Settore Automotive

Auto e disabilità: un mondo in evoluzione

Dal car-sharing alle app, tutto quello che c’è da sapere

Auto e disabilità: un mondo in evoluzione
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Car-sharing per i disabili. Da Torino nei prossimi mesi potrebbe partire una rivoluzione per il mondo dell’automotive. Merito dell’approvazione di una mozione di un consigliere della maggioranza comunale, che lo scorso aprile aveva avanzato la proposta di istituire il servizio di mobilità a noleggio anche per le persone portatrici di handicap. La sperimentazione dovrebbe iniziare a breve e rappresenta un significativo passo in avanti verso una società all’insegna dell’inclusione.

Un concetto caro all’universo delle quattro ruote, che sta facendo la sua parte da diversi anni. Attraverso un costante impegno a fornire le strumentazioni migliori per la conduzione dei veicoli a coloro affetti da menomazioni fisiche o psicologiche. Una fruizione che dipende, innanzitutto, dalla patente speciale di guida.

Per ottenerla, se già si possiede la patente, si dovrà sostenere una visita di idoneità presso una Commissione Medica Locale, di solito la ASL provinciale di riferimento, dopo aver presentato la domanda completa del certificato medico che attesta l’handicap. Accertata la bontà della documentazione, i medici predisporranno il dispositivo da utilizzare a bordo del veicolo, che sulla patente speciale sarà riportato con un codice numerico identico per tutti i Paesi dell’Unione Europea e consentirà di condurre esclusivamente quel tipo di mezzo.

Qualora invece la persona affetta da disabilità debba ancora conseguire la patente, dopo la visita di idoneità dovrà sostenere gli esami teorici e pratici secondo la prassi prevista dalla legge. Vale a dire, svolgendo le lezioni di guida con il mezzo già dotato dell’ausilio assegnato.

Sono quattro le categorie delle patenti speciali, il cui rinnovo è previsto ogni cinque anni: la A, valida per i motoveicoli fino a 1,3 tonnellate; la B, che abilita per moto e autoveicoli fino a 3,5 tonnellate e con un massimo di nove posti; la C, esclusiva per autoveicoli tra le 3,5 e le 11,5 tonnellate; la D, per autoveicoli con numero di posti, escluso il conducente, non superiore a 16.

Gli ausili dipendono dal tipo di disabilità. Si può andare dai dispositivi di presa del volante a quelli di controllo delle luci o dell’indicatore acustico; dagli adattamenti della leva del cambio alla frizione automatica; dall’acceleratore manuale al pedale dell’acceleratore a sinistra; etc. Per un elenco più dettagliato, si può consultare il sito dell’ACI.

Ciascuno di essi potrà essere installato sul proprio mezzo in un’officina autorizzata e otterrà il definitivo via libera dopo un collaudo presso l’Ufficio della Motorizzazione Civile competente per la provincia dell’officina.

Gli adattamenti riguardano anche eventuali passeggeri disabili. Per i quali sono previsti, tra gli altri, lo sportello scorrevole; il sedile scorrevole-girevole simultaneamente, utile ad agevolare l’insediamento del disabile nell’abitacolo del veicolo; quattro soluzioni ad azionamento meccanico-elettrico-idraulico (pedana sollevatrice, scivolo a scomparsa, braccio sollevatore e paranco); sistema di ancoraggio della carrozzella con annesso sistema di ritenuta del disabile (cinture di sicurezza).

Agevolazioni ben conosciute anche da Ford grazie a Ford Mobility, il progetto che garantisce la massima mobilità alle persone affette da disabilità grazie ai suoi veicoli commerciali. Come Tourneo CustomTransit CustomTransit Combi. Tutti modelli che potete trovare nelle sedi Authos.

In tema di assistenza ai disabili, non mancano nemmeno le app. Come Whelan, che consente di trovare luoghi accessibili alle carrozzine. Oppure Kimap, navigatore che permette di conoscere il percorso più adatto in termini di accessibilità, tempo e distanza. O WheelMate, che informa sui servizi pubblici e le aree di sosta accessibili per chi si muove in sedia a rotelle.

C’è da aspettarsene altre in futuro. Come dimostra il car sharing di Torino, l’inclusione è sempre più una realtà del nostro quotidiano. Ed è un concetto caro anche al presidente e CEO di Authos, Francesco Di Ciommo, autore di iniziative di solidarietà con le associazioni del territorio e fautore di una politica aziendale che faciliti l’inserimento delle persone meno fortunate nel mondo del lavoro. Perché una società virtuosa è una società che include.

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