CIGLIANO

Addio all’amianto da Carpeneto

Partiti gli interventi che garantiranno la sicurezza dell’immobile storico dopo anni di attese

Addio all’amianto da Carpeneto
Pubblicato:

«Entro la fine della primavera Palazzo Carpeneto mostrerà a tutti nuovamente il suo volto». Con questa splendida frase il vicesindaco Giuseppe Iaccheo termina la sua intervista su quello che per lui è l’intervento centrale del suo mandato. Una dichiarazione alla quale arriva dopo aver illustrato gli interventi che in questi giorno si sono svolti e spiegando quelli che ci accompagneranno nell’inverno.

Addio all’amianto da Carpeneto

Iaccheo illustra passo dopo passo con estrema precisione e cura.

«I lavori sono iniziati il 2 gennaio, la era già la gru montata – spiega - Questa è la prima fase di cantieramento, la più complessa per Carpeneto, perché il cantiere si estende sulle due piazze. Un passaggio complicato per la preparazione delle planimetrie e ottenere le autorizzazioni dall'ASL, in special modo per tutto l'amianto presente. Nello stesso tempo abbiamo dovuto coniugare i due cantieri perché le ditte coinvolte sono diverse, una che si occupa della bonifica e una che fa la parte edile, i due cantieri non si svolgono in contemporanea.
La prima fase è stata fatta dalla ditta edile che ha preparato il cantiere per consegnarlo alla ditta specializzata per la bonifica dell’amianto mercoledì 10 gennaio si è avviata la procedura di bonifica. Come avviene la bonifica? Praticamente i due terzi del tetto è fatto in eternit e anche i coppi sono contaminati. Quindi vengono incapsulate sul tetto per evitare che le polveri vadano in aria, li accatastano e poi vengono tirate giù dalla gru, messe nell’unità di decontaminazione, impacchettati nei contenitori appositi e conferiti in discarica autorizzata. Questa operazione dovrebbe durare 15 giorni. Dopodichè riparte la ditta edile con una serie di verifiche sulla struttura, rimozione e consolidamento intonaci esistenti, applicazione di biocida per le superfici interessate dalla presenza di patina biologica, pulitura delle superfici corticali con idropulitrice a bassa pressione ed infine stesura di un consolidante atto a fermare il fenomeno su laterizi di polverizzazione e disgregazione. Verrà eseguita la messa in sicurezza di balconi, modiglioni e serramenti, cauto smontaggio dei cornicioni in laterizio, mappatura e loro successiva ricostruzione con gli stessi materiali e secondo la stessa sagoma. E poi rimozione della lamiera grecata, consolidamento delle capriate, seguiranno tutte una serie di attività e per ultimare posa di manto di copertura in lamiera precoibentata, il tutto avverrà con la supervisione della Soprintendenza».

La riflessione del vicesindaco

Illustrando il lavoro, Iaccheo si è anche poco un quesito al quale si è dato una risposta, cioè come mai per fare un'attività che è complessa nell'organizzazione, ci sono voluti tutti questi anni?

«Pongo la domanda, ma do anche una risposta - comincia Iaccheo - Sicuramente da è emerso che in buona parte è stata un’indecisione politica. La questione risale ad oltre 15 anni fa. Era volontà delle vecchie amministrazioni la demolizione del palazzo quindi non volevano spendere soldi. Ma una volta subentrata la Soprintendenza che ha dichiarato che il palazzo bene vincolato, ecco che non si poteva demolire. Nel corso del tempo ci sono state le denunce incrociate, il provvedimento di sequestro e la condizione per dissequestrare l’immobile cosa che noi stiamo ottemperando su un piano di messa totale in sicurezza che risale al 2015. Questo era un preliminare di tre lotti di cui al tempo era stato deciso di fare semplicemente il primo, solo del passaggio coperto è stato fatto il progetto definito ed esecutivo. Questo ha implicato, che da allora fino ad oggi il ponteggio, che ricordiamo sempre una misura di sicurezza, non serve per fare i lavori, serve in parte residuale, ma la sua funzione principale è esclusivamente quella di fare da barriera, cioè se si dovesse staccare qualcosa non dovrà cadere addosso alla gente».

«La cosa però eclatante che mi stupisce molto è che nessuno abbia visto l'amianto, una grossissima lacuna dell'altro progetto, perché ha implicato un aggiornamento del quadro economico non da poco. - prosegue - Anzi è diventato un altro appalto e la bonifica è sicuramente un aggravio di costi non trascurabile, oltre alle complicazioni di un cantiere per l'amianto. Questo a noi ha implicato più tempo, più ragionamenti per fare tutto in sicurezza. Oltre alle autorizzazioni della Soprintendenza giunte in ritardo.
Dunque se ad oggi confrontiamo il quadro economico del 2015 è certamente maggiore di quello attuale. Un motivo è l’amianto scoperto ora e l’altro l’aumento dei prezzi».

Una volta conclusi i lavori, il vicesindaco assicura che verranno eseguite tutte le verifiche. Poi una volta firmato il certificato di regolare esecuzione, si toglierà il ponteggio.

Seguici sui nostri canali