Green Up, a gennaio operativo l'impianto di Chivasso
Darà lavoro a venti persone con un flusso di trenta camion al giorno.
Green Up, a gennaio operativo l'impianto di Chivasso.
Green Up, a gennaio operativo l'impianto di Chivasso
La parola che Flavio Raimondo, amministratore delegato di Green Up, ripete con più frequenza mentre visitiamo il nuovo impianto di Regione Pozzo, è «sicurezza».
Fin dai cancelli intende rimarcare le differenze con il passato, quel passato che per tutti i chivassesi significa l’incendio che nell’ottobre del 2014 (quando l’impianto era gestito da SMC) aveva mandato in fumo ottanta tonnellate di gomma. L'impianto sarà operativo a partire dal mese di gennaio.
Pneumatici, nessun deposito
«Qui non ci sarà nessun deposito di pneumatici - precisa subito Raimondo - ma per evitare ogni possibile rischio abbiamo deciso di installare una “termocamera” collegata ad una sala operativa attiva 24 ore su 24: segnala in tempo reale ogni minima variazione di calore, permettendoci di intervenire più che tempestivamente in caso di necessità».
Cancellato il vecchio impianto
Del vecchio impianto, preso in affitto da Green Up sei mesi fa, non resta praticamente più nulla: «Era in condizioni non certo ottimali - prosegue Raimondo - e noi l’abbiamo “ricostruito” con nuovi macchinari, nuove tecnologie e con un occhio di riguardo anche all’aspetto estetico, creando anche aiuole e piantando alcuni pini. L’impatto visivo per noi è importante: lavorare con i rifiuti non significa farlo in mezzo alla “rumenta”, come dicono i liguri».
«La nostra - spiega ancora - è un’azienda che lavora sul riciclo della materia: tutti i macchinari servono per trattarla e renderla “materia prima seconda” da rimettere sul mercato. Abbiamo una nuova pressa che imballerà il materiale, e un trituratore sovradimensionato che ci permetterà di sminuzzare il “tessile”, che rappresenta una buona parte di quanto arriva nel nostro impianto
Complessivamente abbiamo affrontato un investimento da un milione e mezzo di euro, non certo poco per una realtà non “enorme” come questa. Alla fine parliamo di un capannone e di un piazzale, dove fondamentalmente si muoveranno i camion tra scarico e carico».
Il murales di Mrfijodor
Del capannone bruciato sei anni fa non resta più nulla se non una parete di fondo, trasformata in «opera d’arte» grazie al murales dell’artista Mrfijodor (Fijodor Benzo), che nelle prossime settimane trasformerà altri manufatti presenti nell’area.
Venti persone al lavoro
Da gennaio, finiti i collaudi, l’impianto darà lavoro a venti persone, coordinate da un capo impianto e un direttore tecnico con quindici e trent’anni di esperienza.
Trenta camion al giorno
«Ipotizziamo un flusso di trenta camion al giorno - conclude Flavio Raimondo - che trasporteranno “rifiuti industriali non pericolosi” in arrivo da fabbriche della zona. I rifiuti urbani sono tutt’altra cosa, e qui non entreranno».