Diasorin sospende la ricerca clinica in Italia
In piena emergenza sanitaria l'azienda ha sviluppato test molecolari rapidi capaci di diagnosticare il Covid-19: poi si è finiti in tribunale.
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Si torna a parlare di Diasorin, multinazionale della diagnostica costituita 30 anni fa a Saluggia, al centro delle cronache in piena pandemia da Covid-19. Questa volta prende la parola Carlo Rosa – Ceo dell’azienda e figlio del fondatore Umberto – che spiega le ragioni per cui il colosso non porterà più avanti la ricerca clinica in Italia.
Il caso Diasorin
In piena emergenza sanitaria legata al coronavirus Diasorin ha sviluppato in tempi record test molecolari rapidi capaci di diagnosticare il Covid-19. La vicenda era però finita in tribunale quando il Tar aveva deciso l’annullamento del contratto siglato nel cuore dell’emergenza Covid fra l’azienda farmaceutica e la IRCSS pavese per lo studio e lo sviluppo dei test sierologici (di cui il San Matteo si era avvalso) ritenendo che si era leso il principio di concorrenza per l’assenza di un bando pubblico. Successivamente, però, il Consiglio di Stato ha sospeso il provvedimento e l’invio delle carte alla Corte dei Conti.
Stop alla sperimentazione clinica in Italia
Carlo Rosa ha posto l’accento su come in Italia ci siano ottimi medici e ricercatori ma il trasferimento tecnologico all’industria risulti essere quasi inesistente.
Proprio Rosa ha spiegato che finché non ci saranno regole chiare noi sospendiamo la ricerca clinica in Italia ma che proseguirà in Germania, Francia e negli Usa.
La rabbia per i talenti sprecati
L’imprenditore ha anche sottolineato come i ricercatori nostrani risultano ancora più produttivi di quelli americani. L’auspicio è quello che si inizi presto a investire nel biotech, rendendolo una priorità del Paese. Non manca una riflessione finale sui 20 milioni stanziati dal governo per il Centro di trasferimento tecnologico per l’auto di Torino. Secondo Rosa è giusto sostenere l’automotive, ma l’industria del futuro è il biotech, che necessiterebbe, secondo le sue parole, di essere posto al centro dell’agenda della politica.