Uniti si può, l'evento per la Giornata mondiale della Salute Mentale

Un appuntamento per parlare di stereotipi e pregiudizi a Settimo. 

Uniti si può, l'evento per la Giornata mondiale della Salute Mentale
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Uniti si può, l'evento per la Giornata mondiale della Salute Mentale. Un appuntamento per parlare di stereotipi e pregiudizi, organizzato da PsicoPoint e +Diritti.

Uniti si può

«Visto da vicino nessuno è normale», è il provocatorio motto scelto da Psico Point e +Diritti per la Giornata mondiale della Salute Mentale. In tale occasione, sarà organizzato un evento che vuole essere di stimolo e di riflessione contro le differenze e il pregiudizio. «Uniti si può», ribadisce Diego Menchi, tra gli organizzatori dell’appuntamento di giovedì 10 ottobre alle 18, presso la sala consiliare.

Il programma

Psico Point e +Diritti, in collaborazione con il Comune di Settimo e l'Asl To4, proporranno quindi un'occasione di confronto pubblico, in cui si racconteranno testimonianze di accoglienza e strategie di inclusione efficaci nella lotta all'isolamento e al pregiudizio. Tanti gli ospiti che saranno intervallati dalla proiezione del video "Il manicomio dei bambini", le testimonianze delle famiglie che hanno aderito al progetto Iesa, la presentazione del Recovery College e l’illustrazione del lavoro portato avanti negli ambulatori del Centro Salute Mentale di Settimo. 

Il Recovery College

«Dopo sette anni di incertezze per una legge regionale a lungo contestata, i progetti di inclusione nell’ambito della salute mentale sono fermi - spiega -. Durante l’evento sarà presentato il progetto del Recovery College che potrebbe essere proposto a Settimo, integrando con la comunità in cui si vive». Settimo, infatti, da tempo viene presa come modello di riferimento nel campo della salute mentale.

«Durante la settimana - aggiunge Umberto Salvi, consigliere comunale delegato alla Sanità - arriveranno in città alcuni brasiliani per studiare l’esempio di comunità appartamento che qui ha eccellenti risultati. In passato, avevano fatto visita un gruppo dalla Bielorussia per riportare alcune progettualità del “Modello Settimo” da loro: alcune persone erano state reintegrate. Questo dimostra che la nostra città rappresenta un’attrattiva per chi vive a stretto contatto con la malattia». 

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