Vandali colpiscono il castello e il murales
Si tratta di danni ancor più esecrabili dal momento che hanno interessato beni dedicati a cittadini oramai deceduti, andando a colpire una memoria che non andrebbe scalfita neppure con un dito.

La piaga degli atti vandalici non si ferma e nel periodo di Ferragosto i vandali hanno colpito più volte il patrimonio pubblico. Si tratta di danni ancor più esecrabili dal momento che hanno interessato beni dedicati a cittadini oramai deceduti, andando a colpire una memoria che non andrebbe scalfita neppure con un dito.
Vandali colpiscono il castello
La piaga degli atti vandalici non si ferma e nel periodo di Ferragosto i vandali hanno colpito più volte il patrimonio pubblico. Si tratta di danni ancor più esecrabili dal momento che hanno interessato beni dedicati a cittadini oramai deceduti, andando a colpire una memoria che non andrebbe scalfita neppure con un dito. Un gesto è il danno alla panchina donata dai coscritti del 1952 a nonna Sandra, posizionata nel parco del castello. Sandra Prono, «Prunin», mancata alcuni mesi fa, è stata una donna estremamente dedita al volontariato locale, una delle «nonne» volontarie che si occupavano della sorveglianza dei bimbi che giocavano al parco del castello. La panchina rappresenta perciò il luogo simbolo del suo volontariato, una panchina di cui i ragazzini che frequentano il castello sono stati in grado di piegare le gambe. «Purtroppo neppure le telecamere hanno permesso di rintracciare i colpevoli- riferisce il Vicesindaco Paolo Minetti- Mi auguro che un gesto simile non accada mai più».
Colpito anche il murales
L’altro gesto vandalico è l’imbrattamento del murale realizzato sulle mura adiacenti alla scuola primaria «Sandro Pertini» di via Caffaro dedicato a Giuseppe Prono, il più giovane partigiano della Divisione Garibaldi fucilato dai fascisti nel 1944 nella cittadina di Ceres. «Mi sono accorto - spiega il cittadino Michele Racco- che il ritratto di Giuseppe Prono sfoggiava un «rossetto» non previsto dal bozzetto originale, oltre ad altri piccoli disegni di particolari anatomici assai simili ai volti dei loro disegnatori. Altre piccole scritte comparivano, a vanvera, qua e là. Sembrerà paradossale ma c’è da ringraziare quel piccolo manipolo di writers che con il loro pur deprecabile comportamento fanno sì che il dipinto sia in costante manutenzione. Tuttavia, mi sento in dovere di appellarmi a coloro che usano, giustamente, il gradone come panchina per invitarli a non insistere, riflettendo bene sul fatto che così agendo insultano la memoria di un ragazzo diciannovenne che, oltre settantacinque anni orsono, diede la sua vita anche per la loro libertà. Ragazzi, ragazze, pensateci bene prima di impugnare un pennarello, e usarlo male e nel posto sbagliato». Anche in questo caso non sono stati individuati i responsabili di tale gesto.