BRANDIZZO

Lavoro e macchinari escono dalla fabbrica: in 50 a rischio

Dieci ore di sciopero alla Mondial FACERT di Brandizzo: «Produzione trasferita altrove»

Lavoro e macchinari escono dalla fabbrica: in 50 a rischio
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«In questa azienda lavorano cinquanta persone, cinquanta famiglie che ora si trovano a dover vivere con uno stipendio ridotto ai minimi dalla Cassa Integrazione e senza nessuna prospettiva per il futuro».

Lavoro e macchinari escono dalla fabbrica

Sono dieci le ore di sciopero che vedono in prima linea i dipendenti della «Mondial FACERT» di Brandizzo, azienda specializzata nella produzione di minuterie metalliche tornite e attrezzature.
Nata nel 1949 come torneria specializzata nella produzione di articoli per la scrittura (F.A.C.E.R.T. - Fabbrica Accessori Cancelleria E Reclame Torino), l’azienda si è poi specializzata in lavorazione meccaniche. «Tecnologie, mezzi produttivi e livelli qualitativi in linea con gli standard internazionali - si legge sul sito dell’azienda - hanno permesso a Mondial Facert di diventare un fornitore di riferimento per importanti gruppi industriali che operano su scala internazionale in settori come l’automotive, il gas e il truck.
Dal 2018 è entrata a far parte del Gruppo Brovedani con l’obbiettivo di sviluppare nuovi mercati e seguire l’evolversi della mobilità del futuro».

La situazione

La sede della Brovedani è a San Vito al Tagliamento, a pochi chilometri da Pordenone, ed è proprio qui (o verso altre aziende della galassia Brovedani, tra il Friuli e la Puglia), stando alle parole del sindacalista Francesco Messano della Uilm, che sarebbero diretti macchinari e lavorazioni: «La situazione è insostenibile - spiega Messano - e dall’azienda non arrivano risposte. Siamo pronti a proseguire con la protesta».
Dalla sede centrale della Brovedani nessuna dichiarazione, solo la promessa di un contatto con qualche responsabile che però, al momento di andare in stampa, non è avvenuto.
A questo punto non resta che attendere l’evoluzione del caso, con la speranza che la crisi della Mondial Facert non sia l’ennesima tegola su di un territorio che, negli ultimi anni, tanto ha già pagato dal punto di vista della perdita di posti di lavoro.

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