Tempio crematorio degli orrori: "Più bare bruciate nello stesso momento"
Le indagini partite a settembre.
«Una lugubre catena di montaggio della morte ai fini di lucro». Così, il procuratore capo della Repubblica, Teresa Angela Camelio, ha definito la presunta attività illecita della Socrebi a Biella.
Il Tempio degli orrori: indagine in un mese
L’indagine è partita il 20 settembre. È stata coordinata dallo stesso Procuratore e condotta dalla sezione di Polizia giudiziaria aliquota carabinieri che opera nella stessa Procura, comandata dal luogotenente Tindaro Gullo. Il materiale probatorio è enorme e ha portato il Gip a firmare l’ordinanza di sequestro e quella di arresto del titolare della società, Alessandro Ravetti, nonché di un dipendente, Claudio Feletti, 56 anni, di Ponderano. I due sono accusati dei reati di distruzione e soppressione di cadavere e violazione di sepolcro. Solo a Ravetti viene contestata anche l’istigazione alla corruzione per aver dato dei soldi a un dipendente pubblico per fargli smaltire ceneri e resti di corpi come rifiuti.
Tolto zinco delle bare per guadagnare tempo e soldi
Bruciate bare insieme, ceneri mischiate
Spesso, per recuperare tempo, sarebbero state bruciate due bare per volta. Le ceneri si sarebbero pertanto mescolate anche nelle urne cinerarie consegnate ai familiari dei defunti che pregherebbero pertanto per le ceneri non dei loro cari. Oltre al lavoro di osservazione diretto, i carabinieri si sono avvalsi dell’aiuto prezioso di microcamere che sono state piazzate nei punti strategici del forno e che hanno fornito filmati definiti dal Procuratore di «una crudezza allarmante».
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