CHIVASSO

Forza Italia, aspettative e speranze fra i militanti azzurri

I commenti dai vertici locali

Forza Italia, aspettative e speranze fra i militanti azzurri
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Forza Italia senza il suo presidente Silvio Berlusconi troverà la forza di andare avanti e di proseguire nel solco tracciato?

Forza Italia, aspettative e speranze fra i militanti azzurri

La risposta dei fedelissimi del cavaliere è «Forza Italia va avanti senza se e senza ma». Lo scenario che si sta delineando sarebbe quello di affidare la presidenza ad Interim del partito ad Antonio Tajani, almeno fino alla convocazione di un congresso.
La discussione sul futuro degli azzurri tiene banco anche a Chivasso. Abbiamo pertanto chiesto ad alcuni autorevoli rappresentanti un commento.
Andrea Fluttero, ex sindaco già senatore di FI: «Io mi auguro che il partito possa proseguire nella scia di quello che è stato fatto accreditandosi sempre di più come partito popolare europeo. C’è bisogno di un partito che rappresenti l’elettorato che si riconosce nei valori del partito popolare europeo. Sostanzialmente nel cattolicesimo liberale. Che poi possa allearsi con i conservatori di Meloni .
Lo scenario che io vedo è europeo, pertanto le scelte politiche devono essere sempre più indirizzate a livello europeo. A sinistra c’è il PSE, mentre nel centro destra popolari e conservatori. Quindi bisogna radicarsi sempre di più in quel contesto.
Il ministro Antonio Tajani sta svolgendo bene ruolo di reggente ha l’esperienza e le relazioni nazionali e internazionali a proseguire almeno fino alle elezioni europee. E’ una persona di peso e di equilibrio. Del resto non vedo chi potrebbe decidere ora per il cambiamento. Per farlo occorre un congresso».

Clara Marta, capogruppo consiliare di Forza Italia: «È naturale che la figura di Berlusconi sia insostituibile e irripetibile. Ma sarà proprio sul solco tracciato dalla sua storia che il partito saprà trarre la forza e lo spirito giusto per proseguire la linea europeista, liberale e garantista indicata dal Presidente in un percorso di tradizione e innovazione. In questa fase certamente il ministro Tajani è figura di autorevolezza ed esperienza, doti necessarie per governare la prima fase dopo la scomparsa del presidente. In seguito saranno gli organismi nazionali e regionali del partito gli iscritti e tutto il popolo di Forza Italia a definire quale sarà la gestione futura e a chi sarà affidata».

Carlo Giacometto, già deputato di Forza Italia: «Se c’è una cosa che ho imparato in questi anni, è che in politica è inutile fare previsioni a medio-lungo termine. Mi preme però sottolineare, a pochi giorni dalla scomparsa del Presidente Berlusconi, quanto la sua discesa in campo abbia inciso profondamente, e in positivo, nella politica italiana. Lo dico avendo fatto tutto il percorso al suo fianco, dal 1994 in avanti. Credo di essere uno dei pochissimi a poterlo dire. L’amore per l’Italia, la realizzazione del primo centrodestra di governo, la scelta del premier affidata di fatto agli elettori, la democrazia dell’alternanza, il confronto tra programmi, l’aver messo al centro il tema del taglio delle tasse come leva per la crescita economica, il sì incondizionato alle infrastrutture strategiche, l’affermarsi dei principi del garantismo, l’atlantismo come scelta irrinunciabile nel contesto internazionale: sono tutti temi che si sono affermati nell’agenda politica grazie a Silvio Berlusconi e che oggi sono patrimonio di Meloni.
Ora per Forza Italia potrebbe aprirsi una fase congressuale per eleggere il nuovo Presidente nazionale. Così, almeno, recita lo Statuto. Penso però che l’avvicinarsi di importanti appuntamenti come le elezioni Europee e, in Piemonte, le elezioni regionali incideranno sui tempi di conclusione di tale percorso. Peraltro, sul punto, ritengo si dovrebbe operare in modo diverso, eleggendo non solo i Coordinatori cittadini e provinciali, oltre naturalmente al Presidente nazionale, ma soprattutto i Coordinatori regionali, quelli cioè che detengono il simbolo e definiscono le candidature praticamente a tutti i livelli. E’ il ruolo più delicato, proprio nell’ottica di formare classe dirigente, e quindi dovrebbe essere contendibile, a mio giudizio. Finora non lo è mai stato, perché tutti riconoscevamo a Silvio Berlusconi e al suo ruolo di fondatore l’ultima parola. Il mio auspicio per l’oggi è che invece uno dei sogni del Presidente, quello cioè di realizzare in Italia un grande partito della Nazione, liberale in economia e conservatore nei valori, prenda forma quanto prima. Un nuovo PDL, insomma, capace di rappresentare quella che un tempo veniva definita la “maggioranza silenziosa” degli italiani. Credo che ciò consentirebbe a tanti di appassionarsi o riappassionarsi alla politica, con l’obiettivo di portare beneficio alla propria comunità.
Per quanto mi riguarda mi ritengo a disposizione del Piemonte e del nostro Presidente Alberto Cirio.
Credo che il mio curriculum nelle Istituzioni parli per me, nel bene e nel male. Certo, ho voti bassissimi in presenzialismo fuori dalle Aule istituzionali e faccio tanta fatica a dissimulare, specie quando ritengo di essere nel giusto. Sono limiti notevoli nella politica odierna, che riconosco senza problemi. Tuttavia, credo di avere anche qualche caratteristica positiva: di minimo, una rete di relazioni che potrei e vorrei mettere a disposizione della comunità piemontese e locale, oltre a qualche lettura sui principi dei bilanci pubblici e dell’organizzazione di strutture complesse. In più, non ho assolutamente perso la voglia di impegnarmi: prova ne è il bellissimo corso di formazione politica che con gli amici di Obiettivo Piemonte abbiamo iniziato a marzo scorso, che si concluderà a luglio e che ha suscitato notevole interesse non solo a Chivasso, ma anche in tante parti della nostra regione. Pertanto, l’intenzione è di continuare ad occuparmene, a patto ovviamente di avere il necessario supporto».
Per il coordinatore cittadino Domenico Ciconte, infine, «Noi esponenti del partito, ad ogni livello, dovremmo impegnarci ancora di più dopo la scomparsa del nostro Presidente Berlusconi, per mantenere vivi i valori del nostro partito e rimanere il punto di riferimento di un’area moderata (che è la maggioranza degli italiani)».

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