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Commercio, troppe le vetrine spente

Il punto con Coppa, Campanino (ascom) e Pipino (Confesercenti)

Commercio, troppe le vetrine spente
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In un anno come è cambiato il commercio di Chivasso? E in articolare qual è il saldo fra chiusure e nuove aperture?
Stando ai dati forniti dagli uffici di Palazzo Santa Chiara è cambiato di poco. Il saldo e comunque positivo di dieci unità.

Commercio, il bilancio

Infatti nel 2021 le attività commerciali in città erano 2219, l’anno scorso 2229. Nonostante le iscrizioni siano passate da 44 nel secondo trimestre 2021 a 27 nel secondo trimestre 2022 Inoltre, come ha fatto notare il presidente dell’Ascom Chivasso, Giovanni Campanino, questi dati potrebbero non rispecchiare un quadro reale poiché molte cessazioni potrebbero non essere state comunicate al Comune.
Sempre analizzando i dati di 2021 e 2022 salta subito all’occhio come in questi dodici mesi sia diminuito il numero dei negozi in senso stretto. Scesi di 9 unità, ma con una drastica diminuzione delle nuove iscrizioni che da 15 sono passate a 6. Ovviamente diminuite le cessazioni, da 8 a 3.
Sono aumentate le aziende agricole e pure, immaginiamo grazie vari bonus, sono aumentate le imprese di costruzione.
Certo rimane il fatto che la desertificazione è purtroppo una realtà che Chivasso si porta dietro da qualche anno. Basta passeggiare in via Torino, ovvero nel cuore cittadino, per vedere che troppe vetrine sono spente. I rappresentanti di Categoria sono comunque fiduciosi che una ripresa è possibile. Certo il percorso è lungo, ma lavorando sulle eccellenze a partire da quelle enogastronomiche per arrivare a quelle paesaggistiche Chivasso potrebbe tornare a essere una città dal cuore pulsante.
Serve un lavoro fatto di concerto in primis con l’amministrazione comunale. Insomma non si può stare con le mani in mano e dal Carnevale alla festa dei Nocciolini e alla patronale occorre amplificare la conoscenza del nostro bellissimo centro commerciale naturale.

Troppe le vetrine spente

Qual è lo stato di salute del commercio di Chivasso? Lo abbiamo chiesto ai rappresentanti di categoria.

Maria Luisa Coppa

Maria Luisa Coppa, presidente di Ascom Confcommercio Torino e provincia è abbastanza fiduciosa sulla ripresa. Anche se la strada resta in salita.
«Chivasso rispecchia - dice - quanto si riscontra in genere in provincia e anche a Torino - anche se qui grazie al turismo c’è una leva in più. Come dicevo, si avverte comunque la voglia di recuperare il tempo perso». E’ chiaro che vanno fatti dei distinguo come fa notare: «La ristorazione, per esempio, va bene così come i bar. A soffrire di più sono soprattutto il comparto abbigliamento e quello per gli articoli per la casa. Pesano ancora il post Covid, la guerra, l’inflazione e l’aumento delle bollette.
La gente spende per i viaggi e per uscire fuori a cena o per un aperitivo con gli amici piuttosto che comprare un capo d’abbigliamento o altri generi o cambiare la lavatrice». Quello che è preoccupante secondo la presidente Coppa sono le chiusure dei negozi. «Le vetrine chiuse - fa notare - hanno un brutto effetto per le vie dello shopping». Proprio per questo spiega che attraverso i distretti urbani del commercio, grazie alla cabina di regia, si cerca di intervenire per dare un supporto concreto. Prosegue: «Adesso meno male che anche da parte dell’amministrazione c’è consapevolezza di quanto siano pericolose le vetrine sfitte. Come dicevo dove c’è turismo, come a Torino, il tessuto commerciale va decisamente meglio. Quindi Chivasso dovrebbe sapersi valorizzare meglio dal punto di vista turistico soprattutto in questo momento dove dominano il green e la voglia di vivere all’aria aperta, camminando o usando la bike.
La nostra città offre passeggiate spettacolari lungo il Po ha dei bei parchi. Valorizziamoli insieme a tutta l’area del canale Cavour.
Il food è un altro veicolo di promozione importante. Anche qui va dato risalto alle nostre specialità enogastronomiche, ai nostri ristoranti e alle nostre pasticcerie. La nostra pasticceria è un vero punto di forza. Pensiamo ai nocciolini, di strada ne hanno fatto quando nel 1994 per la prima volta si è pensato di farli diventare un’eccellenza e di usarli come veicolo di promozione. Sarebbe ora di riflettere di nuovo sulla promozione della città e lavorarci su».

Giovanni Campanino

Giovanni Campanino, presidente Ascom Chivasso guarda con una certa preoccupazione al saldo negativo che continua a esserci fra nuove aperture e chiusure. Un dato che non sempre si rileva da quelli forniti dagli uffici comunali, poiché molte cessazioni di attività non vengono comunicate. «Oltre al saldo negativo - sottolinea Campanino - abbiamo riscontrato che molti negozi aprono e chiudono in tempi ristretti, abbreviati rispetto a qualche anno fa. Se prima si aspettava qualche anno per capire se un’attività avesse delle potenzialità, oggi vediamo casi di operatori che si demoralizzano nell’arco di qualche mese e preferiscono chiudere subito .Quello della desertificazione è un fenomeno che ci tocca da anni». Come la presidente Coppa anche lui fa rilevare che oltre a essere un aspetto decisamente negativo è molto pericoloso. «Quindi servono assolutamente politiche atte a rivalorizzare e aiutare le attività commerciali. Lo strumento di cui disponiamo e su cui dobbiamo lavorare in sinergia con l’amministrazione, come sta succedendo, è quello del Distretto Urbano del Comune che deve diventare il vero braccio operativo del sostegno al commercio. Non ci da è vero tutti gli strumenti necessari, ma di certo possiamo cominciare a dare un segnale importante in termini di investimento. Finalmente si apre un dialogo con gli operatori. Quello che a mio avviso ancora serve è poter aumentare la spesa corrente per finanziare le manifestazioni». Dovendo trarre delle conclusioni Campanino dice con una battuta: «Bene ma non benissimo». Aggiunge: «Purtroppo quello che si sta riscontrando e che la città sta perdendo il suo appeal che si traduce in una minore frequentazione da parte delle persone. C’è meno passeggio questo è un altro segnale negativo. E’ vero, e per fortuna, che ci sono alcuni negozi che tengono, ci sono delle vere e proprie isole felici, ma purtroppo sono casi isolati. Perché molti, per non dire la maggior parte fanno fatica. Quindi dobbiamo riportare passeggio e shopping in città. Per questo, per ora fino a settembre, in collaborazione con TORadio abbiamo pensato alla filodiffusione il sabato dalle 16 alle 20, per cercare di essere più attrattivi. Questa è una delle iniziative che proponiamo, ma ne servono tante altre. Per questo serve un intervento più deciso da parte del Comune, anche se siamo consapevoli che le risorse sono scarse. Andrebbe coinvolto meglio e di più il privato».

Stefano Pipino

Non discosta di molti il ragionamento di Stefano Pipino, Confesercenti: «Purtroppo il quadro economico del primo trimestre del 2023 non è positivo, Anzi. Se il mese di dicembre è stato in linea con quello precedente, i primi tre mesi dell’anno nuovo fanno registrare, per quanto riguarda il volume d’affari, un meno a due cifre.
Stando alle previsioni nei prossimi mesi ci sarà una ripresa del comparto viaggi vacanze e del food. Ma non per gli altri settori».
Getta uno sguardo al nostro territorio: «Per quanto riguarda Chivasso purtroppo è sotto gli occhi di tutti che hanno chiuso diverse attività e quelle nuove che aprono sono in mano a cittadini stranieri, cinesi in primis.
Il commercio al dettaglio continua soffrire, questa è purtroppo la realtà dei fatti.
Ma del resto la scelta di aprire il centro commerciale Bennet era ovvio che avrebbe avuto queste conseguenze. Anche se credo che pure diverse attività ospitate in quella zona non se la passino granché bene. A pesare per loro sono gli affitti altissimi». Stefano Pipino fa notare che oggi è davvero difficile trovare chi ha voglia di investire. Infine ci dice: «Da ottobre a novembre il costo dell’energia è vero che in calo, ma le bollette folli stanno arrivando adesso. Ecco il 2023 sarà contrassegnato anche da questo problema. Un’ennesima batosta che metterà in ginocchio tante attività».

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