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Stop allo sci, impianti chiusi fino al 5 marzo

Critico il presidente della Regione Alberto Cirio.

Stop allo sci, impianti chiusi  fino al 5 marzo
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Stop allo sci sino al 5 marzo 2021, data di scadenza del Dpcm 14 gennaio 2021. Il provvedimento è stato firmato dal ministro Speranza.

Stop allo sci

Il ministro della Salute Roberto Speranza  firma il provvedimento che vieta lo svolgimento delle attività sciistiche amatoriali fino al 5 marzo 2021, data di scadenza del Dpcm 14 gennaio 2021.  Il ministro infatti accoglie gli inviti arrivati dal Comitato tecnico scientifico.

La decisione mette definitivamente a terra le speranze di un intero settore, e ancora una volta chi ha fatto investimenti fidandosi delle regole scritte dal governo si trova spiazzato all'ultima ora da un improvviso dietro front.

Il commento di Bussone sullo stop allo sci

"Il blocco dello sci di stasera per domani è gravissimo. La stagione è finita, per molti operatori che in questi istanti mi hanno confermato che non apriranno più. Il NO all'apertura degli impianti, arrivato in questi minuti dal Governo, non trova d'accordo i Comuni montani, insieme a tutti gli operatori economici. Abbiamo buttato al vento milioni di euro in quest'ultima settimana.  - Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem - Uno spreco. Ora contiamo i danni. Che in settimana dovranno essere rimborsati con adeguati ristori. Per il personale serve immediatamente un'indennità, la cassa integrazione. Il Governo Draghi si attivi immediatamente".

Regione critica

Critico il presidente della Regione Alberto Cirio:

“Sono allibito da questa decisione che giunge a poche ore dalla riapertura programmata per domani. Il Comitato tecnico scientifico nazionale soltanto dieci giorni fa, il 4 febbraio, aveva stabilito che in zona gialla da lunedì 15 si sarebbe potuto sciare. Su queste direttive il Piemonte si è mosso, nel rigoroso rispetto delle regole. Regole che non possono cambiare tutte le settimane. E, soprattutto, i dati aggiornati sulla situazione epidemiologica sono in possesso del Cts e del Governo da mercoledì. Mi chiedo se non fosse il caso di fare queste valutazioni prima, invece di aspettare la domenica sera. È una mancanza di rispetto inaccettabile da parte dello Stato che dovrebbe garantire i suoi cittadini, non vessarli. Parliamo di imprese che hanno già perso un intero anno di fatturato, messe in ginocchio dalla pandemia e che hanno usato gli ultimi risparmi, ammesso di averli ancora, per anticipare le spese necessarie alla riapertura. In questi giorni è stato assunto personale, sono state battute le piste, pre-venduti i biglietti e prese le prenotazioni. Come si può pensare di cambiare idea la sera prima? I palazzi romani sono ancora sulla terra o si sono trasferiti su un altro pianeta? La prudenza, fin dall’inizio di questa terribile emergenza sanitaria, è stata nella mia regione la guida, così come il rispetto delle regole. Abbiamo assunto spesso decisioni più restrittive, consapevoli del sacrificio che chiedevamo ma anche del bisogno di tutelare la vita. E anche in questo caso abbiamo atteso diligentemente le decisioni del governo, prima di intervenire con una mia ordinanza, che aveva comunque limitato la capienza degli impianti al 30%. Oggi cambia tutto. Ciò che contesto non è il merito, ma il metodo. Chi li pagherà i danni? Come se quelli già subiti non fossero abbastanza. Mi attiverò immediatamente per quantificarli e ho già convocato per domani una giunta straordinaria, perché il mondo della neve del Piemonte non può rimanere solo, merita rispetto. Mi aspetto che chi ha preso questa decisione in questo modo, a poche ore dalla riapertura, si faccia carico anche delle conseguenze economiche. Di certo se questo è il modo con cui il nuovo governo pensa di sostenere le nostre imprese e i nostri cittadini, c’è da preoccuparsi fortemente”.

L’ordinanza della Regione

Mercoledì scorso  lo stesso presidente Alberto Cirio aveva annunciato la riapertura degli impianti al 30 per cento della capienza. Ecco quali erano state le sue dichiarazioni:

“Firmeremo per l’autorizzazione della riapertura degli impianti sciistici piemontesi con una capienza del 30%. Ci auguriamo a breve, compatibilmente con la situazione epidemiologica, di poter portare al 50% il provvedimento. Questa iniziativa, ovviamente, procede parallelamente e dipende dai colori conferiti dal Cts alla nostra regione”.

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