la denuncia dei sindacati

Crisi Douglas, la catena di profumerie chiude altri negozi

Futuro in bilico per i dipendenti piemontesi e torinesi.

Crisi Douglas, la catena di profumerie chiude altri negozi
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Crisi Douglas, la catena di profumerie chiude altri negozi. Futuro in bilico per i dipendenti piemontesi e torinesi.

Crisi Douglas, chiudono altri negozi

Crisi Douglas, la catena di profumerie chiude altri negozi. Dunque futuro in bilico per i dipendenti piemontesi e torinesi della catena tedesca.

Sei negozi, di cui quattro tra Torino e provincia, uno ad Alessandria e uno a Biella chiuderanno molto probabilmente nei prossimi mesi.

Sul territorio torinese sono presenti in tutto dodici negozi, otto nel capoluogo piemontese (via Roma, via Garibaldi, centro commerciale Parco Dora di via Livorno, via Treviso, via Nicola Fabrizi, piazza Santa Rita, via Chiesa della Salute, via Nizza) e altri quattro a Collegno, Caselle, Moncalieri e Nichelino.

Un terzo quindi abbasseranno le serrande definitivamente. Mentre in Italia – oltre che in Piemonte anche in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Liguria – sono a rischio chiusura, in totale, 128 punti vendita con il conseguente licenziamento di 457 dipendenti.

La denuncia dei sindacati

La situazione è stata denunciata dalle sigle Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltucs:

La catena tedesca ha già disdettato la maggior parte dei contratti di locazione dei negozi. Si tratta di una scelta contestata, arrivata in assenza di un piano commerciale ufficiale, anche alla luce della proroga dei licenziamenti stabilita dal Dl Sostegni al 31 ottobre 2021.

Le tre organizzazioni sindacali hanno ribadito la ferma contrarietà alle chiusure e hanno sollecitato la convocazione del tavolo di crisi presso il ministero dello Sviluppo Economico, già richiesta nelle scorse settimane:

Il confronto con la direzione aziendale è stato aggiornato al 9 aprile, data entro la quale Douglas dovrebbe presentare il piano commerciale palesando i criteri di individuazione utilizzati e quali sono le misure che intende mettere in campo volte alla salvaguardia occupazionale, atteso che grazie all’e-commerce il calo di fatturato è stato decisamente contenuto.

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