Redditi politici Ecco la mia verità

Le parole della consigliera del Partito Democratico sulla sua situazione patrimoniale.

Redditi politici Ecco la mia verità
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Redditi politici ecco la mia verità.

Redditi politici

Fino a pochi giorni fa, l’unica casella vuota nella tabella (pubblicata sul sito internet del Comune) che indica i redditi di sindaco, assessori e consiglieri, era quella relativa a Serena Verdini, giovane esponente del Pd. O meglio, è ancora vuota, ma a questo punto pare solo per motivi tecnici.

La risposta

«In merito all’articolo relativo alla mia “presunta” dimenticanza della dichiarazione dei redditi - spiega Verdini - tengo a precisare quanto segue: non ho dimenticato proprio niente. In ottemperanza a quanto previsto dalla legge, nell’ottica della trasparenza, ho presentato al Comune di Chivasso la documentazione concernente la mia situazione patrimoniale; non ho dovuto presentare la dichiarazione dei redditi 2016 in quanto, purtroppo, non ho raggiunto il noto minimo reddituale previsto dalla legge, al di sopra del quale scatta l’obbligo di effettuare la dichiarazione in esame.  Sottolineo purtroppo perché mi sarebbe piaciuto raggiungere almeno quel minimo legale.
Nell’anno suddetto ho lavorato come stagista nella Direzione Sinistri di una compagnia assicurativa, occupandomi di arbitrati in ambito sinistri auto. Lavoravo otto ore al giorno come tutti i miei colleghi, eppure a differenza loro non godevo di ferie, permessi, malattia, né maternità; ma soprattutto in virtù del contratto di stage percepivo solo una indennità di partecipazione».

Le ulteriori precisazioni

«Ancora peggiore è la situazione dei periodi di pratica legale, per la quale è prevista la mera corresponsione di un misero rimborso spese. Lavorare e non percepire uno stipendio degno accomuna me a molti giovani italiani: oltre al danno la beffa. Il senso della mia lettera sta proprio nell’esprimere, oltre alla mia verità reddituale, una verità generazionale. Come già dichiarato in campagna elettorale mi sono candidata per smetterla di lamentarmi passivamente e cercare di cambiare le cose; questo è e sarà sempre l’obiettivo del mio agire. Anche se non richiesta ai tempi, per evitare ulteriori fraintendimenti, ho fatto pubblicare sul sito del Comune un’autocertificazione in merito alla questione».

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