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Mensa, buco da 800 mila euro

Dopo il caso ATC, un’altra tegola su Palazzo Santa Chiara: questa volta si parla di servizi scolastici

Mensa, buco da 800 mila euro
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Dopo il caso ATC, una nuova bomba scuote le mura di Palazzo Santa Chiara: un buco da quasi 800 mila euro legato ai servizi scolastici (mensa, trasporto etc) che centinaia di famiglie non hanno pagato dal 2015 al 2022. Senza che nessuno, è facile pensare, facesse più di tanto per recuperare il dovuto.
Perché? A saperlo...

Caso case Atc

Per quanto riguarda ATC (una zuppa da almeno 200 mila euro, che porta il totale a un milione) il tema è quello delle «morosità colpevoli»: si tratta di utenti delle case popolari (nel caso specifico via Togliatti e via Ajma) che avrebbero potuto pagare gli affitti ma non l’hanno mai fatto.
In questo caso, dopo svariati solleciti, la norma prevede che ATC chieda ai Comuni di effettuare entro 30 giorni il provvedimento di decadenza del contratto di affitto che deve comprendere un termine compreso entro 90 giorni per il rilascio dell’alloggio. In caso di mancato intervento comunale, gli importi dovuti al gestore dalla data della mancata pronuncia di decadenza e per tutta la durata futura della locazione sono a carico del Comune.

Mensa, buco da 800 mila euro

Passando all’affaire scuola, il problema sembra essere legato al fatto che, prima di oggi non esistesse un «archivio generale su supporto informatico». Cosa vuol dire? Non è chiaro, ma speriamo che quelle poche parole non significhino una pila infinita di foglietti sparsi sulle scrivanie e di conseguenza impossibili da gestire.
Questa digitalizzazione è stata comunque propedeutica «Alle attività successive per l’iscrizione a ruolo delle somme accertate, contestate e non pagate nei termini dai genitori degli alunni per i servizi scolastici erogati (mensa, trasporto...) relativi agli anni scolastici dal 2015/2016 al 2021/2022».
Dopo l’analisi dei dati, gli uffici hanno accertato intimazioni di pagamento (notificate agli interessati) per 780 mila 47 euro. Le somme pagate sono pari a poco meno di 100 mila euro, mentre quelle dilazionate sfiorano i 110 mila.
Vi sono poi altri 103 mila euro legati ad accertamenti da notificare nuovamente (persone irreperibili, trasferite) e 6 mila 326 euro di casi ormai andati in prescrizione.
Quello della prescrizione è un tema che potrebbe interessare moltissimi altri «fascicoli», tanto che gli uffici hanno messo nero su bianco come sia «Indispensabile nelle prossime settimane procedere ad inviare i dati al concessionario della riscossione, soprattutto per le intimazioni di pagamento che sono gli accertamenti più datati e con un residuo dei termini di prescrizione imminente».
Non è chiaro cosa abbia portato gli uffici a fare queste verifiche proprio ora, ma è impossibile non pensare alla presenza a Palazzo Santa Chiara degli agenti della sezione Danni Erariali della Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, in servizio distaccato presso la Corte dei Conti, chiamati a verificare sia la «scala gerarchica» sia il perché il Comune non abbia mai proceduto contro i morosi della «partita ATC». Verifiche che, occorre ricordarlo, erano state richieste dai consiglieri di minoranza Clara Marta e Claudia Buo.
« A questo punto - afferma Clara Marta - cercheremo di capire come il Comune voglia muoversi, sia sul fronte del Bilancio che verso questi “furbetti”. Anche perché nel DUP il sindaco Castello ha specificato che saranno ridotti gli accertamenti. A questo punto, a pagare saranno solo i soliti e commercianti che altrimenti avranno la sospensione della licenza».

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