Il caso

Sfratti e politiche abitative: se ne è discusso in Consiglio

Questioni affrontate dopo quanto avvenuto nelle famose Case Bianco. Sellaro stigmatizza il comportamento dei "furbi"

Sfratti e politiche abitative: se ne è discusso in Consiglio
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Sfratti e politiche abitative. Questi temi hanno chiuso il Consiglio comunale di giovedì 19 giugno. Questioni affrontate dopo che, nelle famose Case Bianco, due famiglie hanno ricevuto i provvedimenti di sfratto.

Sfratti e politiche abitative: se ne è discusso in Consiglio

A chiedere di affrontare il tema in Consiglio è stato il capogruppo Salvatore Sellaro, che ha aperto il suo intervento sottolineando la necessità di fare chiarezza sugli sfratti, affermando che è fondamentale distinguere tra vittime e carnefici.
«Gli sfratti - spiega Sellaro - si possono ricondurre a tre elementi: il dramma, la commedia e la furbizia. Il dramma riguarda chi perde il lavoro o affronta malattie e figli a carico, situazioni in cui le istituzioni hanno l'obbligo morale di intervenire per evitare che i bambini crescano in ambienti degradati, esposti al rischio di violenza e criminalità organizzata.

La commedia, invece, è incarnata da coloro che, pur avendo un reddito e beni di lusso, si sottraggono al pagamento dell'affitto degli alloggi pubblici, sfruttando le procedure di rientro per poi disattendere gli accordi.

Infine, la furbizia si manifesta quando individui affittano case private, partecipano a bandi pubblici per gli alloggi popolari e, una volta sfrattati dal privato per morosità, scalano le graduatorie pubbliche grazie a cavilli legali legati all'emergenza abitativa, a scapito di chi aspetta da tempo».

C'è chi strumentalizza il disagio

Sellaro ha concluso il suo impegno nel cercare soluzioni abitative, anche offrendo la propria disponibilità personale, criticando però l'atteggiamento di chi strumentalizza il disagio.

Il sindaco Vittorio Ferrero ha condiviso l'analisi di Sellaro su dramma, commedia e furbizia, aggiungendo il concetto di franchezza. Ha riconosciuto la complessità della questione degli alloggi pubblici, citando interventi già avviati come i lavori sulle case popolari di via Chiò. Ha differenziato la morosità colpevole (chi non paga pur potendo) da quella incolpevole (dovuta a reale disagio economico), evidenziando l'esistenza di fondi come il Fondo Sociale per la Morosità Incolpevole, spesso poco utilizzati. Ha sottolineato l'importanza di un rapporto di lealtà tra proprietà pubblica e assegnatari, affinché i problemi vengano comunicati tempestivamente per costruire percorsi di aiuto. Ha inoltre riconosciuto la necessità di aumentare il numero di alloggi popolari, dato che l'attuale graduatoria di 34 beneficiari richiederebbe 17 anni per essere smaltita con le attuali assegnazioni. Sul fronte privato, ha ribadito l'esigenza di dialogo tra proprietari e inquilini in difficoltà, e la responsabilità di chi alloggia nel rispettare le procedure di sfratto legittime. Ha confermato l'impegno a trovare soluzioni per le famiglie con minori in grave disagio, ma ha ribadito che gli alloggi popolari, pur agevolati, non sono gratuiti e richiedono lealtà.

L'assessora competente Antonella Dassano ha fornito aggiornamenti specifici sulle due famiglie sfrattate con minori. La prima si è immediatamente trasferita da parenti e si trova al sesto posto nella graduatoria provvisoria per gli alloggi popolari. Per la seconda famiglia, composta da madre e due figli minori, ha confermato il supporto personale nell'inoltro della domanda di emergenza abitativa e l'accompagnamento ai servizi sociali, con la speranza che la madre abbia trovato un lavoro saltuario. Ha ribadito il pieno sostegno dell'Amministrazione a queste situazioni, stigmatizzando l'atteggiamento dei "furbi" che, pur ricevendo sfratti e alloggi assegnati, continuano a non pagare, dimostrando una mancanza di rispetto verso la comunità e le istituzioni e andando incontro a procedimenti di decadenza.