LE INDAGINI

Vendeva kit test anticorpi senza autorizzazione

Torinese rischia sanzioni per 130.000 euro.

Vendeva kit test anticorpi senza autorizzazione
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Coronavirus, vendeva kit test anticorpi senza autorizzazione. Torinese rischia sanzioni per 130.000 euro.

Vendeva kit test anticorpi senza autorizzazione

“www.mascherineTorino.it”: Questo il sito web dove venivano pubblicizzati e venduti “Kit test anticorpi” per il COVID19. Peccato però che i tutti i dispositivi in vendita fossero privi di ogni sorta di autorizzazione medica da parte delle autorità sanitarie Italiane. Un trentenne italiano rivendeva i prodotti attraverso un sito internet creato ad hoc. “…sono per uso personale... la mia è un’attività di studio sui prodotti…”. Queste le sue parole.

La Guardia di Finanza di Torino, dopo una breve indagine, ha scoperto che l’uomo, residente nel torinese, acquistava da una società cinese i kit test anticorpi covid19, che sarebbero serviti, secondo quanto reclamizzato, a testare la presenza o meno di anticorpi al virus.

L'operazione

Ingegnosa l’attività di marketing scoperta dai Finanzieri del Gruppo Torino. Una volta giunti in Italia, l’uomo piazzava i dispositivi medici su un sito web realizzato per l'occasione, dove, nel dettaglio ne descriveva l’utilità e promuoveva la loro vendita. Dal sito web, con una serie di passaggi, si accedeva ad un contatto telefonico riconducibile allo stesso soggetto il quale, dopo aver raccolto l’ordine, recapitava i prodotti direttamente al domicilio dell’acquirente.

Tutti i kit, come detto, erano commercializzati e reclamizzati al pubblico senza alcuna autorizzazione del Ministero della Salute nonché sprovvisti delle previste certificazioni CE, necessarie a garantirne l’attendibilità.

Rischio sanzione

Un centinaio i test anticorpi COVID19 sequestrati mentre il trentenne, senza un’occupazione fissa, è stato sanzionato per aver immesso in commercio i dispositivi medico-diagnostico in vitro senza alcuna certificazione nonché per aver pubblicizzato gli stessi senza autorizzazione. Rischia sanzioni sino a 130.000 euro.

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