TORRAZZA PIEMONTE

Una raccolta fondi in ricordo di una delle vittime del Covid

Pinuccia Crapanzano è scomparsa all'età di soli 43 anni. 

Una raccolta fondi in ricordo di una delle vittime del Covid
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Una raccolta fondi in ricordo di una delle vittime del Covid, Pinuccia Crapanzano scomparsa all'età di soli 43 anni.

Una raccolta fondi in ricordo di una delle vittime del Covid

Era il tardo pomeriggio di giovedì 2 aprile 2020 quando a Torrazza Piemonte arriva la notizia della scomparsa, all’età di soli 43 anni, di Pinuccia Crapanzano.
Pinuccia è stata la prima vittima del Covid19 di questa piccola comunità che la sera stessa della sua scomparsa ha deciso di accendere una candela in suo ricordo. Il paese si è immediatamente illuminato per ricordare questa giovane mamma vittime della pandemia.

Le parole del sindaco

E oggi, a quasi anno dalla sua scomparsa, che ha lasciato un grande vuoto all’interno di questa realtà, il marito Zeno Notaro insieme alla famiglia ha voluto lanciare una bellissima raccolta fondi in memoria della loro Pinuccia come spiega il marito stesso sui social: «Presso il salone da parrucchiera di Marzia Dario di Torrazza e la pizzeria “Miseria e Nobiltà” di Saluggia trovate una scatola per la raccolta fondi in memoria di mia moglie Pinuccia Crapanzano. Per chi volesse partecipare l’offerta è completamente libera e sarà interamente devoluta al comune di Torraza Piemonte grazie anche alla disponibilità del sindaco Massimo Rozzino. Grazie a tutti coloro che prenderanno parte a questo piccolo gesto».
Un gesto di cui va molto fiero anche il primo cittadino di Torrazza che spiega: «Il marito ci ha proposto questa iniziativa che noi abbiamo accolto con gran gioia in ricordo della nostra compianta concittadina.
Al momento ancora non abbiamo un progetto definitivo di quello che sarà realizzato con la somma di denaro che ci verrà donato ma, stando alle indicazioni del marito, sarà certamente qualcosa che resterà alla comunità, al paese.
La scomparsa di Pinuccia è stato un grosso colpo per il nostro paese e io, come sindaco, visto che il marito e i figli erano in quarantena, ho autorizzato il passaggio del feretro a casa perché loro potessero salutarla per l’ultima volta. Era la cosa più giusta da fare anche per i due figli».

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