CHIVASSO

Svastiche e scritte offensive al centro commerciale

Insulti anche a chi ha la pelle di colore diverso. Gesti sprezzanti da condannare in toto

Svastiche e scritte offensive al centro commerciale
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Sono le 16 di venerdì pomeriggio (16 giugno 2023) quando un gruppo di 4-5 ragazzini, agghindati da bulletti di città, trasformano l’area esterna del centro commerciale di via Caluso nel loro «parco divertimenti» a Chivasso.

Svastiche e scritte offensive al centro commerciale

Sono le 16 di venerdì pomeriggio (16 giugno 2023) quando un gruppo di 4-5 ragazzini, agghindati da bulletti di città, trasformano l’area esterna del centro commerciale di via Caluso nel loro «parco divertimenti» a Chivasso. Infischiandosene degli sguardi lanciati dagli avventori, muniti di gessetti e pennarelli, lasciano sui muri di una cabina elettrica scritte offensive. Svastiche di varie dimensioni e la parola «negro» usata ovviamente in senso dispregiativo.

Sicuramente l’ignoranza è il comune denominatore di questi ragazzotti che a guardarli bene in volto si ha la quasi certezza che neanche sappiano cosa sia una svastica. E soprattutto non ne conoscono il significato. Non hanno certo la consapevolezza di quello che rappresenta quel simbolo, il cui significato religioso è stato poi adottato da vari movimenti antisemiti e dal partito nazionalsocialista tedesco.
Quanto poi a prendersela con chi ha il colore della pelle diverso è indice di un profondo malessere sociale. Evidentemente nelle loro famiglie la cultura dell’eguaglianza non esiste.

Lasciato il centro commerciale, sulla via che costeggia il cimitero un altro gruppetto di bulli cerca di mettere in mostra i muscoli. In tre o quattro se ne vanno a zonzo a torso nudo e con i pantaloni che lasciano scoperto più di quel che dovrebbero.

Insomma complimenti al buon gusto.

Il bullismo in città

Chivasso purtroppo non è nuova a episodi di bullismo.
Per citarne alcuni partiamo dalla bravata di fine anno quando il 30 dicembre una ragazzina è stata presa di mira da due 13enni nel parcheggio sopraelevato del centro commerciale Bennet. E’ stata circondata da un ragazzino e una ragazzina. Il primo l'ha aggredita alle spalle, dandole un calcio e facendola cadere a terra. La seconda, invece, si è scagliata contro, immobilizzandola e picchiandola. Fino a tirarle a lungo, e con violenza, i capelli. E mentre lei provava a difendersi, quello stesso ragazzo l'ha derubata delle scarpe «Air Jordan» che indossava: hanno un valore di circa 130 euro.
Passano pochi mesi e le cronache cittadine raccontano di studenti accerchiati, colpiti con petardi e minacciati. E poi del Movi e dei parchi giochi di via Po e via Mazzè che sono stati vandalizzati.

Il nostro giornale più volte si è occupato delle baby gang in azione nelle scuole. Episodi gravissimi, che sembra impossibile accadano all’interno di una scuola pubblica. E come se non bastasse alle vessazioni nelle aule e nei corridoi si aggiungerebbero aggressioni e intimidazioni anche fuori.

C’è chi ha vietato alla propria figlia di uscire di casa da sola, anche solo per portare a spasso il cane, chi ha dovuto rivolgersi alla psicologa della scuola per superare il trauma di essere continuamente presa di mira dai bulli.
Come dicevamo agiscono anche nei parchi. Il copione è sempre lo stesso insulti, minacce, piccole «estorsioni a cui si aggiungono i lanci di petardi.

Il culmine si è toccato a febbraio al luna park di piazza d’Armi. Ovvero, una baby-gang età 15-16 anni ha prima rapinato due amici di un paio d'anni più giovani e poi ha massacrato il padre di uno di loro che si era avvicinato per chiedere spiegazioni

Già all’epoca lo scrivevamo e oggi lo rifacciamo sperando che qualcuno intervenga. Chivasso non può tollerare tutto ciò: va bene, le telecamere non funzionano, va bene, la polizia locale è impegnata in altre attività, va bene, non ci sono nemmeno più nonni vigile da inviare a «dare un’occhiata», ma non si può nemmeno permettere che a causa di tutte queste mancanze siano dei ragazzini a dettare le regole.

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