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La Chiesa è del Comune... c'è chi chiede un'alternativa

Uno scontro molto accesso quello che si è svolto durante il Consiglio di fine luglio

La Chiesa è del Comune... c'è chi chiede un'alternativa
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La seduta si è aperta con il sindaco Rosanna Giachello che ha letto l'interrogazione che porta la firma di Daniela Caminotto e Stefania Casa e, successivamente, la diffida presentata da Caminotto. A seguire, ha esposto una dettagliata relazione basata su un'indagine storica e documentale, volta a dimostrare la proprietà pubblica dell'edificio.

La Chiesa è del Comune...

Giachello ha esordito ricordando l'ammissione del Comune a un contributo regionale di oltre 221.000 euro per la manutenzione straordinaria e la copertura sia della chiesa che dell’ex sede municipale. Ha poi sottolineato la necessità di definire con chiarezza la proprietà dell'immobile per poter accedere correttamente ai fondi.
«Il fabbricato della Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista risulta in capo a un generico Ente Chiesa Parrocchiale, a cui non corrisponde alcun ente giuridico ad oggi esistente», ha spiegato il sindaco, ribadendo che, a memoria della comunità verolenghese, l'edificio è sempre stato di proprietà pubblica fin dalla sua costruzione nel 1518.
A sostegno di questa tesi, Giachello ha citato una serie di documenti storici, tra cui un «Atto di Transazione del 25 aprile 1832» e un «Verbale del Consiglio Comunale del 28 luglio 1948». Da questi documenti, secondo il sindaco, emerge chiaramente che la comunità di Verolengo ha sempre provveduto alle riparazioni e alle spese di manutenzione, concedendo alla parrocchia il solo uso perpetuo per le funzioni religiose.
Il sindaco ha inoltre menzionato una serie di interventi e richieste più recenti, tra il 1991 e il 2016, in cui vari parroci avrebbero riconosciuto la proprietà comunale, fino ad arrivare a una richiesta del parroco don Giuseppe Boero del 2016, in cui si legge testualmente che la chiesa «è di proprietà comunale e concessa in comodato a questa parrocchia».

Il forte scontro

Al termine del suo intervento, Giachello ha rivolto una domanda polemica alla minoranza: «Ho citato quattro determinazioni che si sono verificate tra il 2021 e il 2024. Voi eravate componenti della maggioranza, eravate due assessori, eravate a conoscenza di tutto questo? Il fatto di aver presentato un'interrogazione di questo tipo, dove tra l'altro si parla di leggerezza, direi che la leggerezza forse l'avete avuta voi non leggendo, forse non lo sapevate, delle determinazioni che già si erano verificate durante il vostro mandato, ma addirittura presentare la PEC dove si va a insegnare a un notaio, attraverso una diffida, che cosa deve fare per procedere, francamente mi sembra veramente un'azione fuori dal normale».

Caminotto ha replicato sottolineando che i dubbi della minoranza sono sempre stati legati al corretto utilizzo dei fondi regionali, che hanno regole più stringenti rispetto a quelli comunali: «Non c'è l'intenzione nostra di offendere nessuno, ma di fare degli atti che siano il più trasparenti possibile. Il fatto che poi avete fatto ricorso al notaio, evidentemente, dimostra che la situazione non era definita legalmente».

Il dibattito si è acceso ulteriormente sul tema della trascrizione notarile. L'assessore Francesco Artusa ha chiarito che l'incarico al notaio non è per acquisire la proprietà, ma per regolarizzare una situazione catastale che, a oggi, non attribuisce l'immobile a nessun ente specifico. «La proprietà è già nostra, è già accertata, è già nostra, i progetti e le schede di progetto sono già state presentate con la piena certezza di proprietà. Nulla è cambiato - ha affermato Artusa, specificando che l'atto notarile serve solo per sistemare una situazione catastale che, ripeto, non è probatoria».

C'è chi  chiede un'alternativa

La discussione è poi degenerata in uno scontro più aspro, con il consigliere Casa che ha chiesto se l'Amministrazione avesse considerato un'alternativa sulla proprietà, proponendo persino un coinvolgimento dei cittadini nella decisione perché, come la stessa ha affermato, all’interno «il Comune non può fare nulla». Se il sindaco Giachello ha definito la proposta «grottesca», l’assessore Artusa ha sottolineato come lui, nonostante non sia originario di Verolengo, non metterebbe mai in vendita la chiesa parrocchiale «ma se lei Casa se la sente...».
Il consiglio si è chiuso senza un accordo, ma con la maggioranza che ha ribadito la propria certezza sulla proprietà comunale e la necessità di procedere con l'atto notarile per la corretta gestione del bene e l'ottenimento dei fondi. La minoranza, dal canto suo, ha mantenuto i propri dubbi sulla legittimità della procedura e sulla necessità di maggiore trasparenza.