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Microport annuncia altri 39 licenziamenti

Un’azienda che già tra il 2019 al 2020 aveva visto aprire una procedura di licenziamento per 45 persone su base volontaria e con la cosiddetta buona uscita.

Microport annuncia altri 39 licenziamenti
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L’anno si apre con una notizia negativa per il polo biomedicale Sorin di Saluggia, più precisamente per l’azienda MicroPort Crm che oggi conta circa 160 dipendenti. Un’azienda che già tra il 2019 al 2020 aveva visto aprire una procedura di licenziamento per 45 persone su base volontaria e con la cosiddetta buona uscita. E che oggi ha annunciato la volontà di licenziare altre 39 persone.

Microport annuncia altri 39 licenziamenti

L’anno si apre con una notizia negativa per il polo biomedicale Sorin di Saluggia, più precisamente per l’azienda MicroPort Crm che oggi conta circa 160 dipendenti. Un’azienda che già tra il 2019 al 2020 aveva visto aprire una procedura di licenziamento per 45 persone su base volontaria e con la cosiddetta buona uscita. E che oggi ha annunciato la volontà di licenziare altre 39 persone.

L'intervento del sindacato

Il sindacalista Gian Paolo Piolatto spiega:

«La situazione è molto interlocutoria. L'azienda ci ha convocato la scorsa settimana, noi eravamo pronti per chiedere i piani industriali e altre informazioni invece loro ci hanno presentato un piano di ristrutturazione (riassetto organizzativo) per la parte operaia e impiegatizia di 39 persone (25 operai e 14 impiegati). Inoltre, sempre in questo incontro, ci spiegano che la parte impiegatizia non ha delle competenze che invece per loro oggi sono necessarie. Ma non hanno detto di più su questo tema.
Diverso invece è il discorso dei licenziamenti perché la loro volontà è di in deroga al Decreto che blocca sino a marzo i licenziamenti. Hanno chiesto alle Rsu e ai provinciali di firmare un accordo per poter avviare la pratica di licenziamenti su base volontaria. Noi abbiamo detto di no e abbiamo organizzato assemblee con i lavoratori. Naturalmente per via del Covid questi incontri sono stati suddivisi così da non creare assembramenti.
Quello che prevedo ora è che ci saranno altri incontri con le aziende visto che non possono aprire alcuna procedura essendoci appunto un blocco.
Come sindacato Cisl abbiamo diverse domande alle quali l’azienda non ha dato risposta ma che sono importanti per comprendere il ragionamento. Ad esempio, a fronte di questi licenziamenti, chi proseguirà con la produzione? Qualora dovesse andare in porto ci sarebbero più impiegati che operai, sembreremo più un’azienda di logistica che di produzione. E il piano industriale? Come hanno deciso di lasciare a casa queste ulteriori 39 dipendenti? E’ necessario avere questi numeri. Come me è importante conoscere i volumi produttivi. Vero che noi stiamo utilizzando la cassa integrazione Covid a rotazione in maniera importante (c'è chi la subisce a pieno, chi lavora all'80 per cento delle ore).
La direzione deve inoltre ricordarsi che, a differenza del 2019, non ci sono più persone che si agganciano alla pensione, ci sono dipendenti a cui mancano 6 o 7 anni, agli altri ancora di più».
«In questo caso – prosegue Piolatto - non sappiamo nemmeno se, come l'altra volta, ci sarà o meno una buona uscita. E soprattutto immagino che se i miei colleghi non l'abbiano accettata prima, non la accetteranno ora vista la situazione che si sta vivendo».
Una situazione che sta creando non poca preoccupazione tra i dipendenti di questa azienda che produce dispositivi cardiaci come Bluesky, il nuovo dispositivo che sostituisce il pacemaker e che si caratterizza per la tecnologia bluetooth  che da un anno è in produzione ed molto ricercato sul mercato. Inoltre Microport produce anche elettrocateteri e i defibrillatori.
«Oggi, mercoledì 27 gennaio dovremmo avere un incontro con la direzione con la presenza del Presidente della MicroPort, Benoit Clinchamps».

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