PD, la resa dei conti
La spaccatura diventa ufficiale dopo l’incontro (finito malissimo) con il Segretario Metropolitano Mazzù

«Chi non vuol far sapere una cosa, in fondo non deve confessarla neanche a se stesso, perché non bisogna mai lasciare tracce». Giulio Andreotti, anche questa volta, aveva ragione. E così, nonostante in pubblico si parli di maggioranza «granitica» e «coesa» oltre ogni dubbio, le carte che avrebbero dovuto restare segrete dimostrano, anch’esse oltre ogni dubbio, come la situazione sia nettamente diversa.
PD, la resa dei conti
Il punto di partenza è un documento stilato dall’ala «dissidente» del Partito Democratico alla luce di «quer pasticciaccio brutto» legato alla nomina del presidente del Consiglio Comunale, ovvero la conferma di Alfonso Perfetto (vicino al segretario cittadino Massimo Corcione e pure parente del sindaco Claudio Castello) a scapito di Cristina Peroglio, che ricordiamo a tutti non averla presa proprio benissimo.
E così Pasquale Potenza (primo firmatario), Massimiliano Tantillo, Dario Neira, Giovanni Martinelli, Giovanni Pipino, Giuseppe Busso, Tatiana Verlaet e Vincenzo Misuraca (non certo degli estremisti) hanno preso carta e penna e stilato un duro documento, discusso però solo la scorsa settimana (da febbraio) alla presenza del Segretario Metropolitano Marcello Mazzù.
Il passato
Dopo una premessa etica, l’affondo sul passato: «All’inizio del 2022 in occasione del congresso per l’elezione del Segretario del Circolo Chivassese che si svolse pochi mesi prima delle elezioni amministrative di Chivasso, si decise di non presentare contrapposizioni preferendo sostenere la candidatura unitaria di Massimo Corcione, un Segretario unitario che avrebbe dovuto garantire - nel Partito Democratico Chivassese - quanto richiamato in premessa.
All’indomani delle elezioni amministrative del 2022 il percorso decisionale che portò all’indicazione degli Assessori (del PD) non fu però partecipato, anzi le indicazioni scaturite dal Direttivo vennero disattese, non fu trasparente (prima ancora del Direttivo già circolavano i nomi dei futuri assessori) e soprattutto non fu rispettoso del pluralismo interno. Non ci fu nemmeno il tentativo di coinvolgere nelle decisioni le diverse anime presenti all’interno del circolo.
Venne imposta la candidatura di Alfonso Perfetto Presidente del Consiglio forte dell’appoggio di 4 consiglieri contro 3 (che sostenevano Cristina Peroglio). La minoranza interna accettò questo criterio puramente numerico che, ancora una volta, schiacciava il pluralismo.
Il 12 marzo 2023 Elly Schlein è stata eletta segretaria nazionale del PD. A Chivasso la sua mozione è risultata vincente nonostante quasi tutto il gruppo dirigente del partito e dell’amministrazione fosse schierata per Bonaccini. Anche in questo caso chi sperava in un percorso unitario perlomeno “rispettoso del pluralismo” è stato deluso. Quando a gennaio 2024 si trattò di sostituire l’assessore Tiziana Siragusa il percorso decisionale seguì lo stesso metodo adottato in precedenza: un “cerchio magico” che decide. Il resto del partito informato a giochi fatti.
In questi due anni l’azione del PD si è appiattita sulla gestione amministrativa di Chivasso. Le iniziative politiche sono state pochissime e occasionali».
Il presente
Non certo più tenere (anzi) le considerazioni sul presente: «Direttivo esautorato. Si è cercato in ogni modo di evitare che il Direttivo discutesse di questa spaccatura all’interno del gruppo consigliare e delle ragioni di un malessere oramai palese.
Dibattito interno negato. Prima ancora di approfondire il problema, il Segretario ha rilasciato ai giornali dichiarazioni secondo cui ci sarebbe unanimità per la scelta di Perfetto Presidente. E che non c’era nessuna discussione in atto. Perché questa palese falsità?
Forzatura dei numeri. Per aggirare la realtà numerica all’interno del gruppo consigliare: è stato coinvolto il Sindaco che da arbitro si è trasformato in giocatore attivamente impegnato per trovare sostegno alla candidatura di Alfonso Perfetto; sono stati contattati i gruppi di maggioranza che da soggetti neutrali (“è una partita interna al PD, diteci voi chi è il candidato”) sono stati trasformati così in ago della bilancia. In questo modo si è spaccato il gruppo consigliare del PD e, con 7 consiglieri su 10, si è fatto nominare il presidente dal resto della maggioranza con l’appoggio di qualcuno della minoranza.
Pluralismo negato. Alla faccia del pluralismo, l’idea di consentire a Cristina Peroglio di essere eletta Presidente non è stata neppure presa in considerazione».
Il futuro
La conclusione è un vero gesto di sfida: «Non ha più senso parlare di percorso unitario rappresentato dall’attuale Segretario. La strada che si sta percorrendo ha portato e porterà inevitabilmente ad una netta contrapposizione interna che sarà manifestata anche all’esterno del partito.
Speravamo che la stagione del “chi vince prende tutto” fosse finita con le nomine post-elettorali del 2022. Evidentemente non è così.
Faremo sentire anche la nostra voce, nel Partito e nella Città. Ripartiremo dai temi prioritari indicati dal PD nazionale per coinvolgere il territorio chivassese in un percorso di approfondimento e partecipazione».
Il primo firmatario
Pasquale Potenza, primo firmatario, non prova nemmeno a gettare acqua sul fuoco: «All’interno del Circolo non si riesce a fare politica. Non c’è discussione, non c’è confronto, non si ascolto le voci “differenti”.
L’intervento di Mazzù, chiamato a fare da arbitro, è iniziato in modo pacato per proseguire verso una serie di ragionamenti di parte, volti a difendere la posizione del segretario e della dirigenza. Poi ha deviato verso toni paternalistici, soprattutto verso noi sottoscrittori, quasi da “padre” quando abbiamo tutti una certa età...
Mazzù non ha colto il succo del nostro documento: spesso nel Circolo non si decide, si prende solo atto delle decisioni prese da altri».
Adesso, cosa pensate di fare?
«Sostanzialmente, quello che vorremmo fare è avere un luogo (fisico o virtuale) in cui si possano esprimere le proprie opinioni senza essere giudicati a prescindere, discutendo dagli aspetti amministrativi a temi più ampi, più nazionali.
Faremo riflessioni, faremo proposte, e le decisioni saranno prese in maniera democratica per far valere un vero pluralismo all’interno del Pd. Le nostre proposte saranno portate nel Circolo, perché la nostra resta una battaglia all’interno dello stesso. Con l’augurio che quanto portato possa essere “ascoltato”, non solo “sentito”».