Compensazioni nucleari e loro utilizzo nel bilancio di previsione 2026. Questo l’unico punto all’ordine del giorno. Una comunicazione del sindaco che, in barba al regolamento, ha visto maggioranza e minoranza confrontarsi, senza giungere a una posizione condivisa, per quasi due ore. In sala, i soliti volti noti tra il pubblico. A casa, dalle poltrone o dai divani, pochi cittadini hanno assistito al primo Consiglio — e chissà se ce ne saranno altri — in streaming. Ma questa è un’altra storia.
Torniamo al tema del confronto: le compensazioni nucleari 2024, che dovrebbero essere comunicate entro la fine dell’anno in corso dal Cipess. Dovrebbero, perché l’annualità 2023 è stata comunicata solo nel febbraio 2025.
Nucleare, il sindaco cerca un accordo
Per la prima volta il sindaco, Libero Farinelli, ha chiesto – già nei due incontri precedenti con l’opposizione – di condividere la scelta di proseguire nell’utilizzo di parte delle compensazioni in spesa corrente per le agevolazioni alle famiglie e per le scontistiche sulle tasse. Lo ha fatto non perché tema il Mase, come più volte ha sottolineato, visto che negli anni passati ha sempre ricevuto le somme previste, anche dopo la richiesta di rendicontazione. Ma lo chiede perché teme: «Se io domani faccio un’operazione del genere e la minoranza mi contesta questo importo, la pago di tasca mia» e ancora: «Non mi fido di una minoranza che domani potrà diventare maggioranza e potrà usare questa situazione nei miei confronti o dei miei compagni di squadra».
La minoranza non ci sta
Tant’è che Farinelli, dopo il primo intervento di Claudio Relino, ha affermato senza mezzi termini: «Io non avrei nemmeno convocato questo consiglio se nel 2027 io fossi sicuro di essere ricandidato, di essere eletto».
Il sindaco di oggi, come detto, non teme il Ministero ed è certo di essere dalla parte della ragione, anche a fronte dei diversi pareri legali che ha richiesto e ottenuto sulla questione. Sempre Farinelli, che non sta certo fermo ad aspettare, ha chiesto che la Provincia chieda al Cipess delle integrazioni che autorizzino queste spese nel prossimo testo di delibera.
Dall’altra parte c’è però un’opposizione che non vuole, sino alla presentazione del bilancio, dare alcun parere se non quello, come ha sottolineato il capogruppo Relino, «di attenersi a quanto previsto dal Mase e che, secondo quanto da loro visto, probabilmente questi sconti si possono mantenere facendo dei ritocchi, vista anche la presenza di un avanzo di amministrazione». Relino non ha però mancato di sottolineare come le parole del sindaco, per loro, rappresentino un ricatto: «Durante l’incontro ci ha spiegato che in caso di mancata approvazione unanime della delibera, la sua Giunta provvederà, per doverosa cautela amministrativa, a revocare le misure agevolative e a ripristinare integralmente le relative entrate al bilancio di previsione. Questo per noi è un ricatto».
Si tornerà a pagare Tari, Irpef, mensa e tutti i servizi?
Una lunga discussione al cui termine, come detto, non si è arrivati a una conclusione, ma solamente alla dichiarazione del sindaco: «Fino all’ultimo cercherò di capire se posso proseguire su questa scelta; se non mi sarà possibile, sentita la mia Giunta e i miei consiglieri, presenteremo un bilancio tranquillamente. Durante la discussione ci sarà una delibera di premessa al bilancio e lo presenteremo con le agevolazioni. Se non verrà condiviso dal Consiglio intero, ci saranno degli emendamenti già pronti per modificarlo».
Insomma, la spada di Damocle – cioè il possibile ritorno di tasse e spese a carico dei cittadini come in passato e come accade in tutti gli altri paesi del circondario – è vicina.
E’ cominciata la campagna elettorale
Le domande ora sono: il sindaco e la sua Giunta, che hanno già espresso dubbi sulla possibilità di proseguire su questa scelta, avranno il coraggio di continuare ad agevolare i propri cittadini anche senza la condivisione della minoranza? La minoranza cosa pensa realmente delle agevolazioni e delle scontistiche? Avrà il coraggio di andare in Consiglio e schierarsi contro, anche se durante la seduta di giovedì il suo capogruppo ha più volte sottolineato che non osteggiano gli sconti ai cittadini? Oppure decideranno di stringere questo accordo con Farinelli & Co?
Ma soprattutto: se il futuro sindaco e i futuri amministratori non fossero tra i 16 uomini e donne che attualmente siedono in Consiglio, questa condivisione di responsabilità non avrebbe alcun valore perché, non avendo approvato la delibera, sarebbero pienamente liberi di non rendicontare queste somme.
Quel che è certo, al momento, è che la campagna elettorale si è aperta.