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Sgomberata la villa del «padrino» Rocco Schirripa, ecco cosa accadrà ora

Il progetto per la villa di via Gramsci, a Torrazza.

Sgomberata la villa del «padrino» Rocco Schirripa, ecco cosa accadrà ora
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Ventotto anni. Tanto, tra un ricorso e l’altro, è durata l’attesa per arrivare allo sgombero della villa di via Gramsci, a Torrazza, legata al nome di Rocco Schirripa, condannato all’ergastolo perché ritenuto responsabile dell’omicidio del Procuratore della Repubblica Bruno Caccia, avvenuto a Torino il 26 giugno del 1983.

Sgomberata la villa del «padrino» Rocco Schirripa

Ventotto anni. Tanto, tra un ricorso e l’altro, è durata l’attesa per arrivare allo sgombero della villa di via Gramsci, a Torrazza, legata al nome di Rocco Schirripa, condannato all’ergastolo perché ritenuto responsabile dell’omicidio del Procuratore della Repubblica Bruno Caccia, avvenuto a Torino il 26 giugno del 1983.
Come sempre accade in casi come questo, nella mattinata di ieri, martedì 27 settembre, Polizia e Carabinieri si sono presentati in forze, accompagnati da una squadra dei Vigili del Fuoco pronta ad intervenire in caso di bisogno.
All’interno della villa, «sorvegliata» da un manichino abbigliato in stile «Al Capone», solo la moglie e la figlia di Schirripa: nessuna reazione, solo la richiesta di avere il tempo di prendere alcuni oggetti personali.
La confisca dei beni patrimoniali di Rocco Schirripa, avvenuta ai sensi dell’articolo 2 ter della Legge 575/65, era stata disposta con i decreti del Tribunale di Torino - Sezione Misure di Prevenzione - nel 1994 e nel 1996, decreti emessi a seguito della proposta di applicazione della misura di prevenzione avanzata dal Questore di Torino. Negli atti conclusivi del procedimento veniva ben evidenziata dall’Autorità giudiziaria la vicinanza di Schirripa alla famiglia Belfiore nonché descritto il suo lungo curriculum criminale.
Nel 2015, poi, a seguito di indagini condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Torino, l’arresto per il delitto Caccia, delitto per cui Domenico Belfiore era già stato condannato all’ergastolo come «mandante».

Ecco cosa accadrà ora

Un tentativo di sgombero era già stato effettuato nel 2015, ma in quell’occasione le forze dell’ordine erano state costrette a tornare sui propri passi in quanto era ancora pendente un ricorso al Consiglio di Stato, presentato dopo la sentenza del Tar (datata 2013) a cui Schirripa si era rivolto in seguito all’ordine di sgombero presentato nel 2001 dall’Agenzia del Demanio (sostituita per queste funzioni nel 2010 dall’Anbsc).
Le chiavi della villa saranno molto probabilmente consegnate al sindaco di Torrazza, Massimo Rozzino, che ha già detto di voler destinare la struttura a sede della biblioteca, centro giovani e Casa delle associazioni.

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