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Stalker condannato a un anno e sei mesi

Aveva sconvolto la vita della vittima

Stalker condannato a un anno e sei mesi
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Un uomo di 50 anni, residente in Lombardia, è stato condannato dal Tribunale di Ivrea per stalking ad un anno e 6 mesi con rito abbreviato. La vittima, una 46enne residente nel Canavese, si è costituita parte civile con l’avvocato Salvina Gattuso del Foro di Torino.

Stalker condannato a un anno e sei mesi

La sentenza è stata pronunciata nel marzo scorso dal Gup, Valeria Rey, disponendo anche un risarcimento provvisionale alla donna. I fatti risalgono al 2015 e si sono protratti per oltre 7 anni. Utilizzando i social, molto spesso con profili falsi, l’uomo ha ripetutamente perseguitato la vittima ed anche i suoi amici.
Nonostante la 46enne gli avesse chiesto più volte di interrompere i contatti, l’uomo ha continuato ad interferire nella sua vita ed in alcune occasioni ha anche cercato di avvicinarla di persona, pernottando per qualche giorno nei B&B della zona, al fine di riuscire ad incontrarla.
Esasperata dalle continue attenzioni moleste dell’uomo, nonché turbata per i continui tentativi anche tramite i suoi contatti - l’uomo con amici e conoscenti si «spacciava» per un suo ex al fine di carpire informazioni sui suoi spostamenti e sulla sua vita privata - nell’autunno del 2020 la donna ha sporto una denuncia per molestie ai carabinieri. Inutile.

Aveva sconvolto la vita della vittima

Nonostante il 50enne sia anche stato convocato nella caserma del suo paese di residenza, non ha desistito. Anzi. Ha ripreso con ancora più insistenza e petulanza a contattare la donna tramite social e mail. Nel 2022 la situazione è diventata ancora più preoccupante: nel corso dell’estate l’uomo ha iniziato di nuovo con frenesia a contattare persone vicine alla donna, dai colleghi di lavoro agli amici, addirittura la panettiera del paese, dove vive, ed è pure riuscito a rintracciare una vicina di casa della donna. L’intento era sempre lo stesso: chiedere informazioni sugli spostamenti della donna e particolari sulla sua vita privata. La 46enne preoccupata si è rivolta allora ad un legale ed ha presentato un’integrazione alla prima denuncia per molestie.
Nel frattempo, il 50enne per la terza volta ha organizzato un viaggio di qualche giorno in Canavese, questa volta a Ivrea, alla fine di luglio. Ed anche in tal caso, per prenotare un B&B ha molestato alcuni conoscenti della donna, ignari che l’uomo non fosse un amico, bensì uno stalker.
Nonostante sia arrivato in città, senza riuscire nel suo intento, poiché la 46enne avvisata per tempo, aveva disdetto tutti i suoi appuntamenti, l’uomo non ha mollato la presa. Ad agosto ha contattato altri amici della donna e cercato di persuaderne uno a fissare un appuntamento, affinché potesse però essere lui ad andare all’incontro con la 46enne.

Presentato ricordo

E’ stato necessario l’intervento del Gip per fermare l’uomo: a settembre è stata infatti disposta un’ordinanza restrittiva mentre l’indagine è proseguita per stalking. Nell’autunno del 2023 è stata poi fissata la prima udienza ed il processo si è concluso nel marzo scorso con la sentenza di primo grado.
«Il Gup ha riconosciuto come le condotte dell’imputato possano essere integrate al reato di stalking - commenta l’avvocato Gattuso - E ne ha individuate anche due specifiche fra le cinque definite dalla criminologia». Ed il legale aggiunge: «I sette anni di ansia e angoscia patiti, obbligando la donna a cambiare anche le sue abitudini di vita con danno per la sua attività lavorativa, non lasciano dubbi e trovano non meno riscontro nelle testimonianze dei colleghi, degli amici e dei conoscenti, contattati ripetutamente dall’uomo, e sentiti durante le indagini».
Il 50enne, però, non si è «arreso». Nonostante si sia avvalso fin dall’inizio della facoltà di non rispondere e non abbia tanto meno mostrato cenni di ravvedimento o pentimento sulle sue azioni persecutorie, ha già presentato ricorso davanti alla Corte di appello del Tribunale di Torino.

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