TARI, la stangata: rincari medi del 9.5%
Il punto con l'assessore Casalino. Per le famiglie in difficoltà c'è il Bonus Sociale al 25%, ma a pagarlo sono tutti gli altri.

TARI, cosa ci aspetta? La risposta potrebbe non essere così confortante. La spiegazione la lasciamo all’assessore al bilancio del comune di Chivasso, Chiara Casalino. La premessa è che nella Commissione Consiliare di giovedì 17 aprile, si è parlato di TARI per il 2025.
TARI, la stangata: rincari medi del 9.5%
Spiega Casalino «Le tariffe della TARI all’ordine del giorno della Commissione, e che saranno portate in approvazione nel prossimo Consiglio Comunale di fine aprile, sono state calcolate tenendo conto del Piano Economico Finanziario (PEF) per il servizio di gestione dei rifiuti, che è stato aggiornato secondo le regole ARERA (MTR-2) ed approvato dal Consorzio di Area Vasta CB 16 che è l’ente competente in materia, basandosi sui costi consuntivi di due anni precedenti (2022 per il PEF 2024 e 2023 per il PEF 2025)».
La parola a Casalino
Entrando nel dettaglio si è registrato un incremento dei costi fissi (gestione del servizio, spazzamento strade, crediti inesigibili, ecc.) e una diminuzione dei costi variabili (raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti, ecc.). «Quindi fa notare l’assessore: «Ne risulta un incremento medio dei costi complessivi da coprire con la TARI per il 2025 del 9,53%, principalmente a causa della riduzione delle voci che si si sono potute detrarre nel PEF lordo (472.870,00 € nel 2025; 909.439,00 € nel 2024).
Ne deriverebbe un analogo aumento delle tariffe TARI 2025 – che per definizione deve coprire il 100% del costo risultante dal PEF validato – mentre è rimasta invariata la ripartizione tra utenze domestiche e non domestiche (60% domestiche, 40% non domestiche).
Per le utenze domestiche, l'incremento medio delle tariffe oscillerebbe con variazioni non omogenee dovute alla combinazione tra numero di componenti familiari e superficie occupata.
Per le varie categorie di utenze non domestiche, l'incremento medio risultante sarebbe leggermente superiore a quello del PEF, soprattutto a seguito dell’uscita totale/parziale di utenze non domestiche dal servizio pubblico. Per entrambe le tipologie di utenze, peraltro, la differenza rispetto al 2024 si percepirà in misura maggiore in sede di saldo, ossia a dicembre (con conguaglio sull’intero anno)».
Bonus sociale al 25%
Prosegue: «Se il Piano Economico Finanziario definito sulla scorta del metodo MTR-2 regolato da ARERA, l’Authority di settore, non ha margini di manovra per un Comune, altrettante criticità presenta il bonus sociale rifiuti introdotto dal DPCM del 21 gennaio 2025 che prevede una riduzione automatica pari al 25% della TARI per nuclei familiari con ISEE fino a €9.530 o €20.000 (con almeno quattro figli a carico). Anche se l’introduzione del bonus sociale rappresenta un passo importante verso l'equità sociale (soprattutto per quei Comuni in cui non sono già previste agevolazioni finanziate con fondi propri di bilancio), offrendo agevolazioni alle famiglie in difficoltà economica, la modalità del suo finanziamento a carico della totalità delle utenze domestiche e non domestiche comporterà un ulteriore incremento degli avvisi di pagamento della TARI.
Tuttavia, emergono alcune criticità in termini anche solo di tempistiche strette - il bonus è retroattivo dal 1° gennaio 2025, ma le regole operative non sono ancora definite, creando difficoltà di sua applicazione per i Comuni - e problemi di riscossione: I Comuni devono anticipare i fondi sulla base delle bollette emesse, anche in caso di mancato pagamento da parte degli utenti».
Chiesto un rinvio
Conclude: «In merito Anci, l'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani ha chiesto il rinvio dell'applicazione del bonus al 2026, per consentire un adeguamento organizzativo ed evitare impatti ulteriori sulla TARI. In questo contesto l’Amministrazione di Chivasso proporrà comunque di voler mantenere, o addirittura incrementare, le agevolazioni già previste dal nostro Regolamento, che sono superiori a quelle introdotte da ARERA».