chivasso e collina

Truffe, ora entrano nelle case per cercare l'acqua contaminata dal Covid-19

Non ha limite la «vile fantasia» di personaggi senza scrupoli che cercano le loro vittime soprattutto tra gli anziani.

Truffe, ora entrano nelle case per cercare l'acqua contaminata dal Covid-19
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Truffe, ora c’è l’acqua contaminata dal Covid19. Nel Torinese arrestati tre uomini che si sono spacciati per tecnici del Gas facendosi poi pagare con il bancomat. Dall’Arma arriva un decalogo.

Truffe, vogliono entrare nelle case con la scusa dell'acqua contaminata dal Covid19

Prima la tensione dell’energia elettriche che rovina l’oro, poi la necessità di interromperla, la linea, per effettuare dei lavori, ora addirittura i controlli per evitare la presenza di Coronavirus nell’acqua potabile.
Non ha limite la «fantasia» (per quanto vile) dei truffatori che da settimane stanno battendo il territorio alla ricerca di potenziali vittime.
Non passa giorno senza che, sui social e nei gruppi di paese, qualcuno lanci l’allarme. L’ultimo arriva da Verrua Savoia, dove lunedì è apparso un falso tecnico dell’acquedotto che ha tentato di introdursi in più abitazioni con la scusa, appunto, di controllare i contatori dopo le «recenti piogge» per essere sicuri che non ci fossero tracce di Covid-19. A Chivasso, nella zona dei viali, è stata segnalata ai carabinieri del Capitano Luca Giacolla la presenza del motociclista già avvistato, nelle scorse settimane, a Castelrosso, Verolengo e Monteu da Po. Spacciandosi per un tecnico di una compagnia elettrica, ha cercato di introdursi in un palazzo suonando a tutti i campanelli, e dicendo agli anziani di aver «Già parlato con la signora di sotto».

Ora hanno anche il «Pos»

Emblematico il caso avvenuto pochi giorni fa a Carmagnola, dove tre bresciani hanno truffato un anziano presentandosi come tecnici del Gas incaricati di installare un dispositivo di sicurezza obbligatorio per la rilevazione del gas. Sono riusciti a convincere l’anziano a sottoscrivere un contratto assolutamente falso con il quale s’impegnava ad acquistare il dispositivo (di fatto non funzionante) per un costo di 59 euro.
I tre truffatori hanno, quindi, utilizzato un POS mobile per eseguire un’operazione di 598 euro, anziché di 59 euro. I tre sono stati arrestati, e l’Arma invita  le vittime di analoghi episodi, effettuati con questa tecnica, di contattare i carabinieri di riferimento.

Non aprite quella porta

Dalle Forze dell’Ordine arriva un decalogo per evitare questo genere di truffe: non aprite agli sconosciuti e non fateli entrare in casa; non mandate i bambini ad aprire la porta; comunque, prima di aprire la porta, controllate dallo spioncino e, se avete di fronte una persona che non avete mai visto, aprite con la catenella attaccata; in caso di consegna di lettere, pacchi o qualsiasi altra cosa, chiedete che vengano lasciati nella cassetta della posta o sullo zerbino di casa; prima di farlo entrare, accertatevi della sua identità ed eventualmente fatevi mostrare il tesserino di riconoscimento; nel caso in cui abbiate ancora dei sospetti o c'è qualche particolare che non vi convince, telefonate all'ufficio di zona dell'Ente e verificate la veridicità dei controlli da effettuare. Attenzione a non chiamare utenze telefoniche fornite dagli interessati perché dall'altra parte potrebbe esserci un complice; tenete a disposizione, accanto al telefono, un'agenda con i numeri dei servizi di pubblica utilità ; non date soldi a sconosciuti che dicono di essere funzionari di Enti pubblici o privati di vario tipo; mostrate cautela nell'acquisto di merce venduta porta a porta; se avete aperto la porta ad uno sconosciuto e vi sentite a disagio, inviatelo ad uscire dirigendovi con decisione verso la porta.

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