Servizi sanitari totalmente assenti... Buttò ora lotterà per averli
La consigliera racconta la sua malattia e la privazione della parola in seguito a un virus
Quante volte abbiamo sentito dire che il sistema sanitario non funziona come dovrebbe quando stiamo male? Il ruolo delle istituzioni è anche quello di tutelare i malati, ed ora che il sindaco di Montanaro è pure un medico di famiglia, la speranza è di avere sul territorio servizi sanitari che mancano. Questa volta non sarà il primo cittadino Antonino Careri a intervenire, ma la sua consigliera Tiziana Buttò.
Qual è la sua esperienza al riguardo?
«In base al mio vissuto - spiega Tiziana - c’è un vuoto nei servizi sanitari che si protrae da anni a Montanaro e non solo. Infinite code agli sportelli degli ospedali di grandi città per una visita o una prenotazione, giornate di lavoro perse, giorni di lavoro presi apposta perché non c’erano servizi in paese. Questa lacuna ha generato da anni ulteriori problemi e costi sulle persone che devono fare un semplice controllo o hanno già vista complicata la vita essendo affette da varie patologie come me. A 28 anni mi è stata riscontrata la sclerosi multipla. Poi, a seguito di una medicina presa per questa malattia, ha avuto un virus a 33 anni che ha un nome lunghissimo ed abbreviato è P.M.L. e l’esito è purtroppo la privazione della parola».
Che cosa si potrebbe fare per venire incontro ai pazienti?
«Il punto principale del nostro programma - precisa Tiziana - è realizzare un centro socio-sanitario, assente a Montanaro, ma presente in quasi tutti i Comuni vicini. Garantire ai cittadini, in condizioni di uguaglianza, l’accesso universale alle prestazioni sanitarie è un diritto di tutti. Il centro pensato per Montanaro sarà dotato di un ambulatorio per i prelievi di sangue, uno sportello C.U.P. per le prenotazioni esami, un’assistente sociale, uno sportello unico per ricevere informazioni, assistenza domiciliare, il telesoccorso, il tutto riunificato in una sola struttura».
Un polo socio - sanitario è necessario ma l’esempio di questa consigliera insegna che ci vuole anche forza di volontà.
«Vedo il bicchiere mezzo pieno - conclude lei - questo virus è il più delle volte letale, ma sono viva, con tante persone care vicino».