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Trova un telefono nel parcheggio, ricatta chi lo ha perso e picchia un Carabiniere

Pomeriggio di follia davanti a un supermercato di Caluso

Trova un telefono nel parcheggio, ricatta chi lo ha perso e picchia un Carabiniere
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Ha davvero dell’incredibile quanto successo nel pomeriggio di mercoledì 11 dicembre nel piazzale di un supermercato di Caluso.
Tutto ha inizio quando un commerciante di Chivasso, finita la spesa, si dirige verso la propria auto spingendo il carrello. A un certo punto, il cinquantenne nota che due ragazzi lo stanno seguendo, ma non ci dà peso perché sono gli stessi che da tempo stazionano nell’area offrendo un po’ di aiuto in cambio di qualche spicciolo.

Trova un telefono nel parcheggio, ricatta chi lo ha perso e picchia un Carabiniere

«Arrivato accanto alla mia auto - racconta il commerciante - uno dei due, di nazionalità bengalese, ha richiamato la mia attenzione dicendomi che mi era caduto il cellulare, subito raccolto dall’altro ragazzo (di origine africana) che invece di restituirmelo l’aveva nascosto in tasca.
Quest’ultimo si è quindi allontanato da noi, tornando accanto alla postazione dei carrelli.
Con l’altro telefono ho iniziato a comporre il numero di quello che mi era caduto, e a un certo punto l’ho sentito squillare nelle mani del ragazzo che, senza perdere tempo, mi ha detto “Se lo rivuoi mi devi pagare perché devo mangiare”, chiedendomi poi dieci euro.
Se non avessi pagato, addio telefono.

La chiamata al 112

A questo punto non ho potuto far altro che chiamare il 112, ma mangiata la foglia il ragazzo è scappato nel boschetto che circonda il supermercato, tornando poi come se niente fosse accanto ai carrelli.
Arrivata la pattuglia, con il ragazzo del Bangladesh (che mi è sempre stato accanto per darmi una mano) sono andato nel boschetto, e continuando a chiamare l’altro numero sono riuscito a ritrovare il telefono, nascosto sotto delle foglie ai piedi di un albero».
Contemporaneamente, il giovane africano (denunciato per estorsione dal commerciante) si sarebbe scagliato contro uno dei Carabinieri intervenuti, rifiutandosi di fornire le proprie generalità e dando poi un nome falso, rendendo quindi inevitabile l’arresto. Ora si trova agli arresti domiciliari in attesa dei provvedimenti della Magistratura eporediese: si tratta di un richiedente asilo di 28 anni, originario della Nigeria e domiciliato a Mercenasco.

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