la critica

Parco dei Briganti, «Opera stravolta»

L’ex assessore Stefania Casa sottolinea che la Giunta per cambiato il progetto originale trasformandolo in una generica area urbana per bambini e omettendo elementi tematici chiave

Parco dei Briganti, «Opera stravolta»

Parco dei Briganti, l’opera c’è ma non è quella pensata dall’assessore Stefania Casa, che ha seguito il progetto durante l’amministrazione Borasio.

Parco dei Briganti, «Opera stravolta»

E proprio lei esprime la sua profonda delusione per come l’opera è stata realizzata, in netto contrasto con l’idea progettuale che aveva ottenuto il finanziamento di 240.000 euro dalla Regione Piemonte. L’obiettivo, sottolinea, era sì ottenere i fondi, ma per un’opera specifica: «Per me, per noi, l’obiettivo principale era ottenere i fondi perché chiunque, avendo i soldi, l’avrebbe potuta realizzare. Con 300mila euro chiunque avrebbe potuto fare l’opera».
Il progetto iniziale era localizzato nell’area vicino alla Dora, ma, spiega l’ex assessore, già al momento dell’accordo di programma e della presentazione, l’area era stata spostata in zona Cascinetta. Questo è confermato, a suo dire, dall’elenco delle proposte ammesse del novembre 2021: «Inizialmente nell’area vicino alla Dora Baltea, ma quando abbiamo fatto l’accordo di programma presentando il progetto, era già zona Cascinetta tant’è che nell’elenco delle proposte ammesse c’era quello. Una scelta fatta perché c’era la possibilità di avere più soldi, dunque realizzare un’opera più importante».

Una generica area urbana

La critica principale riguarda la totale alterazione della visione originale, che doveva dar vita al «Parco dei Briganti» con una forte valenza tematica e naturalistica, trasformandolo invece in un generico parco urbano. «Si è perso l’obiettivo del parco dei briganti, quello è un parco urbano invece doveva esser un parco dei briganti», dichiara Casa. La documentazione inviata il 27 settembre 2021, specifica, includeva la presentazione del progetto con il nome dell’azienda e tutte le caratteristiche dei giochi.

Il progetto finanziato prevedeva elementi distintivi che sono stati omessi o ridotti nella realizzazione attuale. L’ex assessore elenca alcune delle discrepanze: «Erano previsti 10 tavoli, ce ne sono 8; 10 panchine, ora solo 5; 4 cestini, nella realtà 3. Ma è soprattutto l’atmosfera a essere stravolta: era prevista una “Casa fiabesca intorno all’albero”, 10 sculture in legno a tema bosco, un percorso in legno a sei passaggi, una porta bici che non c’è e 3 strutture tipo igloo con la vegetazione esistente che doveva fungere da nascondiglio come la foresta di Robin Hood. Doveva proprio essere una foresta. Ma la conoscono la storia di Robin Hood? La finalità non è quella di oggi perché sono giostre da parco urbano».

La gestione dei fondi

La gestione dei fondi è un altro punto dolente: «Sono stati spesi tanti soldi per gli spogliatoi quando già il comune di Verolengo ha già due campi sportivi invece che nel parco». Casa lamenta inoltre la mancanza di trasparenza e coinvolgimento: «Questo progetto doveva esser mantenuto così come è stato presentato in Regione per ottenere i fondi. Se avessero coinvolto noi, la minoranza, avremmo potuto comunicare ciò che c’era in mente di fare». L’ex assessore sottolinea come l’attuale amministrazione si sia trovata a gestire più progetti vale a dire Educare in Comune, l’asilo nido e il parco dei briganti senza la necessaria cognizione di causa: «Chi prepara il progetto sa cosa di tratta, invece loro no. Bastava il coinvolgimento. Avrei detto cosa serviva a Borgo Revel, un parco particolare».

L’ex amministrazione aveva pianificato l’uso di ulteriori fondi per una pista di pattinaggio a rotelle. Casa conclude elencando altre significative mancanze nella versione realizzata rispetto al progetto: «Non c’erano altalene e nemmeno lo scivolo. Non doveva esserci l’illuminazione perché si sarebbero dovuto usare candele e lanterne».