Ex Marsan, ascensori in via Roma e Palestina: discussione accesa in Consiglio
Dup, Bocciati gli emendamenti presentati da Claudia Buo

Scaramucce a parte, il Consiglio Comunale dello scorso 29 luglio ha avuto come assoluto protagonista il DUP, Documento Unico di Programmazione in cui la maggioranza guidata dal sindaco Claudio Castello ha messo nero su bianco la pianificazione strategica e operativa del triennio 2026 - 2028.
Bocciati gli emendamenti presentati da Claudia Buo
A fare le pulci all’amministrazione ci ha pensato Claudia Buo, di LiberaMente Democratici, spina nel fianco di quel centrosinistra che in passato (sembra un secolo fa) la vedeva esponente di spicco, tanto da ricoprire il ruolo di assessore al bilancio nella Giunta guidata dal sindaco Libero Ciuffreda.
Bocciati, anzi, respinti direttamente al mittente, i suoi emendamenti al DUP, in base a una norma che comunque si presta a diverse interpretazioni.
Dup
LiberaMente ha presentato diversi emendamenti all’assestamento di bilancio e al DUP. Qual era il vostro obiettivo?
«Il DUP è solo in apparenza un documento tecnico: nella realtà definisce le priorità politiche dell’amministrazione. Quello approvato è confuso, con voci superate, obiettivi irrealizzabili e pochissime scadenze certe.Con i nostri emendamenti volevamo renderlo più chiaro e concreto: eliminare ciò che è obsoleto, indicare con precisione cosa si vuole realizzare nel 2026 e spostare risorse dove realmente servono. In sintesi, trasformarlo da manifesto elettorale a strumento di governo.
La maggioranza li ha bocciati tutti, senza un briciolo di confronto democratico, rifugiandosi – nel caso dell’assestamento – dietro cavilli del tutto pretestuosi».
A cosa vi riferite?
«Alcuni emendamenti al DUP sono stati dichiarati inammissibili dal Presidente del Consiglio Alfonso Perfetto, con la motivazione che fossero “troppo generici”. Ma erano tutt’altro: testi chiari, dettagliati, con obiettivi e azioni ben definite.
Ancora una volta, il Presidente ha mostrato tutti i limiti nell’interpretazione del suo ruolo, contribuendo a un progressivo impoverimento della qualità della politica locale.
Anche sull’assestamento, la maggioranza ha fatto la stessa operazione: su due emendamenti – tra cui quello sull’ex asilo Marsan – si è nascosta dietro un parere tecnico negativo del settore finanziario. Ma era evidente che si trattava di una decisione politica: bastava un passaggio tecnico elementare per renderli attuabili.
E francamente, sentire Adriano Pasteris agitarsi spasmodicamente per difendere una tesi smentita dalla normativa è stato surreale. Siamo ai livelli del terrapiattismo».
Ex Marsan
Parliamo dell’ex asilo Marsan. Cosa proponevate?
«Dal 2019 sentiamo solo promesse, rinvii e, soprattutto, bugie. Tutto viene continuamente rimandato e le responsabilità dei fallimenti vengono sistematicamente attribuite ad altri.
Il nostro emendamento chiedeva semplicemente di attuare quanto già previsto nei documenti approvati dalla stessa maggioranza: demolire l’edificio, che oggi rappresenta una potenziale fonte di pericolo a causa della presenza di amianto, e restituire alla città un’area sicura e riqualificata.
In secondo luogo, invitavamo il Sindaco a contattare ASL e Regione per avviare un percorso che porti in quella zona un presidio sanitario di prossimità. Siamo convinti che esistano tutti i presupposti per una collaborazione efficace e reciprocamente utile, ma il Sindaco deve assumersi le sue responsabilità e fare ciò che è chiamato a fare: lavorare, attivarsi, prendere contatti.
In aula si sono rifugiati nel solito “faremo altro”. Ma nessuno ha spiegato cosa significhi quel “altro”, con quali fondi e con quali tempi. Dopo anni di tentativi falliti, costi di bonifica sempre più elevati e nessun progetto concreto, è evidente che la struttura non è più recuperabile.
Nulla di nuovo sotto il sole.
E sugli altri emendamenti?
«Abbiamo chiesto un cronoprogramma preciso sugli ascensori della passerella ferroviaria, un tema completamente sparito dall’agenda del Sindaco Castello e dell’assessore Debernardi.
Abbiamo chiesto di ripresentare la convenzione con RFI per mantenere aperto il passaggio a raso, di potenziare il sostegno al centro antiviolenza, di attivare la Consulta degli Stranieri con una data certa, di stanziare risorse per progetti a favore dei non autosufficienti e di avviare un piano per l’occupazione locale.
Tutte proposte serie, progressiste, pensate per migliorare la qualità della vita in città. Tutte respinte da un’amministrazione che si definisce progressista, ma che alla prova dei fatti non ha alcuna visione né spinta ideale, se non la propria autoconservazione.
E c’è un motivo se città, frazioni e periferie sono abbandonate: qualcuno ha mai visto il Sindaco o l’assessore competente fuori da un evento o da una campagna elettorale?».
C’era anche un emendamento sul gemellaggio con Betlemme. Cosa proponevate?
«La nostra proposta era semplice e concreta: stanziare 75 mila euro per dare finalmente attuazione al gemellaggio con Betlemme, andando oltre simboli e dichiarazioni di facciata.
Avevamo indicato un progetto specifico: sostenere un ospedale a Hebron che si sta attrezzando per curare bambini mutilati e donne vittime di violenza. Un gesto di solidarietà reale, tangibile, in una zona colpita da una guerra feroce.
Eravamo comunque pronti a discutere altre opzioni, purché serie, coerenti con lo spirito del gemellaggio e immediatamente attuabili.
Il problema è che in venti mesi di guerra e decine di migliaia di vittime civili, questa amministrazione non ha fatto nulla. Nessuna donazione, nessuna mozione autonoma, nessun atto non sollecitato dall’esterno.
Eppure non stiamo parlando di un tema estraneo alla nostra storia, ma di dare un minimo di concretezza al gemellaggio con Betlemme destinando risorse a sostegno di un popolo stremato dalla guerra.
Alla proposta è seguita la solita, sconfortante risposta del sindaco Castello secondo cui le azioni del Comune verso la città gemellata sono state “più che sufficienti”. Un lenzuolino, una bandiera palestinese, una call (organizzata dal sindaco di Betlemme) e una mozione consiliare puramente simbolica: un “impegno” eroico… davvero un grande aiuto ai nostri “gemellati”. A noi sembra davvero troppo poco, per non dire nulla.
E neppure nel DUP non c’è una sola riga sulla cooperazione internazionale o sul gemellaggio con Betlemme.
E così, mentre sui social assessori e consiglieri di maggioranza postano immagini strazianti di bambini palestinesi feriti e affamati, in aula votano contro ogni forma di aiuto reale.
Ma ai cittadini chiedo: aiutare bambini mutilati a tornare a camminare vale o no un duecentesimo del budget del Sabiunè, per fare un esempio concreto? La maggioranza, a quanto pare, ha risposto no».
Avete presentato anche una mozione su via Montegrappa.
«Via Montegrappa è una delle tante zone trascurate. Non chiediamo miracoli, ma cose essenziali: completare la numerazione civica, in modo che postini, corrieri e soccorritori possano fare il loro lavoro senza ostacoli; installare attraversamenti rialzati e limiti di velocità per proteggere chi frequenta la scuola Blatta; bonificare l’area retrostante via Volpiano, oggi degradata e piena di veicoli abbandonati.
Abbiamo chiesto anche un sopralluogo congiunto di ARPA e Polizia Municipale.
Dovremo aspettare settembre per discuterne… perché convocare i Consigli Comunali con dei tempi adeguati agli argomenti da trattare richiede troppa fatica. Sindaco e consiglieri di maggioranza sono disposti a sforare la mezzanotte solo per far finta di aiutare il commercio, e sottolineo far finta. Per le istanze delle opposizioni, che poi sono quelle dei cittadini, ci sarà tempo, forse chissà…».