agli italiani”.

“Recandoci questa mattina al CPR torinese di Corso Brunelleschi per un sopralluogo dopo i fatti di ieri – hanno dichiarato il parlamentare di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli e il capogruppo regionale di Fdi Maurizio Marrone in Piemonte – abbiamo appreso di una nuova rivolta da parte degli immigrati clandestini presenti nel centro. Quella del CPR è una situazione che obbliga le forze dell’ordine ad uno sforzo inaudito e inaccettabile. È evidente che essere l’unico CPR del Nord Italia voglia dire, per i nostri agenti, svolgere un lavoro che per carenza di organico e leggi buoniste non è più dignitoso. Chiediamo che i nuovi immigrati clandestini vengano dislocati altrove fino a quando il Viminale non garantirà più uomini e condizioni accettabili di lavoro dentro la struttura. Non un immigrato in più se non ci sono i requisiti minimi di sicurezza per agenti ed operatori. La presenza del CPR nel cuore del tessuto urbano di Torino – hanno concluso – porta insicurezza e disordine nel quartiere. I torinesi non meritano certo questo.”

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