Scandalo tempio crematorio, dipendente scarcerato

Interrogato dal Gip ha fornito risposte esaurienti.

Scandalo tempio crematorio, dipendente scarcerato
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Scandalo tempio crematorio, il dipendente Claudio Feletti è stato scarcerato dopo l'interrogatorio del Gip. Si alleggerisce così la sua posizione.

Scandalo tempio crematorio

Maxi blitz dei carabinieri venerdì 26 al tempio crematorio di Biella. Dopo un’indagine durata alcune settimane, che si è avvalsa anche dell’uso di telecamere nascoste, sono state arrestate due persone ed è stata messa sotto sequestro la struttura. Le violazioni paiono essere pesantissime. Sono stati trovati scatoloni contenenti resti umani abbandonati.

Gli arresti

Il materiale probatorio è enorme e ha portato il Gip a firmare l’ordinanza di sequestro e quella di arresto del titolare della società, Alessandro Ravetti, nonché di un dipendente, Claudio Feletti, 56 anni, di Ponderano. I due sono accusati dei reati di distruzione e soppressione di cadavere e violazione di sepolcro. Solo a Ravetti viene contestata anche l’istigazione alla corruzione per aver dato dei soldi a un dipendente pubblico per fargli smaltire ceneri e resti di corpi come rifiuti.

Dipendente scarcerato

Il dipendente della Socrebi, finito in manette venerdì scorso, nell’ambito dello scandalo del forno crematorio di Biella, dopo essere stato interrogato dal Gip Passerini è stato scarcerato. Per lui non sono state adottate misure cautelari. Soddisfatto l’avvocato Giorgio Triban che ha sempre sostenuto che “Feletti era solo un dipendente e non aveva nessun interesse di tipo economico”. L’amministratore delegato di Socrebi, Alessandro Ravetti, invece resta in carcere, la sua ricostruzione dei fatti non convince. Il giovane imprenditore, difeso dall’avvocato Marco Bozzalla ha dichiarato: “Non ho mai ordinato di bruciare due bare insieme”.

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