VEROLENGO

Caso Casa, per il neoassessore doveva rimane in Giunta

Dopo la revoca dell'incarico da parte del sindaco Borasio

Caso Casa, per il neoassessore doveva rimane in Giunta
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Fine di mandato turbolento per il sindaco Luigi Borasio che, dopo aver perso l’assessore Agostino Viano (si è dimesso nel settembre 2022), ora ha deciso di togliere le deleghe all’ormai ex assessore Stefania Casa nominando al suo posto il consigliere Mauro Mazzetti. Dunque, dopo quattro anni e mezzo Casa non parteciperà più alle Giunte, non potrà più trattare i temi di ambiente e agricoltura. Perché? Nel decreto del sindaco di legge chiaramente: «Recenti eventi e comportamenti concludenti dell'assessore Stefania Casa hanno comportato la rottura del vincolo fiduciario tra lo scrivente Capo dell'Amministrazione comunale e l'Assessore tanto da rendere imprescindibile la revoca dell'incarico lei conferito con il richiamato decreto n. 14 del 6 giugno 2019».

Borasio revoca l'incarico a Casa

Posizione che Borasio ci conferma durante l’intervista post Consiglio di giovedì 28: «Il decreto non nasce da una motivazione specifica l’assessore Caminotto, è una summa di fattori. Perché la signora Stefania Casa, è anche Caminotto e Albano, che da tre mesi hanno dichiarato di esser contro il sindaco e quindi all’attuale amministrazione, si sarebbero dovute dimettere per coerenza, per onestà intellettuale. Ma nessuno dei tre, ed in particolare Caminotto che nel novembre scorso aveva dichiarato che non ci sarebbe stata in alcuna lista per nessun motivo (problemi azienda di famiglie, due figli in un’età difficile) e venti giorni dopo non è solo in lista, ma è in lista contro il sindaco e come sindaco, come se farlo fosse una passeggiata: cosa faccio questa sera? Faccio il sindaco. Allora, avrebbe dovuto dimettersi. E molti mi hanno chiesto com’è possibile che non le cacci. Casa ha raggiunto il top in questo senso perché in questi cinque anni più e più volte ha proposto delle iniziative contestate anche in modo burlesco proprio da Caminotto ed è stata difesa e appoggiata dal sottoscritto. A novembre aveva detto che sarebbe stata in lista con me se io ne avessi fatta una, quindi nel tradimento generale questo è peggio. Lei è stata difesa da me non solo davanti agli amministratori, ma anche agli amministrativi. E quella che tradisce poi nel modo più bieco dopo che l’ho cercata per una settimana senza una risposta per capire ciò che stava succedendo. Siccome non si è dimessa, la mia pazienza ha raggiunto il colmo, è finita ma era inevitabile. Ho preso atto di quello che dice Caminotto ma quando tradisci mica pensi che uno possa applaudire e dirti di rifarlo».

Toglierà le deleghe anche a Caminotto?
«No io non la tocco, per un mese e mezzo che resta - continua - Io non averi nemmeno tolto l’incarico a Casa perché vuol dire darle visibilità. L’ho fatto perché, ripeto, la mia pazienza è finita. Visti gli atteggiamenti e modi perché Caminotto, da quel punto di vista, è più intelligente ha tenuto ha un rapporto formale con il sindaco. Casa invece no. Quando scrivo che è cessato il rapporto, è cessato perché lei lo ha fatto, non io. Lei si è allontanata definitamente dal sindaco. Questo è una separazione dal sindaco».

Borasio non commenta la scelta di Casa di andare in Regione per la firma del contributo che il Comune riceverà per il Parco dei Briganti mentre interviene ancora sulla questione sfalci spiegando che «Casa non si è mai preoccupata, sino a due sere fa id comunicare a me e al vicesindaco quello che era il progetto che stava realizzando alle nostre spalle che è poi il motivo finale. Dopo che un assessore parla sui social, sui giornali senza avvertire il sindaco, penso che la fiducia sia persa e non per colpa del sindaco».

Le parole di Caminotto

Ma pochi minuti prima, cioè al termine del Consiglio comunale, quando Borasio ha comunicato ufficialmente l’uscita di Casa dalla Giunta e la nomine di Mazzetti quale assessore, l’assessore Caminotto, alla quale il sindaco aveva negato la parola ma poi l’ha ottenuta perché il segretario comunale ha riferito che poteva intervenire ha spiegato: «Con la presente, intendo comunicare al sindaco e ai membri del consiglio, non solo il mio pensiero, ma anche quello dell’assessore Albano Mirella e dei consiglieri Romano Mautino ed Enrico Barbera, circa il decreto di revoca da assessore di cui abbiamo preso atto accedendo all’albo pretorio. Innanzitutto manifestiamo la nostra solidarietà all’assessore Stefania Casa per il provvedimento preso nei suoi confronti. Riteniamo che in questi cinque anni, l’assessore abbia dimostrato impegno e costanza nel proporre e perseguire gli obiettivi direttamente collegati al suo assessorato. Ha dimostrato piena disponibilità al confronto nelle riunioni che abbiamo svolto come gruppo durante il percorso amministrativo e non ha mai imposto od ostacolato altri componenti nella realizzazione dei loro progetti. Tutto questo nel pieno rispetto del reale motivo per cui ciascuno di noi è stato eletto: essere al servizio dei cittadini. La motivazione addotta dal sindaco circa il decreto di revoca consiste nell’aver appurato che recenti eventi e comportamenti concludenti dell’assessore Stefania Casa hanno comportato la rottura del vincolo fiduciario. I recenti eventi a cui il sindaco stia facendo riferimento non ci sono chiari: sospettiamo però che possa riferirsi al recentissimo contributo della Regione assegnato al nostro Comune legato per l’appunto ad un progetto voluto e seguito dall’assessore Casa, e per il quale lei stessa si è presentata alla cerimonia di consegna. L’assessore ha preventivamente chiesto al sindaco di potervi partecipare e il sindaco manifestando disinteresse per l’evento, ha liquidato la richiesta con un “Vada pure a me non interessa”. O forse potrebbe trattarsi della recente questione sfalci, altro aspetto di cui il nostro attuale sindaco non si è occupato e per la quale improvvisamente l’assessore Casa sembra diventata incompetente, pur avendo raggiunto nell’ambito della raccolta rifiuti e dei rapporti con gli enti preposti, obiettivi di tutto rispetto. Detto ciò, pur consapevoli del potere decisionale conferito dalla legge al sindaco, prendiamo atto del decreto, esprimiamo pubblicamente il nostro dissenso circa un provvedimento che riteniamo ingiusto e assolutamente controproducente per il nostro comune e per i cittadini di Verolengo».

«Doveva lasciarla al suo posto»

Il neo assessore all’agricoltura e all’ambiente del Comune di Verolengo è Mauro Mazzetti. Il sindaco Luigi Borasio, una volta «cacciata» Stefania Casa ha deciso di scegliere colui che sin dal suo primo mandato, che tutti ricordano per l’abbandono della maggior parte della sua maggioranza e il suo termine di legislatura grazie all’appoggio dell’allora minoranza guidata da Silvana Bevilacqua, gli è stato affianco.

Già perché Mazzetti era stato nominato assessore esterno alla cultura e all’istruzione quando tutta la Giunta, tranne l’allora vicesindaco Mauro Frola lo avevano scaricato. Mazzetti, che è stato anche segretario del circolo del Partito Democratico di Verolengo, gli era andato in contro, accettando la carica.

Uomo che gli è sempre stato fedele e che in questa legislatura, sino al 28 marzo scorso, ha ricoperto la sola carica di consigliere anche se fin dal principio forse un posto, proprio per questa suo legame, lo avrebbe meritato. Ma in quell’inizio giugno del 2019 Borasio aveva scelto di escluderlo. Ma oggi, chiamato nuovamente a «salvare» Borasio, lui c’è.

Un commento sulla sua nomina ad assessore.
«A due mesi dalla scadenza del nostro mandato doveva lasciarla al suo posto».
Perché lei ha accettato il ruolo di assessore?
«Altrimenti non c'era più il numero in Giunta».
In questi ultimi mesi chiederà la collaborazione di Casa per portare avanti i suoi progetti come il Parco dei Briganti e la questione sfalci?
«Si, certamente ne abbiamo già parlato. Per gli sfalci ci stiamo orientando per i cassoni».

L'intervento di Casa

Sono passati 1757 giorni dalla sua nomina di assessore. Ruolo che ha sempre ricoperto impegnandosi al massimo, dando tutta se stessa. Quattro anni, nove mesi e ventidue giorni durante i quali Stefania Casa racconta di aver dato il massimo per il suo paese, per la sua comunità e che, nonostante la scelta del sindaco Luigi Borasio, continuerà a fare «anche se sono consapevole che il Parco dei Briganti, ad esempio, dovrà attendere che la nuova amministrazione si insedi sperando che si prendano a cuore il problema se io non sarò più assessore».

Stefania Casa all’indomani della scelta del sindaco Borasio di toglierle le deleghe da assessore all’agricoltura e all’ambiente non è arrabbiata ma solamente delusa.

«Qual è stata la mia colpa? Decidere, come altri della maggioranza, di appoggiare la candidatura a sindaco di Daniela Caminotto? L’ho fatto perché non condivido più il comportamento dell’attuale sindaco e così anche le sue ideologie - commenta Casa - Non l’ho fatto in segreto ma, una volta fatte le mie valutazioni, glielo ho comunicato.
Negli anni mi sono sempre impegnata per Verolengo e non posso negare che mi ha fatto molto piacere che la Regione Piemonte abbia deciso di finanziaria il Parco dei Briganti e per questo, dopo aver comunicato il risultato del bando, avevo espresso la volontà di presenziare alla cerimonia di firma. Lui, dandomi del lei (cosa mai accaduta prima) mi ha scritto in un messaggio WhastApp “Vada pure a me non interessa”. Oggi pare che questo sia uno dei problemi.
Così come il progetto di raccolta sfalci che al Comune di Verolengo non sarebbe costato 150mila euro come detto dal sindaco ma al massimo 17mila euro per 17 cassoni. Progetto che avevo portato avanti, come sempre ho fatto, con Seta per dare un servizio importante ai cittadini posizionandoli a Verolengo capoluogo, a Borgo Revel e Casabianca secondo un calendario che la società aveva stilato. Sì, proprio Seta ci aveva comunicato le date del servizio che condividevamo con Castagneto Po e che era già pronto per esser pubblicato. Ma il sindaco ha bloccato tutto, togliendo un servizio importante per la nostra comunità».

Casa, nonostante la revoca dell’incarico, in Consiglio si è invertita la seggiola con Mauro Mazzetti, rimanendo in maggioranza.

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