Da Foglizzo a Pechino senza usare aerei: il viaggio di Inserra I VIDEO

Intanto il 29enne presenta anche il suo nuovo viaggio.

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Da Foglizzo a Pechino senza usare aerei: il viaggio di Luca Inserra, 29enne che ha passato l'infanzia e l'adolescenza nel paese punto di partenza di questa avventura.

Chi è Inserra?

Luca Inserra ha 29 anni e vive a Foglizzo. Ha passato la sua infanzia ed adolescenza nel paese fino alle scuole medie, trascorrendo le estati al Centro Estivo e i pomeriggi, nel periodo scolastico, al campetto con gli amichetti del tempo.
«Mi sono diplomato come geometra ad Ivrea e laureato al Politecnico di Torino come Ingegnere Edile. Ho trascorso parte del periodo post-laurea viaggiando e facendo qualche esperienza all’estero Ho poi superato l’esame di stato per l’abilitazione alla professione di ingegnere edile. Durante il mio percorso lavorativo ho continuato a viaggiare».
Un grande viaggiatore, come Inserra spiega: «Su tutti, il viaggio che più mi ha segnato è stato il pellegrinaggio sul Cammino di Santiago de Compostela. Un percorso fatto interamente a piedi partendo dai Pirenei fino a Santiago de Compostela ed infine all’Oceano atlantico nella cittadina di Finisterre. E anche da questo mio viaggio che è nata l’idea del progetto Italia - Pechino senza utilizzare aerei».

Da Foglizzo a Pechino senza usare aerei

«Il viaggio dall’Italia a Pechino è la realizzazione di uno dei tanti “sogni nel cassetto” che ho tenuto chiuso per troppo tempo - spiega -. L’idea nasce dalla volontà di affrontare un lungo percorso via terra, in modo lento rispetto l’aereo, in cui per raggiungere la destinazione finale bisogna passare in modo graduale da un paese all’altro e da una cultura all’altra cercando di carpirne la natura e la tradizione. Le caratteristiche del progetti sono quindi state: viaggiare senza prendere aerei ma solo mezzi via terra, entrare in contatto il più possibile con le culture del posto condividendo il viaggio con i locali e infine documentare il viaggio attraverso la realizzazione di un video-documentario. Da Foglizzo fino alla Grande Muraglia Cinese percorrendo la ferrovia più lunga del Mondo, la Transiberiana, quasi 10.000 km percorsi che dire di più. Gli spostamenti sono avvenuti principalmente con treni e bus. Ho preso un bus da Torino a Cracovia. Dopodiché ho raggiunto Varsavia e Mosca utilizzando dei treni regionali e notturni. Qui ho finalmente sperimentato l’esperienza di vivere 4 giorni consecutivi in treno fino al lago Baikal. Ho viaggiato in terza classe per essere a contatto con i russi e questa decisione mi ha permesso di vivere un’esperienza di condivisione autentica, sono stato accolto come uno di loro. Ho poi proseguito verso la Mongolia con un treno notturno e un bus per attraversare il confine tra Russia e Mongolia. Dopodiché ho preso un ultimo treno di lunga percorrenza per raggiungere Pechino».

Cosa ti ha spinto a vivere questa avventura?

«Nasce dalla volontà di vivere un’avventura con un ritmo lento e lontano dai ritmi frenetici che siamo abituati a tenere tutti i giorni. Volevo anche replicare lo stile di viaggio adottato nel cammino, infatti in quell’occasione avevo capito l’importanza di vivere il viaggio come un percorso da affrontare e non come una meta da raggiungere nel più breve tempo possibile. Inoltre, lo spirito di condivisione provato sulle strade spagnole è un qualcosa che porterò sempre con me. Tutto questo insieme al fatto di percorrere la ferrovia più lunga del Mondo era per me un perfetto mix per un viaggio indimenticabile».

Quali emozioni hai provato?

«Per me è sempre difficile rispondere al ritorno d a domande come questa, soprattutto quando il viaggio mi ha dato tante emozioni di una intensità fuori dal comune. Infatti, credo che la realizzazione di un documentario sia stato il perfetto mezzo per riuscire a spiegare quello che ho provato e vissuto. Quello che posso dire però è che più viaggio e più mi accorgo che nella vita le cose importanti non sono quasi mai cose ma i momenti che decidiamo di condividere con le persone intorno a noi. Per quanto si dica il contrario, il Mondo la fuori è principalmente buono e le persone sono sempre pronte ad aiutarsi a vicenda; non c’è razza, religione o confine che tenga. Bisogna promuovere l’integrazione ed il rispetto reciproco, solo così possiamo cambiare il Mondo. In meglio. Questo viaggio mi ha restituito tanta fiducia nelle persone ed insegnato che bisogna credere e fare di tutto per realizzare i propri sogni, cercando sempre di fare qualcosa per aiutare gli altri».

A mesi di distanza, cosa porti ancora nel cuore?

«Il fatto di montare il video del viaggio mi ha permesso di rivivere gran parte delle emozioni provate durante l’esperienza fatta. Ancora oggi non posso dimenticare il senso di accoglienza provato in ogni paese attraversato, la felicità dei bambini incontrati sulla transiberiana e in Mongolia e infine la grandezza e la sensazione di essere di fronte a qualcosa di maestoso provata camminando sulla Grande Muraglia Cinese. Sicuramente porto con me tutte le persone incontrate durante il viaggio che di fatto hanno reso, quello che doveva essere un semplice spostamento da un punto ad un altro del Mondo, un’avventura che porterò per sempre nel mio cuore».

Il nuovo progetto?

«Qualcosa dentro di me era cambiato e non potevo ignorarlo. Avevo dimostrato che realizzare i propri sogni era possibile ma non solo, è un nostro dovere farlo e cercare di migliorarci e raggiungere il nostro massimo potenziale. Ormai la professione tecnica dell’ingegnere non rappresentava più quello che volevo fare nella vita, sicuramente è stata parte di un percorso che mi ha reso più consapevole e mi ha insegnato un metodo per portare a termine i propri “compiti”. Però in questo momento sento che il mio percorso deve prendere un’altra direzione, più a contatto con le persone e sento che attraverso il video-making posso condividere e trasmettere tutto ciò che di buono le esperienze che sto vivendo mi stanno insegnando. Con questa nuova consapevolezza a metà aprile partirò alla volta dell’Australia. Per me rappresenta una sfida perché si trova esattamente dall'altra parte del Mondo rispetto all'Italia. Il progetto che presto annuncerò prenderà il nome di #ShareTheHappiness (che in italiano significa Condividere La Felicità) e lo scopo sarà quello di condividere la mia esperienza nella terra dei canguri attraverso la produzione di video e sarà anche una parte fondamentale per l’inizio di una carriera nell'ambito del video-making e realizzazione di documentari di viaggio. Viaggiare è stato ed è una parte importante della mia vita e della crescita. Il mio più grande sogno è quello di fare del viaggio parte del mio lavoro».

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