CHIVASSO

La maggioranza difende Castello: "Basta giustizialismo"

La lettera inviata dai suoi consiglieri

La maggioranza difende Castello: "Basta giustizialismo"
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E' di questa mattina (giovedì 25 maggio 2023) la lettera della maggioranza consiliare del sindaco Claudio Castello in difesa di quest'ultimo.

La maggioranza difende Castello

E' di questa mattina (giovedì 25 maggio 2023) la lettera della Giunta, della maggioranza consiliare del sindaco Claudio Castello e delle forze politiche in difesa del primo cittadino. I suoi consiglieri, infatti, sono voluti intervenire dopo le parole pronunciate dalle minoranze.

"Basta giustizialismo"

Ecco il testo della lettera della maggioranza:

Nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale, dai banchi dell’opposizione, abbiamo sentito rivolgere al Sindaco affermazioni di questo tipo: “Qualcuno ha mentito nel corso della seduta del Consiglio Comunale del 27 maggio 2021. Un atto decisamente grave…Qualcuno ha telefonato ad un incensurato che oggi si trova nelle patrie galere perché in odore di mafia. Un atto ancora più grave…Qualcuno, nonostante tutto ciò, ha l’ardire di non ricordare qualcosa o di aver fatto una telefonata insieme ad altre mille in campagna elettorale, senza tenere conto di un'etica politica che deve accompagnare ogni nostro gesto quotidiano… Tutto ciò è decisamente intollerabile, a dir poco vergognoso…”

Proclami ed assunti di questo genere tendono a mettere in moto la macchina del giustizialismo, ovvero la via più semplice per mimetizzare un attacco personale, mescolato con la politica. La teoria del sospetto, sottesa a queste pesanti affermazioni rivolte al Primo Cittadino, è la via più comoda per coloro che bramano vendetta, cosa, però, assai diversa dalla Giustizia a cui tutti dobbiamo tendere.

Il Sindaco, sembra voler dire qualcuno, non poteva “non sapere” di essere al telefono con una persona poi finita in carcere. Ma perché, ci chiediamo, il Sindaco avrebbe dovuto sapere? Con la figlia del personaggio in questione, ben prima della fatidica telefonata, alcuni si erano affacciati al balcone di Palazzo Santa Chiara per consegnare simbolicamente le chiavi della città durante il Carnevale; altri avevano partecipato con la bella Tolera di allora ad eventi mondani nostrani ed altri ancora avevano lecitamente consentito l'apertura di attività commerciali. È la chiara dimostrazione, dunque, che nessuno poteva, o doveva, sapere e noi, da garantisti convinti, non ci permetteremo mai di imputare ad alcuno una qualche trasgressione all’etica o alla morale. No, perché noi sappiamo bene che, oggi, la mafia è fatta di persone difficili da individuare, spesso incensurate, inserite nella “buona società” di cui condividono la vita mondana, gli eventi culturali, la realtà imprenditoriale. No, perché noi non pensiamo di essere “unti dal Signore” e siamo diversi da coloro sempre pronti ad allestire aule di giustizia in piazza per evitare imminenti catastrofi giudiziarie, di cui profetizzano continuamente come novelle Cassandre. No, infine, perché noi vogliamo che la Giustizia faccia il suo corso e sosteniamo con forza il principio secondo il quale una persona non raggiunta da alcun tipo di avviso di garanzia, e non imputata in alcun tipo di processo, ma chiamata in aula di giustizia come testimone, non debba essere sottoposto da alcuno a processi di pubblica piazza per soddisfare le proprie personali frustrazioni.

Ora, per evitare il rischio che una menzogna detta cento volte si trasformi in una verità, crediamo sia doveroso esporre i fatti in modo circostanziato. Dalla trascrizione dell’intervento fatto dal Sindaco nella già menzionata seduta del Consiglio Comunale del 27 maggio 2021, spesso citato dall’opposizione come momento di grave contraddizione da parte del Primo Cittadino, si evince che quanto affermato allora da Claudio Castello collima perfettamente con quanto dichiarato dallo stesso in Tribunale. Non vi è alcuna traccia di contraddizione, a differenza di quanto sostenuto da qualche esponente dell’opposizione. Noi la trascrizione delle parole del Sindaco l'abbiamo letta tutta vi invitiamo a fare altrettanto. Insomma, se qualcuno ha davvero “mentito in Consiglio Comunale”, questi non è stato certamente il Sindaco Castello e allora la scelta dell’opposizione di abbandonare l’aula durante l’ultima seduta è stata una grave mancanza di rispetto non solo verso l’intera assemblea, ma, soprattutto, verso tutti i cittadini da essa rappresentati.

Le parole del primo cittadino, inoltre, ci danno lo spunto per affrontare la questione morale dell’etica politica, altro importante cavallo di battaglia usato da qualcuno per pretendere le scuse in aula da parte del Sindaco, delle parti politiche che lo sostengono, PD in primis, o, addirittura, le dimissioni del Primo Cittadino. Dalle intercettazioni dell'operazione Platinum riportate dalla stampa, emerge chiaramente come l'attenzione degli imputati fosse rivolta anche ad altri esponenti politici, alcuni dei quali, oggi, siedono ai banchi della minoranza e con i quali, coloro che pretendono le dimissioni del Sindaco, giustamente collaborano. Ma allora, la domanda che ci sentiamo di porre a chi mette in questione l’etica politica del Sindaco è: l’etica politica che tanto sbandierate vale, forse, solo per i vostri avversari? Voi non vi sentite in dovere di chiedere scusa a tutti i cittadini di Chivasso? Sicuramente no, perché voi, e solo voi, potevate non sapere, o non ricordare, fatti e circostanze, mentre tutti gli altri dovrebbero vergognarsi di ciò.

Non speriamo di farvi cambiare idea e nemmeno il vostro stile, che voi definite politico, ma che, agli occhi dei tanti cittadini, assume sempre più il volto della pettegola frustrata che spia il vicino da dietro l'uscio di casa. Non speriamo neppure che questo scritto accorci o attenui le distanze ormai siderali che accompagnano le nostre idee di politica e di futuro dalle vostre.

Se, e quando, vorrete parlare di politica, quella fatta nel reale interesse dei nostri cittadini, noi ci saremo, uniti e compatti, sempre pronti al confronto. Alla politica del giustizialismo nostrano, noi preferiamo i fatti e se, per caso, vorrete stupirci, vi aspettiamo in sala del consiglio, pronti ad ascoltare le vostre scuse alla Città per l'ennesima bugia che ricade sull'onorabilità di tutti noi.

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