Una famiglia distrutta dal Covid19
Ausilia Bazzan e Antonio Ferzola sono mancati a pochi giorni di distanza.
Il Covid19 ha distrutto un’altra famiglia, l’ennesima di Crescentino. Tre figli oggi piangono i loro genitori mancati a distanza di pochi giorni l’una dall’altra. Entrambi per via della pandemia, nonostante abbiano sempre rispettato le indicazioni anticontagio.
Famiglia uccisa dal Covid-19
Ausilia Bazzan e Antonio Ferzola avrebbero festeggiato oggi, domenica 6 giugno i loro primi 50 anni di matrimonio. Un traguardo che non hanno potuto raggiungere perché il destino con loro è stato crudele.
Il ricordo della figlia Lisa
«Mia mamma è stata ricoverata all’ospedale di Casale Monferrato, dove ha trascorso quindici giorni con il casco. - racconta la figlia Lisa - Poi sembrava migliorare invece, a causa di un’emorragia interna, è stata spostata al nosocomio di Alessandria perché a Casale non sono riusciti a fermarla, non avevano l’attrezzatura adatta. Ha perso molto sangue, era debilitata dal Covid e una volta giunta ad Alessandria è stata trasferita a Tortona per mancanza di posti letto: altro che ospedali vuoti. E poi è mancata.
Mio papà invece ha preso il Covid e nel mentre ha avuto un’ischemia che gli ha lesionato il lato destro del cervello, non deglutiva più e aveva perso la parola. Anche lui è stato ricoverato a Casale poi, in seguito ad Ovada. Una volta negativizzato lo hanno spostato di nuovo a Casale nel mentre ha preso un altra polmonite virale ed è mancato. Anche lui era debilitato a causa del Covid19. Mia mamma è mancata il 10 maggio, lui il 26: in un mese persi entrambi i miei genitori».
Un grande dolore
Un dolore immenso che ha sconvolto questa famiglia molto conosciuta, non solo a Crescentino.
Ausilia, infatti, insieme alla famiglia gestiva la trattoria Fuorimano di Moncestino che avevano aperto nel 1995: cucina tipica piemontese ed erano famose per il fritto misto piemontese. Ma prima di aprire questo locale in collina, Ausilia aveva gestito, con un’altra famiglia, “Da Bruno” il locale crescentinese che poi ha cambiato nome in “Il Vichingo” senza contare i trent’anni di lavoro nella gastronomia della città, Bordino.
Antonio, invece, aveva lavorato sino al raggiungimento della pensione nello stabilimento Teksid di Crescentino e si occupava anche della raccolta del ferro nel territorio.
Due grandi persone che hanno lasciato il segno
«I miei genitori si sono conosciuti a Trino da ragazzi – racconta la figlia - Poi si sono trasferiti a Crescentino dove hanno vissuto per vent’anni.
Mia mamma era una persona molto solare, sempre con il sorriso, ed una parola buona per tutti. Sempre pronta all'ascolto, una gran lavoratrice che però non si è goduta per niente la sua pensione visto che il Covid me la portata via.
Mio papà, anche lui un gran lavoratore, era una persona di poche parole, non era un gran chiacchierone ma mia mamma parlava per entrambi».
Ausilia si è spenta all’età di 67 anni mentre Antonio a quella di 74 anni lasciando un grande vuoto nella vita dei figli Lisa con Ivan, Marco, Luca con Giulia, e delle adorati nipoti Matilde, Gabriele e Sara.