Buono mensa più caro: «Scelta fatta non con leggerezza»
La giunta approva il bilancio confermando imposte e gettoni di presenza, ma rivede le tariffe.
Durante il Consiglio comunale è stato approvato il bilancio di previsione 2025. L’Amministrazione ha confermato le tasse e le imposte come nell’anno precedente, così come il gettone di presenza dei consiglieri. La discussione si è incentrata principalmente sui servizi, poiché la giunta Giachello ha dovuto modificare le tariffe della mensa e dello scuolabus.
Buono mensa più caro: «Scelta fatta non con leggerezza»
«Questo è il mio 22esimo anno di Amministrazione, ma è la prima volta che non è stato possibile quantificare le tariffe perché mancava una base certa,- spiega il sindaco Giachello - Noi oggi ipotizziamo delle tariffe perché stiamo vivendo un’emergenza che si concluderà il 1º marzo, cioè con la nuova ditta che gestirà il servizio di refezione scolastica. Occorre ricordare, infatti, che la nostra Amministrazione è stata eletta nella notte tra il 10 e l’11 giugno e il 12 ci è stato comunicato che la ditta che gestiva la mensa non avrebbe più fornito il servizio a partire da lunedì 17 giugno. Il 13 alle 18.30, inoltre, era giunta in Comune una mail del sindacato del personale che ci comunicava che dal 14 non avrebbero più svolto il servizio, nonostante avessimo già trovato una ditta disponibile a prendere in mano la situazione e fornire il servizio a partire da lunedì 17.
Il 14 giugno siamo stati comunque in grado di attivare il servizio mensa per le 75 persone. Sempre il 14, abbiamo incontrato il personale della mensa. Con me erano presenti il vicesindaco Santoiemma, l’assessore Artusa e il segretario comunale. Il personale ci aveva già spiegato che nel corso del 2023 erano emerse delle problematiche legate al mancato pagamento degli stipendi o alla mancanza delle materie alimentari corrette. Dunque, mi chiedo: l’Amministrazione di allora non aveva pensato a un cambio di ditta, visto che la gestione scadeva a dicembre 2023? No, perché non aveva neanche provveduto al bando ma aveva fatto una proroga.
Infatti, in emergenza, abbiamo dovuto fornire il pasto ai bambini dal 17 giugno fino alla fine del mese di ottobre, un pasto veicolato al costo di 6,45 euro. Quando siamo potuti entrare in cucina, abbiamo scoperto che questa aveva delle problematiche serie legate ad attrezzature rotte o non mantenute, e abbiamo dovuto spendere 11mila euro. Il Comune, nel corso di questa emergenza, ha dovuto spendere oltre 35mila euro per far fronte ai maggiori costi che i pasti hanno avuto, per non far ricadere questi aumenti sulle famiglie. Senza contare che poi ci sono altri 6mila euro per opere che si rendono necessarie per una questione di sicurezza. Mi preme sottolineare che l’ex gestore GMI ha vinto il bando perché aveva promesso delle migliorie che non sono mai state fatte. Ecco perché, come Amministrazione, abbiamo deciso di far effettuare delle verifiche agli enti preposti».
Il sindaco non va nemmeno per il sottile e spiega che l’aumento delle tariffe non è stato fatto a cuore leggero e che la sua Amministrazione dà molta importanza alla scuola, tant’è che il vicesindaco Rossella Santoiemma sta mettendo in campo moltissimi progetti e idee, molti già condivisi con la dirigente e gli insegnanti.
Si attende il bando
«Uscirà il bando di gara, e ci auguriamo che i costi possano essere inferiori, la base d’asta è di 5.10 euro - spiega il sindaco. - Noi abbiamo fatto queste ipotesi di costo su quanto spendiamo oggi e guardando gli altri comuni a noi vicini. Tra le novità delle nuove tariffe c’è l’equiparazione tra infanzia e primaria, perché il costo per il Comune è uguale. Vogliamo sottolineare inoltre che chi ha la relazione del Ciss non pagherà la retta».
Santoiemma poi entra proprio nel merito delle tariffe e illustra come sono state modificate.
Le nuove tariffe
«Va precisato che abbiamo deciso di modificare le fasce ISEE, - spiega il vicesindaco. - Prima gli scaglioni erano: inferiore a 2.000 euro, tra 2.001 e 6.800 euro, tra 6.801 e 9.300 euro, tra 9.301 e 13.500 euro e oltre 13.501. Oggi, invece, le fasce sono: inferiore a 2.000 euro, tra 2.001 e 5.000 euro, tra 5.001 e 10.000 euro, tra 10.001 e 15.000 euro e oltre 15.001.
Detto questo, passiamo alle tariffe anche se le fasce Isee non sono identiche. Per chi ha un reddito inferiore a 2.000 euro, è esente. Nella fascia di reddito 2.001-5.000 euro (7 famiglie), si passa da 1,20 a 2,92 euro (dal secondo figlio da 0,83 a 2,63); tra 5.001 e 10.000 euro (12 famiglie) si passa da 2,71 a 3,99 euro (dal secondo figlio da 1,93 a 3,59); tra 10.001 e 15.000 euro (44 famiglie) si passa da 3,81 a 4,98 euro (dal secondo figlio da 2,66 a 4,48), mentre per chi ha un reddito oltre i 15.001 euro si passa da 3,86 euro a 5,92 euro (dal secondo figlio da 4,10 a 5,33). Inoltre, abbiamo deciso di adottare una tariffa unica per i non residenti, cioè la copertura totale del costo del pasto: 6,31 euro».
La critica verso la minoranza
«La minoranza è giusto che svolga il proprio ruolo, ma non può marciarci sopra visto i precedenti. Ci sono state delle grandi lacune e non si può dare sempre la colpa ai dipendenti e al segretario comunale come è stato fatto. Inoltre, siamo venuti a conoscenza che la commissione mensa era già stata avvisata prima del consiglio delle nuove tariffe. Questa è una grave irregolarità, e prenderemo i nostri provvedimenti: chi è responsabile ne pagherà le conseguenze» conclude il sindaco.
«Istruzione non è scuola e mensa, ma è accortezza nei confronti dei bambini, degli insegnanti e delle famiglie che vivono in questo grande mondo. Bisogna capire che cos’è istruzione. Noi abbiamo progettualità e ne abbiamo molte, che stiamo condividendo con la dirigente e gli insegnanti. Il Comune non ha alcun ricavo dal servizio mensa, anzi integra la parte mancante con fondi propri. Dunque, non è assolutamente vero che ci sarà un ricavo e che questo verrà investito in altri settori» afferma serenamente Santoiemma.