Un Agente della Polizia Locale di Chivasso, assunto nel 2022 e ora sospeso dal servizio, è stato denunciato per «Accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico» e per «Detenzione, diffusione e installazione abusiva di apparecchiature, codici e altri mezzi atti all’accesso a sistemi informatici o telematici».
Vigile o… «hacker»?
Giovedì 25 settembre, facendo propria la «proposta» firmata ventiquattro ore prima dai dirigenti di Palazzo Santa Chiara, la Giunta guidata dal sindaco Claudio Castello ha deciso per la costituzione di Parte Civile al processo che si aprirà il prossimo 31 ottobre, in Tribunale a Torino, con l’udienza preliminare in Camera di Consiglio.
Secondo le accuse, che dovranno poi ovviamente essere confermate in aula, sembra che l’agente (per cui la Procura della Repubblica di Torino aveva presentato richiesta di rinvio a giudizio lo scorso 26 agosto) si sia introdotto nel Pc della responsabile del personale di Palazzo Santa Chiara per verificare eventuali provvedimenti disciplinari a suo carico (tra l’agente e il Comune sarebbe pendente un fascicolo davanti al Tribunale del Lavoro di Ivrea). Stando alle accuse l’agente avrebbe anche passato al setaccio le mail intercorse tra la dirigente e il suo comandante, Marco Lauria. Non è chiaro, al momento, se le mail siano state solo lette o se l’agente ne abbia anche inviate «conto terzi» con tutte le problematiche del caso.
Dirigenti e amministratori mantengono il massimo riserbo sulla vicenda, giudicata «imbarazzante» anche perché ha messo in luce falle sul sistema di protezione dei dati contenuti nei Pc di Palazzo Santa Chiara. Dati sicuramente sensibili (dai verbali per le violazioni al codice della strada agli abusi edilizi, alle richieste di contributi economici ai documenti protetti dalla privacy) che coprono tutta la vita dei chivassesi, e che a quanto sembra è riuscito a «bucare» un civich da poco in servizio in città.