TORRAZZA PIEMONTE

Tav, il caso smarino arriva in Parlamento

Jessica Costanzo ha infatti depositato un'interrogazione.

Tav, il caso smarino arriva in Parlamento
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Il caso dell’arrivo dello smarino a Torrazza Piemonte approda in Parlamento. La deputata del Movimento 5 Stelle Jessica Costanzo ha infatti depositato un'interrogazione parlamentare sul tema al Ministero dell'Ambiente visto che anche Torrazza è tra i Comuni interessati dal progetto di realizzazione del Tunnel di Base del TAV come sito di deposito definitivo delle terre e rocce da scavo nonostante l'intero territorio sia ormai da decenni caratterizzato da un notevole carico ambientale per la presenza di attività di cava e di discarica.

Tav, il caso smarino arriva in Parlamento

Il caso dell’arrivo dello smarino a Torrazza Piemonte approda in Parlamento. La deputata del Movimento 5 Stelle Jessica Costanzo ha infatti depositato un'interrogazione parlamentare sul tema al Ministero dell'Ambiente visto che anche Torrazza è tra i Comuni interessati dal progetto di realizzazione del Tunnel di Base del TAV come sito di deposito definitivo delle terre e rocce da scavo nonostante l'intero territorio sia ormai da decenni caratterizzato da un notevole carico ambientale per la presenza di attività di cava e di discarica.

L'intervento di Costanzo

«L'interrogazione nasce dalla preoccupazione di molti cittadini di Torrazza che hanno chiesto di far sentire la loro voce e prende le mosse dalla delibera di giugno 2020 della Città Metropolitana, in cui si affermava come "il nuovo progetto rappresenta inequivocabilmente un impatto negativo aggiuntivo su un contesto ambientale e insediativo già fortemente compromesso" - spiega Costanzo - Conosciamo la sensibilità ambientale del Ministro Costa e a lui ci rivolgiamo per chiedere di valutare nuovamente l'impatto del deposito di smarino sul territorio di Torrazza. Occorre accertare se il nuovo progetto, che introduce un sistema di trasferimento delle terre e rocce da scavo dai convogli ai nastri trasportatori, preveda le medesime e allarmanti volumetrie di deposito nel sito di Torrazza riportate nel Progetto Definitivo Cipe del 2015 o se non addirittura impatti aggiuntivi».

«Il tema del deposito di rifiuti di scavo è quanto mai attuale: - spiega ancora la deputata - credo che il Ministero dell’ambiente debba prendere di petto la questione e verificare con attenzione ogni possibile ripercussione. Pensiamo ad esempio al maxi cantiere di Salbertrand, dove Telt aveva previsto un deposito per i residui di scavo e una fabbrica per lavorare il calcestruzzo. Anche lì si tratta di un territorio in cui, da molti anni, giacciono cumuli di rifiuti (con scarti di lavori dell’autostrada del Fréjus), di cui uno impregnato di amianto. Ora pare che si opterà per una variante che consenta di ospitare a Susa un altro cantiere con materiali di scavo del tunnel di base del Tav. Queste decisioni non possono essere assunte alla leggera, ma vanno analizzate con tutti i dovuti accorgimenti».

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