Gli «Arti & Mestieri» suonano insieme dopo 50 anni
Sul palco, accanto a Beppe Crovella, sono saliti Furio Chirico, Gigi Venegoni, Marco Gallesi e Giovanni Vigliar

50 anni dopo la musica degli Arti & Mestieri e più viva che mai. Infatti, è stato un ritorno quello della formazione originale della band del sansebastianese Beppe Crovella che sabato 22 febbraio, al Teatro Agnelli di Torino, in un teatro gremito, si è ritrovata dopo mezzo secolo dal suo debutto per rendere omaggio ad Arturo Vitale, membro storico della band scomparso poco più di un anno fa.
Gli «Arti & Mestieri» suonano insieme dopo 50 anni
Sul palco, accanto a Beppe Crovella, sono saliti Furio Chirico, Gigi Venegoni, Marco Gallesi e Giovanni Vigliar, gli stessi musicisti che, nel giugno del 1974, con Arturo Vitale debuttarono in quello che fu uno degli eventi più significativi della storia della musica alternativa italiana: il Festival di Parco Lambro, la cosiddetta «Woodstock italiana».
«Era un esame in tutto e per tutto - ricorda Beppe Crovella - . Se avessimo incontrato il favore del pubblico, sarebbe partito il contratto discografico, cosa non facile da ottenere in quegli anni. Andò benissimo! Fummo definiti la rivelazione del Festival e da lì partì l’avventura.La band registrò il primo album «Tilt» agli studi Chantalain di Bobby Solo, a Roma, per la Cramps la più importante casa discografica indipendente italiana, fondata da Gianni Sassi. Insieme agli Area e a Eugenio Finardi, gli Arti & Mestieri divennero una delle band di punta della Cramps. «Tilt» è oggi considerato un classico del genere e nel 2020 la rivista americana RollingStone lo ha inserito al primo posto nella classifica dei dieci migliori dischi di jazz-rock italiano di tutti i tempi. Sempre nel 1974, gli Arti & Mestieri intrapresero il loro primo tour nazionale con la Premiata Forneria Marconi (PFM), esibendosi nei principali teatri e palazzetti dello sport italiani. A Torino, il concerto al Palasport registrò 9000 spettatori. Nel 1975, il gruppo apparve sul Canale nazionale della Rai, una delle 2 sole reti all’epoca, in una ripresa dal vivo in studio negli studi Fonoroma, che sarebbero diventati Mediaset. Nei nostri paesi, fece un certo scalpore: era la prima volta che un sansebastianese si esibiva in televisione. Il loro stile, un progressive jazz-rock dall’energia tipicamente rock, è arricchito da elementi di musica classica e jazz, con una forte impronta melodica italiana ha ricevuto importanti attestazioni di stima a livello internazionale. Tra i riconoscimenti più prestigiosi, quello dell’Università di Aguascalientes, in Messico, per meriti artistici durante una tournée in terra messicana.
E’ negli anni 2000 che la band ottenne la definitiva consacrazione internazionale. Con i soli Beppe e Furio della formazione originale, partecipò come headliner (gruppo leader) al Festival Internazionale Prog Day in North Carolina, condividendo il palco con i Wishbone Ash. Seguirono altre esibizioni di rilievo.
Nel 2005 iniziò la straordinaria avventura giapponese, con un doppio concerto e la registrazione di un album dal vivo. Sul palco sabato 22 a sostituire Arturo c’era il saxofonista Alfredo Ponissi, che fu nel disco che la band registrò dal vivo in Giappone nel 2005».
«Prima di noi altri musicisti amici di Arturo, compreso il figlio Giuseppe, si sono alternati per dare il loro tributo. In quel giorno il pensiero è andato più volte ad Arturo e ai nostri inizi» racconta Beppe. «Tante cose son successe in questi “primi” 50 anni e tante altre ne succederanno da qui in avanti.
La voglia di far musica ci spinge ad affrontare il futuro con lo stesso entusiasmo di un tempo. Come ci siamo detti tra di noi a un certo punto del concerto ci siamo sentiti come se anziché 50 anni fossero passati 50 minuti» conclude Crovella.