Violenza in carcere: detenuto cerca di strangolare un agente

Ennesimo atto preoccupante, i sindacati chiedono interventi immediati.

Violenza in carcere: detenuto cerca di strangolare un agente
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Nuovo episodio di violenza nel carcere di Vercelli, che fa seguito ad altri atti di violenza. La denuncia arriva ancora una volta del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, per voce del vice Segretario Regionale del Piemonte, Mario Corvino. Come riporta PrimaVercelli.it 

Minacce e aggressioni in carcere

Ieri, martedì 18 ottobre 2022, presso il carcere di Strada Vicinale del Rollone, un detenuto straniero ha aggredito verbalmente, il poliziotto in servizio nella Sezione che lo aveva invitato a recarsi sul piano di appartenenza per poi essere impiegato nei servizi di volontariato. Prontamente è intervenuto un altro Agente per placare la tensione, fermandolo in tempo proprio quando il detenuto stava per lanciare contro al primo poliziotto il carrello della spesa. Il detenuto ha quindi  minacciato a morte il secondo agente per poi arrivare a tentare di strangolare il secondo poliziotto. L’agente è poi dovuto ricorrere alle cure dell’infermeria del carcere, ma quel che è avvenuto è gravissimo.

"Il collasso del sistema penitenziario"

“Siamo al collasso del sistema penitenziario e questi eventi stanno facendo statistica”, denuncia Vicente Santilli, segretario regionale SAPPE del Piemonte. “Vercelli è uno degli istituti più problematici d’Italia per quanto riguarda l’alta percentuale di detenuti stranieri e l’alto numero di aggressioni ai danni del personale di Polizia Penitenziaria. Ad oggi non c’è un clima di sicurezza che pure potrebbe garantire maggiore attenzione alle attività quotidiane a tutela del personale di Polizia Penitenziaria di Vercelli”.

"Basta regime a celle aperte"

Per Donato Capece, segretario generale del SAPPE, "Al poliziotto aggredito va tutta la nostra solidarietà e vicinanza. Ma è sotto gli occhi di tutti, Autorità politiche e ministeriali in primis, come servano interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. Ogni giorno nelle carceri italiane succede qualcosa ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre.  Sono decenni che chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene. Ma serve anche più tecnologia e più investimenti: la situazione resta allarmante. I decreti svuota-carceri, che più di qualcuno continua ad invocare ad ogni piè sospinto, da soli non servono: serve una riforma strutturale dell’esecuzione, serve il taser per potersi difendere dai detenuti violenti e la dotazione di body-cam”.

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