CANAVESE

Rubano nei vigneti e negli orti: «E’ un gesto vile e maleducato»

Dezzutto della azienda vitivinicola Santa Clelia lancia un appello per sensibilizzare «i colleghi»

Rubano nei vigneti e negli orti: «E’ un gesto vile e maleducato»
Pubblicato:

L’Erbaluce va a ruba, in tutti i sensi. E’ stata davvero un’amara scoperta quella fatta da un viticoltore, Sergio Dezzutto, proprietario dell’azienda vitivinicola Santa Clelia, situata in Regione Rossana, fra Mazzè e Caluso, che ha trovato i tralci delle viti tagliate e l’uva sottratta dal suo vigneto di Tonengo. Tutto questo è successo nel fine settimana appena trascorso, in un periodo prossimo alla vendemmia.

Rubano nei vigneti e negli orti

«Il danno economico è relativo - riferisce Sergio - ma il gesto mi ha indispettito non poco perché frutto di maleducazione.
Era uva già bella matura da tavola, così sono andato domenica mattina per raccoglierla ma mi sono trovato le piante spoglie.
Non vale la pena sporgere denuncia ai Carabinieri, è più utile fare una campagna di sensibilizzazione sul territorio.
Non si è trattato di una goliardata di due ragazzini ma un vero e proprio furto, un gesto di un individuo maleducato che si crede più furbo, e purtroppo le società è piena di questi individui.
Bastava me la chiedesse e qualche grappolo glielo avrei dato. Certo però non tutta, e lui l’ha presa invece proprio tutta.
Quelle piante da uva di quella vigna solitamente le regalavo e mi facevo la mostarda».

«E’ un gesto vile e maleducato»

Questo è anche un segnale di avvertimento agli altri produttori affinché stiano in guardia contro le razzie di uva tra i filari di gran pregio. Ma ci sono anche orti e frutteti che negli ultimi tempi vengono presi di mira vanificando il sacrificio che c’è dietro, soprattutto per chi l’agricoltore lo fa di mestiere.

«E’ un atteggiamento non rispettoso verso il nostro lavoro- conclude Sergio - Per tutti noi questo è un momento importante, abbiamo atteso un anno per vedere crescere le piante e vendemmiare concretizzando i nostri sforzi anche economici.
Erano piante che ho accudito, legato, potato, trattato. Quindi era uva che avevo il diritto di raccogliere, mangiare e fare buon vino».

Il messaggio del proprietario apparso in mezzo alla vigna è più che eloquente: «Quei poveri e miserabili che hanno rubato l’uva possono passare anche da casa mia che un tozzo di pane non si nega a nessuno!».

Commenti
Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali