«Chivasso? E’ ferma al palo»
L’ex sindaco e senatore si dice «Molto preoccupato» dell’immobilismo industriale e artigianale della città

Chivasso al palo. Parte da questo incipit la chiacchierata con Renato Cambursano (ex sindaco di Chivasso, deputato e senatore) che si dice preoccupato per il futuro della città.
Caso Chind
Più volte lei ha sollevato il problema dei terreni a destinazione industriale ancora invenduti nell’area CHIND: a che punto siamo?
«Da quanto affermato in più occasioni dalla stessa Amministrazione Comunale, la superficie edificabile ancora invenduta in CHIND ammonterebbe a 120 mila mq, alla quale occorre aggiungere le superfici disponibili ed i fabbricati non completati in Area Dac, a Chivasso Est. La domanda che faccio al sindaco Claudio Castello, all’assessore all’urbanistica Pasquale Centin e all’assessore alle attività produttive Chiara Casalino (nonché già presidente prima e commissaria poi di Chind) è la seguente: è mai possibile che in tutti questi lunghi otto anni solo in Chivasso non sia arrivata una significativa azienda produttiva?
Sapendo che, come in altre occasioni, non avrò risposta, affermo senza ombra di smentita che ciò è stato possibile perché hanno creduto di poter vivere sugli “allori” di un Polo Logistico che, non si sa ancora se lo vedremo mai. Nell’estate 2021, sui giornali locali Castello e Centin annunciavano in pompa magna: “A Chivasso, nella ex Lancia arriva APRC GROUP, una società produttrice di immobili d’impresa che ha acquistato trentadue ettari di superficie di cui 124 mila di coperto, 34 mila di verde pubblico, 220 posti auto di parcheggio pubblico, mille 200 posti auto aziendali, 70 milioni di euro di investimenti, 550 posti di lavoro nella logistica e 110 nei vari uffici, pannelli fotovoltaici che produrranno 12 megawatt di energia, sufficienti per 4 mila 500 case”. Ecco un bel lancio pubblicitario, ripetuto più volte nell’autunno del 2021 e per tutta la primavera del 2022».
Perché fin da subito ha nutrito dubbi sul Polo Logistico?
«Ho sperato vivamente di sbagliarmi, e cioè che il Polo Logistico si facesse davvero, anche se in due interviste dell’estate 2021 spiegavo i motivi dei miei dubbi e ponevo al sindaco alcune domande, che riporto integralmente.
“APRC aveva già contratti firmati con aziende che intendessero collocarsi in area ex Lancia?
“Se APRC ha dei contratti firmati, vuole cortesemente informare l’Amministrazione Comunale di Chivasso e la cittadinanza tutta, di quali lavorazioni si tratta, anche senza rivelarci la ragione sociale, per ragioni di segretezza?”. In questi lunghi quattro anni nessuna risposta, né da parte del sindaco né della società. Solo continui spostamenti di date per l’inizio lavori: ottobre 2023, gennaio 2024, settembre 2024, gennaio 2025. Ma siamo già a fine marzo».
Di contro, nei Comuni a noi vicini gli insediamenti si moltiplicano…
«Eh sì. A Settimo, Space Industries con un investimento di 15 milioni di euro, “Entro dicembre produrrà il primo satellite e a regime 200 satelliti all’anno”: parole di Giuseppe Santangelo, già responsabile di Skypersonic e Tyvak. E poi stanno realizzando “Laguna verde”: un parco urbano “Da 350 mila metri quadri, un polo di ricerca del Politecnico e spazi per il commercio”, parole di Elena Piastra. A San Mauro, Argotec sta trasformando la ex Cartiera Burgo in “Space Park”, nuova frontiera dell’industria spaziale italiana: un investimento di 25 milioni di euro. A Brandizzo, un deposito di smistamento di Amazon. A Caselle, un Data Center Hyperscale della HINES. A Rivalta, la Avio Aero. A San Benigno sta per sorgere un maxi studio cinematografico, con un investimento da 100 milioni. E potrei continuare... A Chivasso, invece, il nulla...».
Come mai?
«C’è una sola risposta: l’incapacità dell’amministrazione al governo di Chivasso da otto anni, che non sa fare altro che tentare di vendere quelle aree in CHIND a chi vuole installare impianti fotovoltaici. Ma essendo quelle aree a destinazione industriale, al momento costano di più che i terreni agricoli e quindi i possibili acquirenti si rivolgono altrove. Per esempio a terreni che costano dai 6 ai 10 euro al metro quadro e non i 30 euro circa richiesti nell’ultima Asta pubblica di CHIND. Intanto altri impianti fotovoltaici stanno per “nascere” a nord del Polo Integrato di Sviluppo, nell’area per la quale LiberaMente ha presentato un’Osservazione al Preliminare di Piano Regolatore chiedendo di trasformarla in “boschiva”, ampliando quella già esistente e avviare così il completamento della “Corona Verde” tanto decantata a parole. A proposito di CHIND, in liquidazione, sarebbe doveroso, oltre che molto interessante, conoscere il bilancio al 31 dicembre 2024, o almeno il preconsuntivo dell’esercizio appena chiuso della società della quale il Comune di Chivasso detiene il 55 % del capitale. Sarebbe poi utile sapere a quanto ammontano i debiti maturati sinora, a quanto ammontano i ricavi dalla vendita delle aree edificabili e a quanto sono iscritti i valori dei terreni ancora da vendere».
Cosa si può fare per uscire da questa situazione?
«Premesso che le criticità di CHIND risalgono a parecchi anni fa, poi è arrivata la crisi finanziaria internazionale, quindi quella socio-economica mondiale che però non ha toccato minimamente altri Poli Integrati di Sviluppo, ma solo quello di Chivasso.
Cosa si può fare? Che il sindaco, se ha un briciolo di credibilità, o il suo vice o ancora l’assessore alle attività produttive, prendano la valigetta con dentro “il nostro territorio da vendere” e girino nelle istituzioni superiori: Regione, Camera di Commercio, Union Camere, Confindustria, Centri esteri per l’internazionalizzazione..., facendo “marketing territoriale” per attrarre investimenti.
Per fare questo – e sta scritto in tutti i “manuali di marketing” - occorre “migliorare la reputazione e l’immagine del territorio”. Chivasso deve fare molta strada per migliorare la propria immagine dopo quanto successo nel 2011 con l’operazione “Minotauro” e nel 2012 con “Colpo di Coda” e ancora nel 2021 con “Platinum Dia”. Castello, invece, pensa solo cosa potrà fare “da grande” dopo che non potrà più fare il sindaco. L’assessore Gianluca Vitale ha solo l’Officina Culturale nella testa e ad allearsi con i “5 Stelle” per candidarsi a sindaco. Casalino non sa neppure da dove cominciare. E Debernardi...».