Manutenzioni e bandi, ancora scontro tra sindaco e capogruppo Pd

Ancora scontro acceso e accuse tra il sindaco e il capogruppo dem.

Manutenzioni e bandi, ancora scontro tra sindaco e capogruppo Pd
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Manutenzioni e bandi sul territorio di Settimo, continua il botta e risposta tra sindaco e capogruppo Pd.

Ancora scontri su manutenzioni e bandi

Continua la bagarre sul tema delle manutenzioni e dei bandi, così come prosegue il botta e risposta, stavolta a suon di lettere, tra Fabrizio Puppo e il capogruppo del Partito Democratico Daniele Volpatto. Dopo la risposta alle osservazioni e dichiarazioni lanciate, due settimane fa, dal Dem e la risposta del primo cittadino, c'è la controreplica alle ragioni della scelte della giunta di cui, La Nuova Periferia, ha dato notizia la scorsa settimana.

Volpatto risponde alle accuse

Il capogruppo Volpatto, con una lunga lettera che pubblichiamo di seguito, ha cercato di ripercorrere la vicenda delle manutenzioni urbane e dei bandi sul territorio. Partendo dalla mozione di indirizzo, che lui stesso aveva presentato in Consiglio comunale, e che era stata votata all'unanimità dal parlamentino locale. Una mozione con cui, alla Giunta, si chiedeva di non procedere a ulteriori bandi prolungati nel tempo, in modo tale da non vincolare l'imminente prossima amministrazione comunale nelle scelte da adottare in questo capitolo di attività sul territorio. Una lettera che ha anche il netto obiettivo di respingere le accuse di malafede che il sindaco gli aveva rivolto nei giorni scorsi.

La lettera

Mi preme, anzitutto, evidenziare che in oltre un’ora di intervista, il sottoscritto ha sempre parlato di “attivazione delle procedure istruttorie necessarie alla predisposizione di gare d’appalto” e mai di “indizione di bandi”. Quanto è stato riportato nel virgolettato attribuitomi è probabilmente il frutto di un mero refuso, anche perché la mia corretta affermazione viene esattamente ripresa nell’articolo di spalla al pezzo, posto nella parte alta della medesima pagina.

Ciò premesso, non posso che respingere totalmente le accuse di malafede e ricostruzione faziosa ricevute da parte del sindaco.

Partiamo dalla mozione approvata all’unanimità dal Consiglio comunale il 28 gennaio scorso, con all’oggetto: “Indirizzi relativi alla gestione attuale e futura delle manutenzioni urbane” e più in dettaglio dal punto due del suo dispositivo che chiaramente prevedeva di : “[…] non procedere all’indizione di nuovi bandi di gara nel corso della vigenza della presente legislatura o comunque fino alla completa e definitiva definizione del contezioso in corso, similari alla procedura a doppio oggetto di cui si è in attesa di sentenza e comunque per affidamenti di lungo periodo, limitando le possibilità allo svolgimento di gare su singoli interventi di manutenzione straordinaria o per la gestione ordinaria del patrimonio comunale”. Considerato che i termini per il ricorso al Consiglio di Stato da parte del secondo classificato non sono ancora decorsi, non si ravvisa quale fosse la necessità da parte del Sindaco di inviare, quale rappresentante del Comune di Settimo (socio unico della Patrimonio srl) ed a meno di un mese dalla votazione unanime della mozione da parte del Consiglio Comunale, una nota alla società controllata con all’oggetto “Contratti per l’affidamento di lavori” (Prot. N. 12562), nella quale si chiedeva -come da me appreso attraverso una richiesta ufficiale di accesso agli atti datata 6/4/2019 Prot. N. 22350- quanto segue: “[…]con la presente nota sono a richiedere da parte di codesta Società (Patrimonio) l’attivazione delle procedure istruttorie necessarie alla predisposizione di gare d’appalto aventi le seguenti caratteristiche: Individuazione di tre diverse procedure di tre gare d’appalto con oggetti specifici e relative rispettivamente a: A) Manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade; B) Manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici; C) Manutenzione e gestione delle aree verdi; Periodo di durata dei contratti da porre in gara 9 anni. Si invita pertanto la S.V a voler programmare le attività necessarie ed a riferire circa i tempi necessari per la predisposizione degli atti nonché, progressivamente, circa i contenuti specifici degli stessi”.

La scelta di indirizzo politico del Consiglio risulta essere chiara sia nelle premesse sia nel dispositivo della mozione, richiedendo la completa definizione del contenzioso o comunque lo svolgersi delle elezioni, prima di muoversi in direzioni diverse rispetto a quanto sancito nella mozione stessa. Soprattutto rimarcava con forza la richiesta di non procedere all’indizione di bandi di lungo periodo, bensì di applicare in alternativa l’iter comunemente utilizzato dalla maggioranza dei Comuni e descritto anch’esso dalla norma, prassi questa percorsa da Patrimonio come si evince dalla risposta scritta (Prot. n. 23808) fornita dalla stessa società alla mia interrogazione verbale nel Consiglio comunale del 12/4/2019.

Richiedere l’attivazione di procedure istruttorie e indicare in NOVE anni il periodo contrattuale non è né limitarsi ad invitare gli Uffici comunali a predisporre la documentazione utile per la successiva amministrazione (come vuol fare credere il Sindaco) né il periodo può definirsi “breve”...

Ciò precisato, ribadisco che i miei interrogativi vertevano da un lato su quali fossero stati i motivi politici che avevano mosso, ad appena un mese dall’approvazione della mozione, la richiesta di istruttoria sopra descritta e dall’altro cosa sarebbe accaduto se a pochi giorni dalle elezioni la società seconda classificata avesse rinunciato al ricorso, in quanto se si fosse proceduto come descritto nella nota con bandi a lungo periodo (NOVE anni!), ciò avrebbe di fatto vincolato l’amministrazione subentrante.

Per quale motivo si è deciso di non comunicare a nessuno l’intenzione di procedere all’istruttoria, tantomeno al capogruppo del partito di maggioranza relativa, nonché presentatore della mozione approvata all’unanimità?

A poco giovano ora le dichiarazioni e le rassicurazioni arrivate a mezzo stampa a valle dei miei interventi in Consiglio comunale ed interviste. Occorreva discuterne oltre due mesi fa, quando si è deciso di procedere all’istruttoria. Non è questione di lesa maestà, ma di trasparenza nei confronti di chi rappresenta, in Consiglio comunale, i cittadini. Mio preciso dovere è capire i motivi e cercare le risposte su materie di così ampio respiro ed interesse per la città. Come spesso accade, però, il sindaco si trincera dietro tecnicismi, prediligendo la forma alle risposte nel merito delle questioni sollevate. La domanda è semplice: perché si è proceduto con quella nota a valle di una mozione che indicava altre vie, a fronte del fatto che la legge mette a disposizione tutti gli strumenti necessari per ottemperare alle necessità della città? La risposta non può essere, come mi è capitato di leggere su un giornale locale, che si intendeva mettere a disposizione una “Ferrari” qualora a vincere le elezioni fossero state forze diverse da quelle che sostengono l’attuale Sindaco, oppure “essersi portati avanti col lavoro” in caso di riconferma. Se così fosse stato, sarebbe bastato comunicarlo almeno alle forze che attualmente compongono la maggioranza o meglio, renderlo pubblico, anche se con colpevole ritardo, durante la mia interrogazione al penultimo Consiglio comunale. Si è deciso di non farlo.

Un discorso a parte merita, invece, la questione della nomina del nuovo Amministratore delegato della società Patrimonio. Anche qui il ragionamento e le domande sono di natura politica e non tecnica. Non si contesta l’applicazione della norma, ma la scelta politica sottesa. L’operato dell’A.D. in scadenza è stato giudicato positivo sia da parte della Giunta sia da parte del Sindaco. Perché si è atteso che scadessero i termini per istruire l’eventuale proroga, senza dire a nessuno dell’intenzione di indire, anche qui a poco meno di un mese dalle elezioni, un nuovo bando per l’individuazione di un nuovo Amministratore delegato?

Il cosiddetto “traghettatore” dovrà gestire questioni molto delicate, una su tutte, le gare per il nuovo Palazzetto dello sport. Di fatto la nuova Amministrazione si troverà senza la possibilità di decidere, per una scelta fatta a meno di un mese dalle elezioni. Perché si è voluto arrivare al nuovo bando e non si è scelto di agire prima della scadenza dei termini per la prorogatio? Il percorso che ha portato a questo epilogo tutto sembra fuorché casuale, ma frutto di una precisa scelta politica, legittima e rispettosa delle regole certamente, ma anche qui né comunicata, tanto meno condivisa. Quantunque la domanda possa sembrare retorica, come è possibile che a due giorni lavorativi dall’indizione del bando per la scelta del nuovo Amministratore delegato -cioè dal momento in cui ho posto durante il Consiglio del 4 aprile scorso la domanda specifica rispetto al destino dell’A.D. in scadenza- il sindaco non abbia saputo rispondermi, rimandandomi ad una risposta scritta pervenutami poi in data 12 aprile, a ben otto giorni dalla richiesta e a quattro dall’indizione del bando? Considerata la precisione con cui sono state citate norme e tempistiche nella risposta inoltrata al Vostro giornale, il dubbio che al momento della mia interrogazione la decisione fosse già assunta e “masticata” resta forte, e non trova risposta da nessuna parte.

In questi mesi abbiamo assistito a forzature enormi, a partire dalla variante 37 fino all’oggetto di questa missiva. In questi anni ho scisso sempre la politica dall’ amministrare e sostenuto lealmente il sindaco anche quando non mi sono trovato del tutto d’accordo con le sue scelte. I risultati di cui oggi si attribuisce i meriti, così come la conclusione della legislatura, sono da ascrivere anche alla maggioranza che lo ha sostenuto e al gruppo consigliare del PD, lo stesso gruppo che nell’ultimo consiglio comunale non ha neppure degnato di un ringraziamento.

In completa coerenza con quello che è stato sempre il mio pensiero, quando delle scelte amministrative non mi hanno convinto fino in fondo ho cercato spiegazioni, fatto sentire la mia voce e, come in occasione della variante 37, ho votato contro. Troppo spesso l’esecutivo pare invece relegare il Consiglio a semplice orpello. Il Consiglio e i Consiglieri sono espressione diretta del voto dei cittadini. Il Consigliere ha il diritto-dovere di far sentire la sua voce, di “disturbare il manovratore” se occorre. Io ho il diritto-dovere di far sentire la mia, di voce. Ed è quello che ho fatto e che sempre farò.

Cordialmente.

Daniele Volpatto

 

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